“It is always the right time to do the right thing”. È sempre il momento giusto per fare quello che è giusto. Con questa frase, scritta nelle magliette dei giocatori per il riscaldamento, il mondo dell’NBA celebra una delle più grandi e rivoluzionarie figure nella storia degli Stati Uniti d’America: Martin Luther King.
Come consuetudine, infatti, nella giornata del 15 gennaio, la lega cestistica più popolare e seguita al mondo festeggia il Martin Luther King Day. E, il miglior modo di festeggiare è senz’altro un vasto programma di partite NBA. Dopo quelle disputatesi nel primo pomeriggio americano, nella nottata italiana sono andate in scena altre sei partite.
Partiamo dalla pesante sconfitta dei Golden State Warriors sul campo dei rimaneggiati Memphis Grizzlies che, con una grande prestazione di squadra, hanno la meglio su un roster il cui futuro è sempre più enigmatico. Per tre quarti di gioco, la formazione di coach Steve Kerr rimane in vantaggio senza, però, scrollarsi gli avversari di dosso. Per questo motivo, complice un quarto e ultimo quarto davvero pessimo, i Warriors vengono annichiliti da quel che rimane dei Grizzlies che si impongono 116-107.
Incontro tiratissimo, a punteggio basso e dalle due facce, quello tra i Brooklyn Nets e i Miami Heat. Nel primo tempo, si fanno preferire i padroni di casa che vanno all’intervallo in vantaggio di 14 punti. Nella ripresa, però, arriva la risposta degli Heat che rimettono le cose in equilibrio già alla fine del terzo quarto. Nel parziale successivo, ovvero il quarto, il roster di coach Spoelstra avrebbe anche l’occasione di vincere l’incontro ma i due tiri liberi di Mikal Bridges mandano le due squadre all’overtime. In quest’ultimo, i Nets partono ancora una volta meglio ma vengono rimontati da Miami che vince di misura 95-96.
Meno equilibrio, ma ottime difese, nel match della Scotiabank Arena tra i Toronto Raptors e i Boston Celtics. Nonostante il forfait di Jaylen Brown, la squadra (forse) favorita al titolo si impone sull’ostico parquet canadese. Seppur senza mai fare un grosso parziale, “mollichina dopo mollichina”, nell’ultimo quarto, i Celtics difendono i nove punti di vantaggio maturati dai parziali precedenti. Al suono dell’ultima sirena, infatti, il punteggio è 96-105.
Vittoria piuttosto agevole, invece, per i Cleveland Cavaliers che superano in casa i Chicago Bulls. Nella fattispecie, per i Cavaliers si tratta del quinto successo consecutivo che proietta il roster dell’Ohio al quarto posto in classifica nell’Eastern Conference. Sulle spalle di un ispirato Donovan Mitchell da 34 punti, Cleveland si impone per 109-91.
Decifrare la stagione dei Los Angeles Lakers sarebbe difficile anche per un bravo analista. Prima, un ottimo inizio e la vittoria dell’NBA Cup. Poi, un momento complicatissimo segnato da sole sconfitte. Ora, una fase intermedia caratterizzata da alti e bassi. Nella nottata italiana, però, viene fuori il lato positivo dei Lakers che superano la seconda squadra della Western Conference: gli Oklahoma City Thunder. A trascinare il roster californiano verso la vittoria per 112-105, neanche a dirlo, il duo composto da Anthony Davis e LeBron James.
Chiudiamo l’NBA Martin Luther King Day con il successo, il sesto in serie, degli Utah Jazz che hanno avuto la meglio sugli Indiana Pacers (privi di Haliburton e Bruce Brown). Risultato mai in discussione sin dai primi minuti di gioco, con i Jazz che parziale dopo parziale arrotondano il proprio vantaggio fino al 132-105 finale. Piccola nota tricolore, Simone Fontecchio si sta prendendo sempre più spazio diventando, ormai, un titolare dei Jazz.
Fonte Foto in Evidenza: Celtics / Lakers Twitter
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Giuseppe, classe 1999, aspirante giornalista, è laureato in Scienze Politiche (Relazioni Internazionali). Fin da piccolissimo è appassionato di sport e giornalismo.
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