‘Fate: the Winx saga’ ha fatto il suo debutto su Netflix il 22 gennaio del 2021 e dopo appena un mese dall’uscita della seconda stagione, approdata sulla piattaforma lo scorso 16 settembre, ne hanno già confermata una terza. Ponendosi come live action della tanto amata serie animata di Iginio Straffi, ha fatto fronte, senza molto successo, alle alte aspettative di un’intera generazione cresciuta guardando ‘Winx Club’. Vediamo perché.
Una delle colonne portanti del Winx Club è sempre stata la sua inclusività, senza la quale probabilmente non sarebbe stato così di successo a livello internazionale. Ogni bambino, bianco, di colore, latino o asiatico, aveva una winx che lo rappresentasse.
Questo dettaglio è stato abbastanza trascurato da Fate: the Winx saga, tanto che le prime polemiche sorte nei confronti della serie sono nate dalla scelta di assegnare sia il ruolo di Musa, personaggio originariamente asiatico, che il ruolo di Flora, winx latina, a due attrici caucasiche: Elisha Applebaum e Eliot Salt.
Sui social, soprattutto TikTok, i fan non hanno esitato a esprimere il loro forte dissenso per queste scelte. Tuttavia, le critiche al casting di Eliot Salt sono state apparentemente più clementi di quelle ricevute dalla Applebaum, principalmente per due motivi. L’attrice infatti non interpreta Flora, bensì sua cugina Terra, personaggio assente in Winx Club e appositamente introdotto con Fate per portare sul grande schermo una rappresentanza spesso molto sottovalutata, ossia quella dei corpi curvy.
All’uscita della prima stagione, sembrò quasi che Brian Young, ideatore della serie Netflix, avesse voluto proporre una sorta di compromesso: una winx curvy in cambio di una winx latina. Nonostante ciò, l’assenza della ‘fata dei fiori’ è stata molto sentita dai fan. Con la seconda stagione, la serie ha dunque fatto ammenda con l’audience, permettendo a Flora di tornare ad Alfea e a interpretarla è l’attrice latina Paulina Chávez.
Con l’arrivo di Flora, gli spettatori hanno cominciato a chiedersi: ha senso avere due fate della natura tra le winx? E qual è lo scopo di Terra nel gruppo e all’interno della serie? L’avvento della cugina non vanifica la sua presenza, in quanto rimane non soltanto l’unica winx in carne, ma anche l’unico personaggio curvy di rilievo in Fate.
L’intenzione dietro la scrittura di Terra nel live action era sicuramente delle migliori, come le numerose opportunità per presentare una narrazione diversa da quelle in cui sono sempre incatenati i personaggi formosi. Sfortunatamente, nessuna di queste è stata presa in considerazione e la fata di Eliot Salt è incorniciata perfettamente da tutti gli stereotipi legati ai personaggi grassi.
Attivisti e content creator promotori della body positivity, o body neutrality, attraverso le loro piattaforme social evidenziano da sempre la problematica dei corpi non conformi agli standard di bellezza presenti in film e serie tv. Ciò che sfugge, soprattutto a chi lavora nell’industria dell’intrattenimento, è che questo non è un problema di quantità, ma di qualità della rappresentazione. Sono innumerevoli i personaggi grassi apparsi sul grande schermo, ma sono sempre caratterizzati allo stesso modo e, che siano villains o elementi comici, non trasmettono messaggi di inclusività. Piuttosto, alimentano il body shaming soprattutto tra coloro che consumano maggiormente i prodotti multimediali: i giovani.
In Fate: the winx saga, la cugina di Flora racchiude tutti i cliché e i motivi per cui le persone si fanno beffe continuamente della gente in carne.
Dopo neanche 20 minuti dall’inizio dell’episodio pilota, abbiamo una scena che mette a disagio non soltanto Terra, ma lo spettatore che condivide con lei il “fardello” di non rientrare nei beauty standard. La fata della natura è a un buffet con le sue amiche, Musa e Aisha, che, con zero tatto e ignorando la sensibilità della loro compagna lì presente, parlano di quanto sia importante per loro fare attività fisica così da non rischiare di essere enormi.
La maggior parte delle volte in cui si rivolge a Terra, la reginetta della scuola, Stella, sottolinea in continuazione quanto la fata curvy non si sappia valorizzare, non sapendosi truccare e vestendosi male, ma come se ciò non bastasse la ragazza è così abituata a sentirsi derisa da sentire la mancanza di queste critiche, con ben poco di costruttivo, nel momento in cui vengono a mancare.
La sua presenza è pressoché sempre un espediente comico e col suo essere goffa e impacciata pare che importuni le sue suddette amiche solamente standoci intorno, un po’ come farebbe una bambina. Infine, la sua intelligenza e le sue doti magiche passano un po’ in secondo piano rispetto al suo essere pasticciona.
Nella seconda stagione, Terra non si stacca dal cliché del “funny-fat character”, il che è emblematico nel terzo episodio dove le winx si preparano per un’occasione elegante, e mentre Bloom, interpretata da Abigail Cowen, sfoggia un vestito blu attillato con tanto di spacco, la winx curvy è l’unica in t-shirt e pantaloni. L’audience ha trovato questa scelta non soltanto ridicola ma anche piuttosto offensiva.
Alla fine del quarto episodio, Terra fa coming out con sua cugina e, secondo Netflix, che cerca di prendere due piccioni con una fava, tale espediente darà senso a tutto l’arco narrativo di questo personaggio. Peccato che i fan non ne siano rimasti molto colpiti.
Sui social media la maggior parte del pubblico è stato chiaro: che Terra sia gay è un po’ una forzatura. Indirettamente rafforza l’idea che gli uomini diano più peso all’aspetto fisico delle donne, per questo il love interest della fata deve essere una ragazza, in grado di amarne la personalità più del corpo, diversamente da come farebbe un ragazzo e perché una persona in carne a quanto pare non può essere fisicamente desiderabile.
Netflix ci ha provato, ma fin quando la rappresentazione rimarrà un intruglio di stereotipi sarà inutile. Non ci resta che auspicare ad un character developement per la terza stagione di Fate che uscirà presumibilmente a fine del prossimo anno.
Ludovica Augugliaro
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