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F1, cosa fare con la stagione 2020? Monza a forte rischio
20 Aprile 2020
Formula 1Voci di Sport

F1, cosa fare con la stagione 2020? Monza a forte rischio

Home » Voci di Sport » Formula 1 » F1, cosa fare con la stagione 2020? Monza a forte rischio

Dopo l’iniziale e giusto stop causa pandemia da Coronavirus, i vertici dell’automobilismo e Liberty Media di concerto con i team stanno ragionando su come e dove far partire la stagione 2020 di Formula 1. Bisogna precisare che tuttavia al momento si trattano solamente di voci non confermate ma che trovano riscontro tra i vari addetti ai lavori in maniera del tutto ufficiosa, l’idea di tutti sarebbe quella di partire in Europa per poi volare in Asia. A questo punto è necessario fare alcune considerazioni fondamentali, la prima è che l’intenzione sarebbe quella di correre e di validare il campionato mondiale e per far ciò servirebbero almeno 8/10 gran premi divisi in più continenti ma conditio sine qua non sarà l’assenza del pubblico e l’accesso alle sole TV in modo da garantire l’informazione.

Come procedere dunque? Dimentichiamoci il calendario che conosciamo perchè la nuova stagione avrà eventi e strutture di weekend mai visti prima, prevedendo anche circuiti che al momento non sono presenti poi bisognerà capire cosa vorranno fare i vari tracciati europei. A tal proposito Belgio ha bloccato la vendita dei ticket e anche Monza starebbe per saltare vista la situazione non sotto controllo del virus a Milano e nella Brianza e bisogna dirlo con chiarezza non ci sono possibilità di inserimento di altri tracciati italiani come Imola e Mugello.

Capitolo Europa: si potrebbe iniziare a luglio a Zeltweg in Austria visto che il circuito austriaco di proprietà della RedBull non basa la sua sopravvivenza sui proventi dei biglietti e dunque si candiderebbe a ospitare l’inizio di questo pazzo mondiale utilizzando lo stesso layout di adesso, ma magari con un doppio appuntamento. Esclusa la possibilità di correre al contrario per via della struttura dello stesso tracciato e delle sue vie di fuga pensate esclusivamente per questa disposizione. Successivamente l’idea sarebbe quella di volare in Inghilterra e di gareggiare a Silverstone, qui si che i layout si sprecano e sinceramente, a chi scrive, piacerebbe che si tornasse a correre nella vecchia conformazione più spettacolare e suggestiva  rispetto all’attuale. Poi ci sarebbe Montmelò che, stando a quanto trapela, accetterebbe di far disputare a porte chiuse l’appuntamento spagnolo. E poi? Da capire le intenzioni di Francia, Azerbaijan Olanda con un timido approccio di Algarve in Portogallo che tornerebbe in F1 dopo l‘Estoril, ma anche qui sono voci e nulla di chiaro e stabilito.

Capitolo Asia: L’augurio e la speranza è che, al di là della stagione 2020, il continente asiatico possa uscire presto dalla crisi sanitaria visto che è stato il primo focolaio mondiale della Covid19 e dunque il Circus vorrebbe trasferirsi lì per concludere il mondiale. Ma dove andare a correre? Escluse al momento la Cina, Vietnam ma anche Singapore, si potrebbe valutare un ritorno a sorpresa della Malesia stando pure a quanto dichiarato da Azhan Shafriman all’agenzia di news malese Bernama  “al momento, ospitare di nuovo la Formula 1 non è la mia massima priorità – ha ammesso – ma se dovesse presentarsi l’occasione, con una buona offerta, sarei molto favorevole. Per accettare di ospitare la Formula 1 per un lungo periodo, dovremmo parlarne con il governo locale poiché la tariffa non è così economica e anche la somma spesa dovrà essere degna sia per il governo che per gli appassionati”.

Infine si potrebbe valutare un doppio appuntamento in Giappone, magari non a Suzuka ma tenendo in considerazione con il Fuji vista l’omologazione Fia.

A questo punto mancherebbe un terzo e ultimo continente per validare la stagione 2020 e l’Australia potrebbe tornare in auge e concludere questo martoriato mondiale. Stiamo ovviamente  ragionando con tutti i dubbi del caso e sopratutto navigando a vista  e spinti sopratutto dalla voglia e dalla passione che abbiamo tutti per l’automobilismo e non vediamo l’ora di vederle sfrecciare sui tracciati e di tornare a parlare di pole position, sorpassi, errori, incidenti.

Antonio Maimone

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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About Antonio Maimone

Classe 1990, fin da piccolo viene soprannominato “Attila” per la sua vivacità. Si laurea in Comunicazione Pubblica e Giornalismo e collabora “Sicilians” da qualche anno. Si narra che la prima parola che il piccolo Antonio abbia detto non sia stata papà o mamma, ma Ayrton Senna. Amante di tutti gli sport ma le quattro ruote sono il suo primo grande amore.  La sua frase? “Dammi 3 parole: freno frizione acceleratore”

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