Giunge al termine anche l’11ª giornata di Serie A aperta, nella serata di venerdì, dalla sfida tra Bologna e Lazio. Dopo un primo tempo chiuso a porte inviolate, nella ripresa, per decidere l’incontro basta il gol dello scozzese Lewis Ferguson che regala alla squadra di Thiago Motta un successo per 1-0 che la proietta al sesto posto in classifica in piena “Zona Europa”. D’altro canto, prestazione piuttosto incolore per la formazione allenata da Maurizio Sarri.
Il programma del sabato inizia alle ore 15 con il Derby Campano tra Salernitana e Napoli aggiudicatosi dai partenopei grazie alle reti (una per tempo) che portano le firme di Raspadori ed Elmas. Grazie ad una buona e solida prestazione, i campioni d’Italia in carica ritornano tra le prime quattro squadre della classifica.
Poco più tardi, alle ore 18, è il momento di un altro Derby, quello Lombardo, tra Atalanta e Inter. Nella prima frazione di gioco partono meglio i padroni di casa, ma a passare in vantaggio è la formazione ospite grazie al rigore trasformato da Hakan Calhanoglu. Nella ripresa, prima, un gran gol a giro di Lautaro Martinez e, poi, la rete della “bandiera” di Gianluca Scamacca fissa il punteggio sull’1-2 conclusivo. Grazie ad una prova da grande squadra, i ragazzi di mister Simone Inzaghi rimangono in vetta alla classifica.
Non altrettanto buona la gara di un Milan in un periodo di difficoltà che, in quel di San Siro, ospita l’Udinese. Dopo una prima frazione conclusa a reti bianche, tra i fischi degli 80mila presenti, la formazione di Stefano Pioli non riesce a rimontare la rete (dal dischetto) di Roberto Pereyra che spiazza Maignan e regala alla squadra friulana la prima vittoria (0-1) di questo campionato. Un pareggio e due sconfitte nelle ultime tre partite in Serie A per il Diavolo che, adesso, è lontano sei lunghezze dalla capolista Inter.
Il menù domenicale di Serie A viene aperto dal lunch-match delle 12:30 tra Hellas Verona e Monza vinto, senza troppi affanni, dalla formazione ospite. I ragazzi di mister Palladino, infatti, grazie alla doppietta di Lorenzo Colombo e all’incornata vincente di Luca Caldirola passano al “Bentegodi” con il risultato di 1-3. Valida solo per le statistiche, infatti, la rete scaligera a pochi minuti dal novantesimo di Folorunsho.
Poco dopo, alle ore 15, è tempo della sfida tra le neopromosse Cagliari e Genoa che danno vita ad uno spettacolo più che gradevole. A sbloccare la partita ci pensa, ad inizio ripresa, un sinistro preciso di Nicolas Viola che porta in vantaggio la formazione di casa. Non si fa attendere la reazione dei ragazzi di mister Gilardino che pareggiano subito i conti con il talento islandese Albert Gudmundsson prima che, però, il Casteddu ritorni di nuovo avanti grazie alla rete che decide il match (2-1) di Zappa. Per la prima volta in stagione, grazie alla seconda vittoria consecutiva, la formazione allenata da Claudio Ranieri esce dalla zona retrocessione.
Nel pomeriggio inoltrato, alle ore 18, il cielo dell’Olimpico si tinge di giallorosso con la sfida thriller tra Roma e Lecce sbloccata, a venti minuti dal termine, dalla rete dello svedese Almqvist che porta in vantaggio i pugliesi. Quando tutto, o quasi, sembrava perso, in pieno recupero, la formazione di José Mourinho riesce a ribaltare il risultato grazie alle reti di Azmoun e Lukaku (protagonista di un rigore sbagliato nel primo tempo) che fissano il punteggio sul 2-1 finale.
