CATANIA – Le complicate e tormentate vicissitudini della famiglia Napoli trovano un porto sicuro dal quale proseguire il cammino di ambasciatori della cultura e della tradizione siciliana nel mondo. Il tutto grazie all’iniziativa privata di Simone Rao, direttore del centro commerciale Le Porte di Catania. Nasce qui, infatti, il nuovo Teatro – Museo della Marionettistica dei Fratelli Napoli, grazie a cui pupi storici, antichi scenari e gran parte del materiale che, in quasi cento anni di attività ininterrotta, ha formato e costituito passo dopo passo la storia della famiglia – riconosciuta nel 2001 dall’UNESCO come Patrimonio immateriale e materiale dell’Umanità – hanno finalmente trovato una dimora fissa. A caratterizzare la cerimonia di inaugurazione sono state storia, tradizione e cultura popolare arricchita da passione ed emozione.
L’evento culturale, coordinato dall’antropologo Alessandro Napoli, è stato animato da: Simone Rao, direttore del centro commerciale Le Porte di Catania; Stefania Rimini, docente di discipline del teatro e dello spettacolo presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania; Fiorenzo Napoli, direttore artistico della Compagnia; Paolo Patanè, avvocato; ed Elisa Guccione, giornalista. «Il nostro incontro è avvenuto in maniera fortuita grazie agli amici comuni di Europa Eventi – dichiara il direttore de Le Porte di Catania – ed è scoccata subito la scintilla. Stiamo scrivendo, ne siamo consapevoli, una nuova pagina del nostro Paese, in cui commercio e cultura si promuovono reciprocamente». Una giornata importante per la storia e la tradizione dell’opera dei pupi di scuola catanese, che segna un momento di ripresa per i Napoli, i quali potranno ora continuare ad operare e a regalare emozioni al proprio pubblico.
Impossibile, però, non ricordare – nonostante il clima di festa – il silenzio delle Istituzioni. «Me ne occuperò personalmente – annuncia con grande partecipazione emotiva Paolo Patané al numeroso pubblico presente – accompagnando ad ogni incontro istituzionale Fiorenzo Napoli e tutti gli altri componenti ed esponendo la mia persona in prima linea, in modo che venga dato senza più alcun indugio il Teatro Stabile dell’Opera dei pupi de Le Ciminiere promesso già da tempo». La giornalista Elisa Guccione, da sempre sostenitrice dei pupari, ha ricordato le numerose battaglie e i tanti incontri vissuti a fianco dei Napoli, coadiuvati anche dal sostegno dell’Assostampa di Catania, sindacato unitario dei giornalisti italiani, e dall’Accademia di Belle Arti di Catania. «Ci auguriamo – sottolinea la suddetta – che la promessa fatta nell’aula magna dell’Accademia di Belle Arti di ridare alla famiglia Napoli entro il 31 gennaio 2015 il teatro de Le Ciminiere stia tardando ad arrivare a causa di qualche semplice problema burocratico, perché non proteggere la storia culturale della nostra terra significa fare del male a tutta la Sicilia, non solo ai Napoli». A rafforzare il concetto le parole della professoressa Stefania Rimini: «Obiettivo della convenzione fra l’Ateneo catanese e la marionettistica dei fratelli Napoli nasce è quello di salvaguardare e promuovere una forma di teatro prezioso, riflettendo su valore e significato che lo spettacolo di figura riveste nella cultura di un territorio sotto il profilo sociale, artistico ed educativo».
A conclusione della cerimonia e prima del taglio augurale del nastro, a nome di tutti i componenti della famiglia, Fiorenzo Napoli aggiunge: «I nostri pupi risorgono dall’oblio e dalla sofferenza di non essere visti e goduti da chi li ama e crede in loro. Proveniamo, com’è noto, da tanti problemi e insoddisfazioni non artistiche. Non avremmo mai pensato di poter creare un museo in un centro commerciale, ma grazie al rispetto, alla fiducia, alla stima reciproca e all’amore per la cultura e le tradizioni della nostra terra sposate da un non siciliano l’opera dei pupi è salva».
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