La clamorosa disfatta della Nazionale ai Mondiali brasiliani è soltanto la punta dell’iceberg del fallimento del prodotto calcio in Italia. Adesso da più parti si avverte il bisogno di azzerare tutto e ricominciare, rimodulare le basi del calcio nazionale partendo da volti e soprattutto idee nuove tra i piani alti della Federcalcio.
Urgono immediate novità da apportare al sistema e toccare le corde dei campionati e dei settori giovanili. Per ripresentarsi nel 2018 in Russia con ben altre credenziali è necessario ripartire dai ragazzi, spesso dimenticati e lasciati nell’oblio (ma ciò avviene in tutti i settori, a cominciare dal mondo del lavoro).
Rendere obbligatorio l’inserimento dei giovani in ogni squadra può essere una delle tante soluzioni per rinnovare “l’offerta” del prodotto calcistico. Bisogna tendere una mano al talento e alla meritocrazia anche col sostegno economico da parte della Federazione alle società nel dotarsi di strutture moderne e polifunzionali. Al tempo stesso va limitato l’ingresso dei giocatori stranieri nel nostro campionato. L’effetto che si ha avuto è stato quello di un “Bosman al contrario”, poiché sempre più giocatori mediocri approdano in Italia con l’etichetta del fenomeno di turno e meno grandi campioni fanno la loro apparizione sullo stivale del pallone.
Un’altra chiave di lettura può essere la riduzione del numero di squadre partecipanti al campionato di Serie A. La formula a 20 squadre si è rivelata sostanzialmente un fallimento poiché ha drasticamente abbassato la qualità delle partite ma soprattutto quella generale del torneo. Un ritorno alla formula classica a 18 squadre può essere un valido espediente per diminuire il calendario della stagione e agevolare i top team nella preparazione dei grandi appuntamenti internazionali.
Il calcio italiano è privo di figure carismatiche e di leader sportivi popolari nei posti che contano. Soltanto chi ha calpestato l’erba in prima persona, assaporando sulla propria pelle il gusto della vittoria o la delusione della sconfitta, conosce la ricetta giusta per ripartire più forti di prima. L’Italia è un paese dalle mille risorse anche nel mondo dello sport e bisogna impiegarle tutte affinché si risalga in fretta nell’Olimpo del calcio internazionale.
Gabriele Mirabella
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