Claudio Ranieri è una figura emblematica nel mondo del calcio, soprattutto per la sua straordinaria capacità di risorgere e reinventarsi. La sua carriera, densa di successi e sfide, è un viaggio attraverso i principali campionati europei, caratterizzato da momenti di gloria e battute d’arresto che hanno forgiato il suo indomabile spirito. Inizia la sua carriera da allenatore nei campionati minori italiani, guidando squadre come Vigor Lamezia e Puteolana. Il suo primo grande successo arriva con il Cagliari, che porta dalla Serie C1 alla Serie A in sole due stagioni (1988-1989 e 1989-1990).
Dopo una miracolosa salvezza con il Cagliari, nel 1991 si ritrova di fronte a una nuova sfida: la ricostruzione del Napoli dopo la squalifica per doping di Diego Maradona, che ha gettato il club in una crisi senza precedenti. Il presidente degli azzurri, Corrado Ferlaino, alla ricerca di un allenatore capace di guidare la squadra in questo difficile momento, decide di puntare su di lui per la ricostruzione del club, nonostante Ranieri fosse considerato ancora un allenatore di provincia. La scelta si dimostra subito azzeccata.
Mentre Ferlaino era interessato a Dejan Savićević, Ranieri insiste per dare la maglia numero 10 e l’eredità di Maradona a Gianfranco Zola, un talento italiano. La sua decisione si rivela vincente, poiché il fuoriclasse sardo diventa uno dei punti di riferimento dei partenopei e contribuisce in modo significativo al successo della squadra. Nel suo primo anno con il Napoli, Ranieri guida la squadra alla qualificazione in Coppa UEFA, dimostrando la sua abilità nel gestire una squadra in fase di transizione e nel valorizzare i giocatori a disposizione.
Nell’estate del 1993, Ranieri assume il ruolo di allenatore della Fiorentina, appena retrocessa in Serie B. La sua leadership porta immediatamente alla risalita in Serie A, dimostrando la sua capacità di gestire le pressioni e di ottenere risultati positivi anche in situazioni difficili. Nella stagione 1994-1995, il tecnico guida i viola a un rispettabile decimo posto in Serie A, consolidando la posizione del club nella massima serie italiana. Tuttavia, è nella stagione successiva, nel 1995-1996, che Ranieri e la Fiorentina vivono uno dei momenti più gloriosi della loro storia.
Oltre a ottenere un prestigioso quarto posto in Serie A, l’allenatore romano porta la squadra alla vittoria della Coppa Italia. Durante il percorso verso il titolo, i gigliati vincono tutte e otto le partite disputate, sconfiggendo l’Atalanta in finale. Il trionfo garantisce alla Fiorentina l’accesso alla Coppa delle Coppe e la partecipazione alla Supercoppa italiana. In questa competizione, i gigliati superano i campioni d’Italia del Milan. Nel 1997, Ranieri si trasferisce per la prima volta all’estero, volando in Spagna per allenare il Valencia, con cui conquista una Coppa del Re e l’Intertoto, affermandosi come uno degli allenatori più promettenti a livello europeo.
Questi successi gli valgono la chiamata da parte dell’Atlético Madrid, anche se l’esperienza con i colchoneros si rivela meno fortunata a causa delle difficoltà economiche del club. Nel 2000, intraprende un nuovo capitolo della sua carriera trasferendosi in Inghilterra per guidare il Chelsea. A Londra, pur senza vincere trofei, riesce a portare il club tra i migliori in Premier League e in Champions League. Tuttavia, l’arrivo di Roman Abramovich e la volontà di puntare su un allenatore di maggior fama internazionale portano all’addio di Ranieri nel 2004. Nel 2004, torna al Valencia, dove vince subito la Supercoppa europea contro il Porto. Tuttavia, dopo l’eliminazione dalla Coppa UEFA da parte della Steaua Bucarest viene esonerato.
Nel febbraio 2007 torna in Italia dopo dieci anni, accettando l’offerta del Parma, che riesce a condurre a una salvezza che pareva impensabile, conquistando ben 27 punti in 16 partite e portando la squadra dal penultimo posto al dodicesimo. In estate viene scelto dalla Juventus, appena tornata in Serie A dopo lo scandalo di Calciopoli. In due anni, riporta i bianconeri ai piani alti del calcio italiano, centrando il terzo posto nel 2007-2008 e venendo esonerato a tre giornate dal termine della stagione 2008-2009, con la squadra al terzo posto.
Nel 2009 approda per la prima volta in carriera sulla panchina della squadra della sua città, la Roma, subentrando a Luciano Spalletti. Nel girone di ritorno della stagione, la squadra giallorossa intraprende un’incredibile rincorsa sull’Inter capolista, culminata con il sorpasso in classifica l’11 aprile 2010 dopo la vittoria contro l’Atalanta. Ranieri porta la Roma in finale di Coppa Italia, persa contro l’Inter, e arriva a lottare per lo Scudetto fino all’ultima giornata, arrendendosi anche in questo caso ai nerazzurri, con soli due punti di distacco. La stagione successiva, nonostante una partenza difficile, Ranieri continua a guidare la squadra con impegno, ma dopo una sconfitta rocambolesca contro il Genoa (in rimonta da 0-3 a 4-3 a Marassi), rassegna le dimissioni nel febbraio 2011, venendo sostituito da Vincenzo Montella.
