Istituito nel 1986, il Martin Luther King Day è una festività nazionale statunitense per celebrare il premio Nobel per la pace Martin Luther King ogni terzo lunedì di gennaio. Lo storico evento viene celebrato anche dall’NBA, che con le undici gare in programma tra oggi e domani arriverà a quota 378 partite disputate in occasione dello speciale evento. La squadra che ne ha giocate di più è New York, che ospita gli Orlando Magic al Madison Square Garden. Per i Knicks sono ben 38 le gare nel Martin Luther King Day, una per ogni anno dall’istituzione della festività negli Stati Uniti.
Il miglior realizzatore dell’MLK Day è Damian Lillard, che segnò 61 punti contro i Golden State Warriors nel 2020, quando indossava ancora la maglia dei Portland Trail Blazers. Dame, inoltre, può vantare anche il maggior numero di triple in una partita (11), traguardo stabilito anch’esso nella sopracitata partita di quattro anni fa. Tra i giocatori attualmente in attività in NBA, Kyrie Irving è il leader dei recuperi (8 nel 2019, quando militava nei Boston Celtics), Luka Dončić quello delle triple doppie (2, a pari merito con Mark Jackson).
I Golden State Warriors risultano la squadra capace di segnare il maggior numero di punti in una partita del Martin Luther King Day (146 contro i Seattle SuperSonics nel 1989), nonché quella con la più alta percentuale di vittorie (70% con 21 successi e appena 9 sconfitte in 30 gare). Ben cinque le partite in programma nella serata di lunedì (ora italiana). A dare il via alle danze è l’interessante sfida tra i Philadelphia Sixers, che ritrovano il detentore dell’MVP Joel Embiid, e gli Houston Rockets.
Seguono il duello tra i Dallas Mavericks, orfani di Dončić, e i New Orleans Pelicans, quello tra Washington Wizards e Detroit Pistons, le due squadre col peggior record della lega, il già menzionato testa a testa tra New York Knicks e Orlando Magic e, per chiudere la serata di lunedì in Italia, il confronto tra i San Antonio Spurs di Victor Wembanyama e gli Hawks in quel di Atlanta, città natale di Martin Luther King.
Seconda vittoria consecutiva per i Philadelphia Sixers, che superano per 124-115 gli Houston Rockets tra le mura amiche. A prendersi la scena non può che essere Joel Embiid. Dopo aver saltato le ultime tre partite per infortunio, infatti, il detentore dell’MVP si rende autore di una prestazione sontuosa. Per lui ben 41 punti, 10 rimbalzi, 3 assist, un recupero e una stoppata con 12/21 dal campo. Degna di nota anche la prova di Tyrese Maxey, che chiude con 27 punti e 7 assist con 6/10 da dietro l’arco. Philadelphia domina in lungo e in largo sin dalla palla a due, arrivando all’intervallo con un confortante +19 (66-47).
La reazione di Houston rende più interessante la ripresa. Sei i giocatori in doppia cifra per i texani, che nel finale di gara riescono a riavvicinarsi agli avversari, portandosi a -10 (123-113) a poco più di 1’ dal termine del quarto quarto. 20 punti per Jalen Green, 19 per Alperen Şengün, 18 per Dillon Brooks e 14 a testa per i rookie Amen Thompson e Cam Whitmore. Prestazioni molto positive che però non bastano ai Rockets per riacciuffare i Sixers.
Successo in casa anche per i Dallas Mavericks, che devono fare a meno di Luka Dončić. Nonostante l’assenza dello sloveno, i Mavs si impongono per 125-120 contro i New Orleans Pelicans all’American Airlines Center. A trascinare i padroni di casa alla vittoria sono soprattutto le ottime prestazioni di Kyrie Irving e Tim Hardaway jr., che mettono a referto rispettivamente 42 punti, 7 rimbalzi e altrettanti assist con 13/28 dal campo e 41 punti con 9/15 da tre.
Dopo una prima parte di gara molto equilibrata (59-59 alla pausa lunga, con il primo quarto dominato dai Mavericks e il secondo dai Pelicans), New Orleans si porta sul +7 al termine del terzo quarto. Nell’ultimo periodo, però, Dallas piazza un parziale di 33-21 e si aggiudica la vittoria. Vani, per i Pelicans, i 30 punti di Zion Williamson e i 23 di C.J. McCollum. Delude Brandon Ingram, che si ferma a 12 punti con 3/14 al tiro e 0/4 da tre.
Ricca di sorpassi e controsorpassi anche la gara tra New York Knicks e Orlando Magic al Madison Square Garden. A prevalere è la franchigia della Florida, che si rimette in carreggiata dopo un periodo tutt’altro che semplice (tre sconfitte consecutive). Il 98-94 finale con cui i Magic trionfano nella Grande Mela arriva soprattutto per merito di un’ottima fase difensiva. Nell’ultimo quarto, in particolare, Orlando tiene New York a soli 16 punti. Ai Knicks non bastano i 20 punti di Miles McBride, stessa quota toccata da Paolo Banchero, miglior scorer dei Magic. Tra le file degli ospiti, si segnalano anche i 17 punti di Wendell Carter jr. e i 15 di Cole Anthony, entrambi in uscita dalla panchina.
Vincono in trasferta anche i Detroit Pistons, che passano sul campo dei Washington Wizards. Nel duello tra la penultima e l’ultima in classifica ad Est, gli ospiti vincono per 129-117, ritrovando un successo che mancava da ben sette partite. Reduci da trentacinque sconfitte nelle precedenti trentasei gare, i Pistons portano a casa la loro quarta vittoria stagionale, che non basta a smuoverli dall’ultimo posto. Decisivi i 34 punti in uscita dalla panchina di un ispiratissimo Alec Burks. Non sono da meno Jaden Ivey (24 punti) e Jalen Duren (doppia doppia da 20 punti e 19 rimbalzi).
I Wizards fanno così registrare il loro settimo ko nelle ultime otto partite, tornando immediatamente a perdere dopo la vittoria con gli Atlanta Hawks. Questi ultimi, dal canto loro, battono i San Antonio Spurs alla State Farm Arena, non senza qualche difficoltà. I padroni di casa, infatti, dominano ampiamente nel primo tempo, chiudendo il secondo quarto con un vantaggio di ben 35 punti (69-34). La pratica Spurs sembra decisamente archiviata per Atlanta, ma dopo l’intervallo i padroni di casa tornano in campo col piglio sbagliato.
La ripresa, infatti, è griffata San Antonio, che prima porta l’enorme svantaggio da -35 a -20 con un parziale di 33-18 nel terzo quarto, poi tocca addirittura il -6 a poco meno di 4’ dalla sirena del quarto periodo (99-93). Gli Hawks tremano ma riescono a gestire il vantaggio accumulato nella prima parte di gara, chiudendo il match sul 109-99. Sugli scudi Trae Young, che mette a referto 36 punti, 6 rimbalzi e 13 assist. Per gli Spurs, invece, degna di nota la doppia doppia da 26 punti, 13 rimbalzi, 2 assist, 2 palle rubate e 5 stoppate per Victor Wembanyama, coadiuvato da un Jeremy Sochan da 23 punti, 8 rimbalzi, 4 assist, 2 recuperi e altrettante stoppate.
Dennis Izzo
Fonte foto in evidenza: NBA.com
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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