Annata a dir poco memorabile per Paolo Banchero, lungo statunitense con cittadinanza italiana selezionato con la prima scelta assoluta al Draft NBA dello scorso 23 giugno dagli Orlando Magic e capace di mettere a referto medie di 20 punti, 6.9 rimbalzi e 3.7 assist col 43% dal campo in 71 presenze stagionali con la franchigia della Florida, che ha chiuso la regular season al tredicesimo posto nella Eastern Conference con un record di 34 vittorie e 48 sconfitte (il migliore dal 2019-2020), non qualificandosi per i playoff.
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Nonostante il mancato approdo alla post-season, il futuro in quel di Orlando è decisamente luminoso. Banchero, infatti, è solo uno dei tanti talenti a disposizione dell’head coach Jamahl Mosley, che può contare anche su Franz Wagner, Jalen Suggs, Cole Anthony e Bol Bol, tutti con un’età compresa tra i 21 e i 23 anni. Non sono da meno i vari Markelle Fultz, Jonathan Isaac, Wendell Carter jr. e Moritz Wagner, che contribuiscono ad aumentare e non poco la qualità del roster dei Magic e hanno ancora ampi margini di miglioramento.
Se è vero che per tornare a competere per traguardi degni di nota bisognerà pazientare (i Magic mancano ai playoff dal 2020 e non superano il primo turno addirittura dal 2010, quando si arresero al cospetto dei Boston Celtics alle Finals), è altrettanto vero che già quest’anno qualcosa da festeggiare c’è e riguarda proprio Banchero: il 20enne prodotto di Duke, infatti, è stato insignito del premio di Rookie of the Year, il riconoscimento assegnato annualmente alla miglior matricola, risultando il terzo giocatore degli Orlando Magic a riuscire nell’impresa dopo Mike Miller – attuale procuratore di Banchero – nel 2000-2001 e Shaquille O’Neal nel 1992-1993.
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Il nativo di Seattle ha battuto la concorrenza della dodicesima scelta assoluta al Draft Jalen Williams, guardia e ala piccola degli Oklahoma City Thunder che ha fatto registrare medie di 14.1 punti, 4.5 rimbalzi, 3.3 assist e 1.4 palle recuperate col 52% al tiro e il 36% da dietro l’arco in 75 presenze, e di Walker Kessler, ventiduesima scelta al primo giro che con la maglia degli Utah Jazz si è reso autore di medie di 9.2 punti, 8.4 rimbalzi e 2.3 stoppate col 72% dal campo, spiccando per le sue doti nella metà campo difensiva. 20 anni compiuti lo scorso 12 novembre, Banchero ha ottenuto ben 98 voti su 100 per il primo posto nella corsa al premio di Matricola dell’anno, totalizzando 494 punti (241 per Williams, piazzatosi immediatamente alle sue spalle, e 114 per Kessler, finito sul gradino più basso del podio).
Un trionfo a dir poco meritato per il numero 5 degli Orlando Magic, che tra i giocatori al primo anno nella lega è primatista per minuti giocati (33.8 a partita), punti segnati (20 di media), partite da almeno 20 punti (40, come LeBron James con la maglia dei Cleveland Cavaliers nel 2003-2004, la sua prima stagione in NBA) e 30 punti (6) e gare con un minimo di 25 punti, 5 rimbalzi e 5 assist e 30 punti, 5 rimbalzi e 5 assist (quattro nel primo caso, due nel secondo). Numeri che certificano l’ottimo impatto dell’ex Duke Blue Devils in una realtà che spesso e volentieri ha visto fallire molti dei talenti più promettenti in uscita dal college.
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Oltre a ciò, Banchero è andato in doppia cifra in ben 68 delle 72 partite disputate nel corso della regular season conclusasi lo scorso 9 aprile, in cui ha vissuto numerosi momenti da incorniciare, a partire dall’esordio del 20 ottobre nella sconfitta per 113-109 sul campo dei Detroit Pistons, match in cui risulta il giocatore dei Magic con più punti, assist (a pari merito con Franz Wagner) e stoppate, chiudendo con la bellezza di 27 punti, 9 rimbalzi, 5 assist e 2 stoppate col 61% al tiro (11/18) ed eguagliando due icone del calibro di Kareem Abdul-Jabbar e LeBron James, gli unici altri due giocatori capaci di far registrare almeno 25 punti, 5 rimbalzi e altrettanti assist nella loro prima partita in NBA.
Da segnalare anche i 30 punti contro gli Houston Rockets (8 novembre) e i Memphis Grizzlies (6 gennaio), i 31 punti segnati in casa dei Boston Celtics il 18 dicembre, la doppia doppia da 33 punti e 16 rimbalzi – career-high in entrambi i casi – contro i Sacramento Kings (5 novembre), la più bella e importante delle quattordici doppie doppie totalizzate nell’arco di una stagione che lo ha visto imporsi sin da subito tra i grandi, ricevere complimenti e attestati di stima da parte di alcuni dei giocatori più iconici e rappresentativi della lega e partecipare al Rising Stars Challenge durante l’All-Star Weekend.
Dennis Izzo
Fonte foto in evidenza: NBC Sports
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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