In serata, alle ore 20:45, tra le varie polemiche per l’alluvione in Toscana, scendono in campo Fiorentina e Juventus. Basta una rete al decimo minuto di Fabio Miretti per decidere un incontro che – grazie ad una solidissima difesa e una prestazione di sofferenza ma anche da squadra di grande caratura – la Vecchia Signora si porta a casa con il punteggio di 0-1. Il vecchio e caro “cortomuso” permette alla formazione di Massimiliano Allegri di consolidare il secondo posto in classifica allungando sulle inseguitrici e portandosi nuovamente a due punti di distanza dall’Inter prima. D’altro canto, grande mole di gioco ma nessuna concretezza per la formazione di Vincenzo Italiano che incassa la terza sconfitta consecutiva.
Il programma di questa undicesima giornata di Serie A viene chiuso dai due posticipi del lunedì.
Partiamo da quello pomeridiano delle ore 18:30 tra Frosinone ed Empoli. Succede tutto nella seconda frazione con la formazione di casa che si porta sul doppio vantaggio grazie alle reti di Cuni e Ibrahimovic. Nel finale, la rete ospite di Caputo rimette in discussione un risultato che, però, al triplice fischio finale è di 2-1 per i ragazzi di mister Di Francesco.
In serata, alle ore 20:45, scendono in campo anche Torino e Sassuolo. Partita scintillante sin dalle prime battute con il Toro che passa subito in vantaggio grazie alla rete di Sanabria. Non si fa attendere la reazione neroverde che, poco dopo, pareggia i conti con un mancino ben piazzato da parte di Thorstvedt. Nella ripresa, il gol decisivo lo firma Nikola Vlasic che fissa il punteggio sul 2-1 finale regalando un importante successo alla formazione di Ivan Juric.
TOP
RASPADORI: senza fare paragoni o dire che il Napoli vince perché non gioca Osimhen, da quando l’attaccante nigeriano si è infortunato la formazione partenopea ha vinto tre partite (compresa quella di Champions League contro l’Union Berlino) e pareggiato contro il Milan. Merito anche di Giacomo Raspadori che, oltre a far giocare bene chi gli sta intorno, va a segno da tre partite consecutive. Compreso il Derby Campano di sabato pomeriggio contro la Salernitana. NEL MOMENTO DELLE DIFFICOLTÀ GARCIA HA CALATO IL “JACK”.
CALHANOGLU: a proposito di difficoltà, nella passata stagione, nel momento del bisogno con Marcelo Brozovic infortunato, Simone Inzaghi ha spostato Hakan Calhanoglu da mezz’ala a regista con esiti sorprendenti. Oltre ad una costanza di prestazioni mai vista nella carriera del turco, l’ex calciatore del Milan è diventato una pedina fondamentale nello scacchiere dell’allenatore nerazzurro. Vi ricordate il cartellone di quel bambino negli Stati Uniti tifoso del Real Madrid con sù scritto “Who needs Ronaldo?”. Ecco, Calhanoglu potrebbe permettersi di entrare ogni mattina ad Appiano Gentile con un cartellone simile e con la scritta: “WHO NEEDS BROZOVIC?”.
COLOMBO: approdato al Monza negli ultimi giorni di mercato dopo una lunga telenovela estiva con il Milan che, prima di lasciarlo partire, cercava un vice-Giroud, grazie alla prestazione contro l’Hellas Verona capiamo perché la società brianzola e mister Palladino hanno aspettato Lorenzo Colombo fino alla fine. Proprio contro gli scaligeri, il classe 2002 mette a segno una doppietta che, difatti, ha deciso il match. COLOMBO METTE LE ALI AL MONZA.
ORISTANIO: ancora una prestazione convincente per il calciatore del Cagliari che, dopo la rocambolesca vittoria in rimonta contro il Frosinone, mette il proprio zampino (con l’assist per Viola) anche nel successo sardo contro il Genoa. La sensazione è che quando la palla arriva fra i suoi piedi la pericolosità dell’attacco di mister Claudio Ranieri salga vertiginosamente. QUALITÀ E FANTASIA: IN UNA SOLA PAROLA, ORISTANIO. Occhio, per il futuro, al classe 2002.
