Nell’immaginario comune le biblioteche sono viste come degli archivi, dei luoghi polverosi e tristi dove conservare vecchi volumi e ponderosi manuali, dei posti frequentati solo da studenti in cerca di silenzio e tranquillità per studiare. Se così fosse, però, com’è possibile che la digitalizzazione non abbia reso obsolete queste istituzioni e ne abbia azzerata l’utilità? Qual è il futuro di questi posti?
Durante il 59° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Biblioteche, svoltasi a Roma nella giornata di oggi e di ieri, 24-25 novembre, si è discusso sul futuro di queste istituzioni e sugli strumenti più efficaci da adottare al fine di rendere le biblioteche dei luoghi di aggregazione per la comunità. Le biblioteche sono la culla dell’umanità, tra i loro scaffali, straripanti di libri e polvere, sono custoditi i valori, le culture, l’identità degli esseri umani. Nessun archivio digitale, seppure accurato, ordinato e infallibile, potrà mai sostituire la magia di questi luoghi o annullarne il valore storico e culturale. Per questa ragione l’avvento della tecnologia digitale non solo non ha reso vana l’esistenza di queste istituzioni, ma, di fatto, si è integrata appieno con esse, divenendo uno strumento fondamentale per le biblioteche moderne. Non più freddi depositi di carta, oggi le biblioteche sono dei veri centri di aggregazione giovanile e non, e ricoprono il ruolo di vere e proprie fabbriche della cultura, di laboratori, di aree polifunzionali, di spazi aperti in cui incoraggiare gli interscambi culturali e personali. La parola d’ordine dell’evoluzione delle biblioteche, secondo quanto emerso al Congresso, sarebbe, infatti, sostenibilità, intesa come uno strumento che, fondato sui concetti di creatività, innovazione e inclusione, possa rendere questi luoghi una parte attiva e fondamentale per la società e per la produzione e la circolazione delle conoscenze.
Le biblioteche, pertanto, possono davvero divenire un mezzo fondamentale per incentivare il cambiamento sociale. Dopotutto non è possibile progettare il futuro se non si conosce e si prende esempio dal passato che queste istituzioni preservano. Come dice l’autore Jim Rohn, infatti, «tutto quello di cui hai bisogno per migliorare il futuro è stato già scritto, è tutto disponibile. E indovina dov’è? Tutto quello che devi fare è andare in biblioteca.»
Debora Guglielmino
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