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Com’era papà Mussolini? I racconti della figlia Edda
22 Ottobre 2015
GossipSocietas

Com’era papà Mussolini? I racconti della figlia Edda

Home » Societas » Gossip » Com’era papà Mussolini? I racconti della figlia Edda

Edda Ciano FilmLa vera dittatrice in casa Mussolini ha lunghi capelli biondi, occhi azzurri e pelle candida: Rachele, moglie del noto Duce, è l’unica della sua famigia d’origine a battersi per lo studio, tant’è che ogni giorno, da adolescente, percorre a piedi i 7 km che la separano dalla scuola senza mai venir meno alla tenacia che la anima. A 17 anni la ragazza incontra Benito, il quale subito si lancia in uno sfrenato corteggiamento; ma lei, spirito guerriero, sfida l’ostinazione del pretendente ballando in pubblico con altri corteggiatori. Alla fine, però, il giovane Mussolini riesce a conquistare la donna tanto forte e dal loro amore nascono diversi figli; tra questi, i gossip prendono di mira la primogenita, Edda, registrata all’anagrafe come discendente di madre ignota. Perché?

I pettegolezzi additano la bambina come frutto della relazione fedifraga del futuro duce con l’ebrea Angelica Balabanoff. In realtà – così spiegherà la stessa Edda Ciano Mussolini in La mia testimonianza – quando la piccola nasce, Rachele e Benito, da bravi socialisti, praticano il libero amore senza essere formalmente sposati. La piccola, nel corso delle diverse occasioni in cui si reca con il padre alla redazione de L’Avanti!, incontra la presunta madre che i rumors le accreditano, ma così poco la sopporta che ogni volta si nasconde stizzita dietro le gambe protrettrici dell’altro genitore. A render ancor più complesso il triangolo amoroso agli occhi della piccina è il matrimonio tra Rachele e Benito, celebrato durante la prima guerra mondiale: l’uomo è bloccato su un letto al fronte, il rito viene celebrato per procura ed è un certo Limenta, rappresentante dello sposo, a pronunciare il fatidico sì. Insomma, presto la povera Edda comincia a pensare di avere due madri e due padri.

HU023767Papà Mussolini è protettivo e insegna ai propri figli i valori dell’indipendenza e del coraggio. L’unico modo per far addormentare la primogenita in fasce è farle ascoltare buona musica, così spesso il neo-padre inforca violino e pazienza e suona finché la bimba non chiude occhio. Una notte, in particolare, la frugoletta costringe il genitore a strimpellare la litania per ben 77 volte, dopo le quali questi comincia a scaraventare sulla culla cuscini e sciarpe. Si tratta dell’unica occasione in cui l’uomo si rivela brusco nei confronti della figlia, la quale, di contro, una volta schiaffeggia duramente Mussolini perché mal sopporta la pantomima tragica con cui lui reagisce ai malanni di stagione. Sebbene la bambina non sia ancora in grado di leggere, il padre vuole trattarla con maturità, perciò dal fronte le invia interminabili lettere, a cui allega sempre un fiore. Per questo stesso motivo, egli obbliga la piccola a superare le proprie paure: una volta, per esempio, costringe Edda a tenere in mano una rana fino a imparare a gestire i nervi e superare la stizza irrazionale. La ragazza capisce di avere un padre diverso dagli altri quando lei stessa impara l’alfabeto non in una scuola, bensì presso una delle tante tipografie giornalistiche controllate dal papà e impregnate del profumo di inchiostro che lei tanto adora.

Mussolini il rivoltoso esce di casa all’alba, indossando una camicia con una sola manica, insieme a misteriosi amici vestiti di nero che la bambina conosce solo attraverso gli eroici racconti platealmente mimati dal padre. In una di queste occasioni, la piccina vede rientrare il genitore con un micio randagio e la bombetta ammaccata; quando, poi, l’uomo salirà al potere, un poliziotto chiederà di essere ricevuto: «Eccellenza, mi faccia l’onore di accettare questo omaggio. È il maganello con cui l’ho colpita tante volte a Forlì, al tempo di quelle manifestazioni». Mussolini vuole, inoltre, che i suoi figli adolescenti primeggino per le loro abilità e non per i favoritismi; per questo, Edda è la prima donna italiana a guidare e a portare i pantaloni, ma non a pilotare un aereo, perché traumatizzata dalla precipitazione di un veivolo all’interno del quale crede inizialmente che ci sia il genitore tanto amato. Papà Benito le insegna anche a ignorare le invidie e ad assumersi le proprie responsabilità, così come le spiega he dopo ogni tempesta si può ritrovare la serenità grazie all’amore, come quello per la patria. Ecco la ragione per cui la donna spesso adora guardare il cielo stellato e immaginare che, qualsiasi sia l’avversità da affrontare, lei si trovi sotto il tetto della grande famiglia che è l’Italia. Ed è proprio questo grande amore per il padre che non le permette di capire che anche lui può commettere degli errori gravi e fatali, uno fra tanti l’indiretto assassinio del marito della stessa Edda.

Claudia Rodano

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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