BREMER: la complicata passata stagione sembra ormai alle spalle e, senza Danilo infortunato, il peso della difesa bianconera viene egregiamente sorretto da Gleison Bremer che, anche contro la Fiorentina, mette a referto una prestazione più che positiva. Se Beltran e poi Nzola non sono mai stati pericolosi, nonostante il dominio territoriale viola, i meriti vanno (anche e soprattutto) al difensore brasiliano ex Torino. IN ANTICIPO ANCHE SUI COMPAGNI NEL FARE LA DOCCIA DOPO LA PARTITA.
FLOP
LUIS ALBERTO: l’imprevedibilità offensiva della Lazio passa, per lo più, dai piedi e dalle giocate di Luis Alberto che, contro il Bologna, incappa in una serata non positiva per usare un eufemismo. A risentirne, tutta la formazione di Maurizio Sarri che, specialmente nella seconda frazione, non riesce a creare pericoli dalle parti di Skorupski. Almeno per una sera, grazie al piano partita preparato da Thiago Motta, IL “MAGO” NON RIESCE A TIRARE FUORI IL CONIGLIO DAL CILINDRO.
TOLOI: a proposito di eufemismi, non un grande impatto nel match contro l’Inter per Rafael Toloi. Il difensore dell’Atalanta, entrato in campo intorno all’ora di gioco, si fa espellere neanche una mezz’oretta dopo. Colpa di una somma di ammonizioni ricevute nel giro di pochi giri di lancette. Se volessimo descrivere in sintesi la partita del naturalizzato italiano: ENTRO, MI FACCIO ESPELLERE, CIAO.
MILAN: troppo facile dare la colpa della sconfitta contro l’Udinese ad Adli per il fallo da rigore su Ebosele, a Jovic per l’ennesima prestazione insufficiente (non doveva neanche ritrovarsi in una squadra con gli obiettivi del Milan) o ad Okafor per il pessimo impatto sul match. Le difficoltà del Diavolo sono altre e stanno anche, ma non solo, in una rosa che (come la passata stagione) non appare così profonda né tanto qualitativa nelle sue riserve. In più, già dal passato campionato, la formazione allenata da Stefano Pioli (anche lui non esente da colpe) si porta dietro una sensazione di negatività e inferiorità rispetto alle altre dirette pretendenti al titolo che, di sicuro, non aiutano l’ambiente in situazioni come queste. UNA SQUADRA IN CERCA DI SE STESSA.
ITALIANO: detto che, grazie alle sue tattiche, la Fiorentina gioca un calcio piacevolissimo, è altrettanto vero che il piano gara dell’allenatore Viola è uno e soltanto uno. Come i suoi attaccanti in campo, tanta prevedibilità e poca capacità di rimischiare le carte in tavolo. Ad esempio, con la sua squadra sotto per 0-1, come nella sconfitta contro l’Empoli, sarebbe lecito aspettarsi il passaggio dal solito 4-2-3-1 ad un più offensivo 4-2-4 con due punte di ruolo. La bravura del tecnico nel far giocare bene la Fiorentina non è in dubbio, lo stesso però non si può dire per le capacità di leggere l’incontro. È questa LA DIFFERENZA TRA UN BUON E UN GRANDE ALLENATORE.
Fonte Foto in Evidenza: Lega Serie A
Giuseppe Rosario Tosto
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Giuseppe, classe 1999, aspirante giornalista, è laureato in Scienze Politiche (Relazioni Internazionali). Fin da piccolissimo è appassionato di sport e giornalismo.
Simpatiche, si fa per dire, le scene di quando da piccolo si sedeva nel bar del padre e leggeva la Gazzetta dello Sport “come quelli grandi”.
È entrato a far parte di Voci di Città, prima, come tirocinante universitario e, poi, come scrittore nella redazione generalista e sportiva. Con il passare del tempo, è diventato coordinatore sia della redazione sportiva che di quella generale di VdC. Allo stesso tempo, al termine di ogni giornata di campionato, cura la rubrica settimanale “Serie A, top&flop” e scrive anche delle varie breaking news che concernono i tempi più svariati: dallo sport all’attualità, dalla politica alle (ahimè) guerre passando per le storie più importanti, centrali o divertenti del momento.
Il suo compito in sintesi? Cercare di spiegare, nel miglior modo possibile, tutto quello che non sa! (Semicit. Leo Longanesi).