ROMA – Gaio è un biondissimo militare dalla carnagione chiara e il viso pieno, tanto alto d’ingengo quanto di statura. A Roma chi lo conosce esalta la sua grande bellezza e cultura: qualcuno ci racconta di un uomo equilibrato, mentre altri ne ricordano la generosità e il disinteresse per i vantaggi personali. Alle sue spalle, in molti lo deridono perchè ama depilarsi e prendersi cura del proprio aspetto. Sebbene gli piaccia avere una pelle liscia e vellutata, il coraggioso Gaio Giulio Cesare vive con la sofferenza nel cuore la calvizie che imperversa senza pietà nella propria testa, tant’è che è abituato a «tirare giù dalla cima del capo i pochi capelli»; ma dove il riporto fallisce, la corona d’alloro sopperisce: voces Urbis mormorano che il cinquantenne non si separi mai dall’effige regale proprio per coprire la lucente superficie della propria nuca.
All’avanzata età di 50 anni l’affascinante condottiero continua ad avere una vita privata burrascosa, che stuzzica le chiacchere delle case patrizie. Si lascia alle spalle, infatti, tre matrimoni con Cassuzzia, Cornelia e Pompea prima di sposare Calpurnia, ma mai dimostra fatica nell’adempiere ai propri doveri con le tre amanti. Tra le fiamme fedifraghe più celebri si racconta di Cleopatra, dalla quale Gaio ha un figlio, e delle moglie dei colleghi con cui “fa gruppo”, Pompeo e Crasso. Se la lista di donne ammaliate dal fascino latino sembra già in esubero, il lettore non si sorprenda nel venire a conoscenza di uno scandalo a dir poco imbarazzante. Pare che un giorno, durante una seduta in Senato, al bel playboy venga recapitato un misterioso biglietto che egli è costretto a leggere davanti a tutti, poiché dal politico Catone sono urlati alcuni sospetti di congiure: il viso di quest’ultimo sembra esplodere come un vulcano nello scoprire che il messaggio hot proviene niente poco di meno che dalla propria sorella Servilia.
Voci di città mormorano anche di una possibile bisessualità di Gaio, il quale viene beffeggiato dai soldati e definito come «il marito di tutte le mogli e la moglie di tutti i mariti». Il presunto flirt con il sovrano Nicomede IV Filopatore gli vale già in gioventù il beffardo nomigniolo di Regina della Bitania: dopo aver ottenuto aiuti militari dal monarca, infatti, Cesare torna misteriosamente dal re senza spiegarne la vera ragione a nessuno. Inoltre, Catullo vocifera di un’altra relazione con l’ufficiale Mamurra, mentre Marco Antonio fa una rivelazione shock gridando allo scandaloso incesto tra il dittatore e il nipote Ottaviano. Di per sé, la cultura dell’antica Roma non denigra la bisessualità, ma l’etica latina aborrisce la passività omosessuale, simbolo di poca virilità, oltre all’adulterio e al procacciamento di piaceri carnali in cambio di favori.
Giulio Cesare si sente al sicuro il 15 marzo del 44 a.C., tant’è che congeda i 200 uomini della propria guardia personale dopo aver ricevuto il giuramento di protezione da parte del Senato. Sembra, però, che un veggente lo abbia già avvisato del pericolo; il dittatore, incontrando nuovamente l’uomo sulla strada per la riunione, gli ha beffarmente fatto notare che le preannunciate idi di marzo sono arrivate senza che si sia verificata sventura alcuna, ottenendo così in risposta: «Si, ma non sono ancora finite». Nel giorno dedicato a Marte, il dio della guerra, tra le quattro mura dell’Assemblea si scagliano contro il bello strappacuori 60 senatori, tra cui Bruto – il figlio di Servilia, l’anzidetta sorella di Catone amante del Generale. Colpito da 23 pugnalate, Giulio Cesare esala l’ultimo respiro ai piedi della statua di Pompeo, l’uomo con la cui moglie in vita aveva condiviso più di un respiro.
Claudia Rodano
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