Politecnico di Milano, Università Sapienza di Roma e Alma Mater Studiorum di Bologna sono le prime tre università italiane nel mondo secondo la classifica della QS TOP Universities del 2024.
Raggiunta la sua 20° edizione, quest’anno la classifica presenta 1500 università, 85 in più dell’anno precedente, collocate in 104 sedi nel mondo.
Nel ranking mondiale, queste tre università italiane si collocano rispettivamente al 123°, 134° e 154° posto mentre l’università degli studi di Bergamo risulta l’ultima delle italiane. L’università di Catania si aggiudica una posizione tra l’851esima e la 900esima posizione a livello globale.
I risultati si basano sull’analisi di 17,5 milioni di paper accademici e sulle opinioni di oltre 240.000 docenti e datori di lavoro.
Tra le metriche che costituiscono il risultato complessivo del ranking sono la reputazione accademica che impatta per il 30%, gli indicatori di internazionalizzazione come il numero di docenti e studenti internazionali o ancora la reputazione aziendale.
Quest’anno, inoltre, sono state introdotte tre nuove metriche: sostenibilità, risultati occupazionali e rete di ricerca internazionale le quali pongo al centro della definizione della classifica tre indicatori di particolare attualità e interesse.
Al primo posto il Massachusetts Institute of Technology (US) seguito dall’University of Cambridge (UK) e da Oxford (UK). Quarta Harvard, quinta Standford, sesta l’Imperial College di Londra. A concludere la lista delle top10, I’ETH di Zurigo in settima posizione, la National University of Singapore all’ottavo posto, al nono l’UCL di Londra e al decimo l’Università di Berkeley.
«Questo importante posizionamento nel World University Ranking di QS rappresenta un traguardo significativo per il Politecnico di Milano, testimoniando il costante impegno dell’ateneo verso l’eccellenza accademica e la promozione della ricerca scientifica di livello internazionale – commenta Donatella Sciuto, Rettrice del Politecnico di Milano nel comunicato stampa -. L’attrattività internazionale è uno dei punti chiave del Piano Strategico triennale del Politecnico di Milano».
«Sapienza – specifica la rettrice dell’università di Roma Antonella Polimeni guardando al secondo posto ottenuto– prosegue l’ascesa verso le posizioni più alte dei ranking mondiali confermando il prestigio che il nostro Ateneo riscuote a livello internazionale. Il risultato di quest’anno in particolare è il migliore mai raggiunto nella classifica QS. Il primato nazionale della Sapienza negli indicatori Employement Outcomes e International Research Network costituisce poi l’ulteriore dimostrazione di quanto i nostri laureati siano competitivi sul mercato del lavoro e della capacità dei ricercatori di collaborare e fare sistema con i colleghi del resto del mondo».
«Siamo soddisfatti di un risultato che conferma l’eccellenza dell’Alma Mater e premia l’impegno di tante colleghe e colleghi – dichiara il Rettore dell’Unibo Giovanni Molari nella nota rilasciata dopo la pubblicazione della classifica mondiale-. Sappiamo che i ranking internazionali offrono, ciascuno dalla sua specifica prospettiva, una visione inevitabilmente parziale della qualità scientifica e didattica degli Atenei. Ma ci conforta e ci motiva constatare che l’Alma Mater dà ottima prova di sé di fronte a tutti i criteri».
Giulia Bergami
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Nata nel 1996 a Bologna, Giulia Bergami ha una missione nella vita: raccontare il mondo che la circonda.Laureata nel 2018 in Scienze della Comunicazione a Bologna, prosegue i suoi studi conseguendo nel 2020 il titolo magistrale nella facoltà di Management e Comunicazione d’Impresa di Modena e Reggio Emilia con una tesi sperimentale sulla CSR e la Responsabilità Sociale d’impresa nell’industria farmaceutica. Da quasi 5 anni collabora con alcune testate giornalistiche del territorio per raccontare le persone di Bologna, le loro vite, i successi e le sfide quotidiane, meglio ancora se giovani, intraprendenti e con la voglia di “spaccare il mondo”. Al contempo, lavora nella Comunicazione d’Impresa e delle Media Relations in ambito salute. Sia per supportare il lavoro delle associazioni pazienti sia a fianco di aziende e altre realtà del settore. Forse non sarà l’Oriana Fallaci 2.0 del futuro, ma intanto è così “famosa” da avere una biografia su internet. Prossimo passo? Una pagina di Wikipedia interamente dedicata a lei.