Nonostante la sua breve permanenza, l’esperienza di Ranieri alla Roma è stata caratterizzata da momenti di grande intensità e ha contribuito a rafforzare il legame tra l’allenatore e la sua città natale. Nel 2011 subentra a Gasperini alla guida dell’Inter, ma viene esonerato durante la stagione a causa dei risultati deludenti della squadra. Nel 2012-2013, allena il Monaco in Ligue 2, riportando il club nella massima serie francese. L’anno successivo, guida la squadra del Principe al secondo posto in Ligue 1, a soli 9 punti di distacco dal PSG campione. Nel 2014, è la volta della sua prima esperienza come commissario tecnico, venendo scelto dalla Grecia. Tuttavia, viene esonerato dopo sole quattro partite, con tre sconfitte e un pareggio.
L’avventura che segna una svolta significativa nella sua carriera è quella al Leicester City, con cui firma nel 2015, tornando in Inghilterra dopo undici anni. Le Foxes, reduci da una salvezza molto sofferta, hanno come obiettivo la permanenza in Premier League. Contro ogni pronostico, Ranieri riesce a creare una squadra coesa e determinata, portandola alla vittoria del campionato nella stagione 2015-2016. Questo trionfo, descritto come una delle più grandi imprese nella storia dello sport, consacra Ranieri a livello mondiale e gli vale numerosi riconoscimenti, tra cui il titolo di Allenatore dell’Anno della FIFA. La squadra viene ritenuta tra le candidate alla retrocessione all’inizio della stagione, ma stupisce il mondo del calcio con una serie di prestazioni eccezionali.
Il Leicester gioca un calcio caratterizzato da un’organizzazione difensiva solida e da ripartenza letali. Giocatori come Jamie Vardy, Riyad Mahrez e N’Golo Kanté contribuiscono con gol, assist e lavoro instancabile in campo, divenendo dei top player a tutti gli effetti. La stagione culmina con il Leicester che vince la Premier League con un margine di vantaggio sorprendente su squadre come Manchester City, Manchester United, Arsenal, Liverpool e Chelsea. La vittoria del titolo è stata salutata come uno dei risultati più sorprendenti nella storia dello sport, dimostrando la forza della determinazione, della leadership e dell’unità all’interno della squadra.
Dopo l’epica vittoria con il Leicester, Ranieri intraprende nuove sfide: Nantes in Francia, Fulham e Watford in Inghilterra, Roma e Sampdoria in Italia. Con i blucerchiati centra la salvezza con quattro giornate d’anticipo al primo anno e fa meglio l’anno dopo, piazzandosi al nono posto con 52 punti. Il ritorno sulla panchina del Cagliari nel dicembre del 2022, 31 anni dopo la fine della sua prima esperienza in terra sarda, è un momento emozionante per i tifosi del club e per lo stesso allenatore, che torna nella squadra che lo aveva lanciato nel calcio professionistico 35 anni prima.
Sotto la sua guida, il Cagliari compie una notevole ripresa (35 punti in 19 partite) e si qualifica per i play-off di Serie B. Dopo aver eliminato Venezia e Parma, i sardi conquistano la promozione in Serie A con una vittoria nella finale di ritorno sul campo del Bari. Nonostante l’ultimo posto in classifica dopo le prime nove partite di Serie A, Ranieri dimostra la sua leadership e la sua determinazione, rassegnando le proprie dimissioni a febbraio per motivare i giocatori, che lo convincono a restare insieme alla società.
La decisione si rivela vincente, con il Cagliari che ottiene la salvezza matematica alla penultima giornata di Serie A, battendo il Sassuolo in trasferta. A 72 anni, centrato il traguardo, Ranieri ha annunciato il suo ritiro dai club alla fine della stagione. L’allenatore classe ‘51 ha salutato i tifosi del Cagliari con un toccante discorso.
“Voglio ringraziarvi di vero cuore, quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto insieme, sia l’anno scorso che quest’anno. Bravi voi e bravi i ragazzi. Dovrete stare sempre vicini a questi ragazzi finché daranno tutto, potranno sbagliare ma con voi dietro non molleranno mai e cammineranno sempre a testa alta. Quando giocano questi ragazzi pensano a tutti voi, alle difficoltà che avete anche per starci vicino in trasferta. Credetemi, questa è la miglior spinta per un giocatore, sentire che dietro c’è un popolo che trepida per loro. Vi ringrazio di vero cuore.”, le sue parole al termine della partita in casa contro la Fiorentina. Un discorso carico di gratitudine e consapevolezza dell’importanza del sostegno dei tifosi per la squadra.
Ranieri evita di mettersi al centro dell’attenzione, enfatizzando il contributo di tutti coloro che sono coinvolti nel processo. Il riconoscimento della dedizione dei giocatori è un incoraggiamento a dare sempre il massimo, sapendo di avere il sostegno dei tifosi. Sir Claudio rappresenta un esempio di integrità e passione per il gioco e la sua assenza lascerà certamente un vuoto nel calcio italiano. Non soltanto per le sue capacità tecniche, ma anche e soprattutto per la sua autenticità e umanità.
Fonte foto in evidenza: Eurosport
Dennis Izzo
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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