La disinformazione è uno dei grandi problemi della società contemporanea: è causata da un parte dall’approccio acritico del soggetto alla notizia, dall’altra dalla diffusione virale di notizie false, chiamate anche “bufale”. Non a caso, almeno una volta nella propria esperienza di internauti 8e soprattutto su Facebook) sarà capitato a tutti di venire a contatto con qualche news al di fuori della normalità, sorprendente ed esagerata. Quanti, però, riescono a capire che si tratta di una “bufala”? Ecco una breve guida per riconoscerle tutte ed evitarne la diffusione.
La prima regola consiste nel non fidarsi ciecamente di qualsiasi sito internet: spesso, infatti, le piattaforme che distribuiscono notizie false tendono a modificare il nome di una testata famosa per ingannare il lettore. Pertanto, è fondamentale controllare la fonte di provienza dell’articolo, appurando che sia autorevole ed attendibile. La seconda regola è di non condividere fin quando non si è sicuri della veridicità del contenuto, perché un fake diventa tale solo se diventa virale. Astenersi dal diffondere avvenimenti e/o scoperte non reali, quindi, è un mezzo per combattere la disinformazione. La terza regola, per quanto intuitiva, rimane comunque la più importante: leggere l’intera notizia. In tal modo, il lettore può facilmente avvedersi della fallacità del pezzo giornalistico, se nota che è scritto in maniera scorretta o che ci sono riferimenti approssimativi. Ulteriore consiglio è quello di non fermarsi ad una sola fonte, bensì di procedere a ritroso nel tentativo di trovare altre informazioni simili, dalla più antica alla più recente.
Quinto passo verso un’informazione più sana è usare Google: se digitando le parole-chiave della news non si ottengono riscontri positivi, infatti, si tratta sicuramente di una notizia fake. Ancora, è consigliabile non fidarsi subito di esperti che vengono citati in ricerche scientifiche o sondaggi e cercare il loro curriculum in rete, per schiarirsi le idee sul loro conto. Se, invece, si ha a che fare con una notizia localmente vicina a chi la scopre, è preferibile indagare di persona (anche solo tramite email, telefono o fax), per fugare ogni dubbio. Infine, un’ultima mossa contro la disinformazione è consultare quei siti che si occupano di raccogliere le “bufale”, quali: Il Disinformatico, Snopes, Medbunker, Bufale & Dintorni, Bufale e Bufale un tanto al chilo.
Viviana Giuffrida
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