Quando domenica scorsa, in pieno recupero, Leonardo Ulloa si è incaricato di calciare il rigore contro il West Ham, le speranze di tutti i tifosi del Leicester – e di quelli che credono nella loro favola – erano sulle sue spalle.
Pressione evaporata in pochi secondi quando, quello che un tempo è stato l’acquisto record dei Foxes – 10 milioni di euro nel 2014, poi superato dal flop Andrej Kramarić sei mesi dopo – ha tirato un fendente imparabile in direzione della porta difesa da Adrian, pareggiando in extremis un match che sembrava volgere in negativo per la compagine di Claudio Ranieri.
Gara che si era messa in salita per la capolista, con il cartellino rosso inflitto dal direttore di gara a Jamie Vardy, la cui assenza non ha rappresentato una mera inferiorità numerica, ma si è trattato di un vero e proprio contraccolpo psicologico.
Vardy, del resto, ha messo a referto ben 22 delle 59 reti della formazione di Ranieri e rappresenta una componente basilare nel suo 4-4-2 fondato sul contropiede. Sarebbe riduttivo, infatti, considerarlo solo una macchina da gol: il centravanti della nazionale inglese corre tanto, sia palla al piede, sia senza. E la sua mancanza – probabilmente per due gare, la decisione del giudice sportivo non è stata ancora resa nota – influenzerà, in modo inevitabile, il gioco della formazione leader del campionato inglese. Nessuno, come Vardy, ha conquistato tanti palloni in Premier League: il suo pressing ha portato al triplo di recuperi rispetto a qualsiasi altro giocatore.
Il suo sostituto naturale, seppur provvisto di caratteristiche diametralmente opposte, è proprio colui che ha aperto questo articolo: Leonardo Ulloa, finito nel dimenticatoio in questa stagione, dopo un’annata da protagonista al King Power Stadium.
L’inizio di carriera di Ulloa, attaccante classe ’86, ben strutturato fisicamente, è simile a quello dell’ex talento del Catania, Pablo Barrientos: come il Pitu, muove i primi passi al Comisión de Actividades Infantiles e poi, seguendo le sue orme, passa al San Lorenzo. Con il Ciclón – che, poi è diventato uno dei suoi soprannomi, insieme a El Negro, per via dei suoi natali nella Provincia de Río Negro – gioca due stagioni segnando tre reti. Poi, disputa l’annata 2007-2008 a metà tra l’Arsenal Sarandí e l’Olimpo, andando in gol in sei occasioni.
Non tantissime, ma sufficienti per fargli varcare l’Atlantico: nel 2008 approda in Spagna, al Castellón, in Segunda División, con cui segna 30 reti in due stagioni, che gli valgono il passaggio nella Liga, all’Almería. La prima annata è sfortunata: Ulloa segna solo sette volte e la squadra retrocede. Tornato in Segunda, Ulloa ritrova la sua vena realizzativa con 28 segnature, ma gli andalusi non riescono nell’immediato ritorno in massima divisione. Così, dopo altri sei mesi all’Almería, Ulloa vola in Inghilterra alla corte del Brighton: in due stagioni in Championship segna 20 gol. Il neopromosso Leicester, folgorato dalle prestazioni di El Negro – tra cui un 4-1 con cui il Brighton aveva espugnato il King Power Stadium – decide di regalarlo all’allora manager Nigel Pearson. Nella stagione d’esordio in Premier, salta solo una gara, andando a segno 11 volte in 37 match.
Con l’arrivo di Okazaki, il nuovo tecnico Ranieri ha preferito mettere al fianco di Vardy un giocatore più tecnico e rapido, in grado di facilitare gli scambi con Mahrez e donare più rapidità all’azione offensiva. Ulloa, invece, gioca meglio spalle alla porta, è un combattente, fa salire la squadra.
Se da un lato Ranieri non avrà l’energia di Vardy in fase di non possesso, il mister romano avrà a disposizione la capacità di tener palla di Ulloa che, in caso di contropiede, difenderà la sfera dalle grinfie degli avversari, in attesa delle incursioni di Mahrez e Okazaki, pronti a trasformare in rete qualsiasi occasione.
In teoria, potrebbero esserci dubbi sulla tenuta atletica di Ulloa: il numero 23, quest’anno, è sceso in campo in 25 occasioni, iniziando dal primo minuto solo cinque volte e giocando soltanto una volta tutti e novanta minuti. Poi, se al momento di ripiegare potrebbe avere quasi la stessa utilità di Vardy, in fase realizzativa il sudamericano non è letale quanto il compagno di reparto – solo quattro gol per lui.
Ulloa, comunque, in questa stagione è stato in grado di portare punti importanti a Ranieri in corso d’opera. Solo Andy Carrol del West Ham e la coppia Benteke–Origi del Liverpool, con quattro gol a testa, hanno segnato più di lui, subentrando a gara in corso. L’argentino, in questa speciale classifica è a quota tre, con due zampate decisive all’ultimo sospiro, contro Norwich e West Ham.
Senza Vardy non sarà facile. Ma se l’argentino dovesse essere in grado si sfoderare la freddezza, potenza e precisione dimostrate al momento del rigore con gli Hammers, Claudio Ranieri potrebbe spuntarla anche questa volta.
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Nell’albo dei pubblicisti dal 2013, ha scritto un eBook sui reporter di guerra e conseguito due lauree. A Catania si è innamorato del giornalismo sportivo; a Londra si è tolto la soddisfazione di collaborare per il Guardian e il Daily Mail. Esperto di digital marketing e amante dei social media, nel 2017 ha deciso di tornare a collaborare con VdC di cui era già stato volto e firma nel 2012-2013.