Generalmente, ad una festa di compleanno si è soliti intonare la famigerata canzoncina Tanti auguri a te, o anche Perché è un bravo ragazzo, nessuno lo può negar; insomma, o l’una o l’altra allietano sempre il momento dell’apertura dei regali alla fine di ogni natalizio. Se si vuol cantare la prima tra le citate canzoni in un film o in una web series di propria produzione, si devono pagare i copyright alla Warner/Chappell, detentrice di essi fino al 2030 (leggi Cantare buon compleanno costa una multa). Grazie, tuttavia, a una class action avviata dalla filmmaker Jennifer Nelson che nel 2013 stava girando un documentario sulla storia del celebre motivetto, vi è la possibilità che Tanti auguri a te torni a essere di dominio pubblico.
Il tema dell’azione collettiva in questione concerne il ritrovamento di un songbook del 1922, la cui stesura non riporta la firma di alcun autore, facendo crollare, pertanto, i presunti diritti d’autore della Warner Music Group, la quale, se mai perdesse la causa, dovrà risarcire ogni centesimo incamerato. Si stima, infatti, che questo piccolo componimento riscuota circa due milioni di dollari l’anno di placet, soprattutto per quanto riguarda la televisione e la cinematografia. In un’era in cui, ormai, si paga quasi tutto, sarebbe davvero bizzarro sborsare denaro anche per cantare il motivetto più famoso del mondo: chissà in quanti, però, si priverebbero di farlo, nonostante tutto.
Anastasia Gambera
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