All’età di 32 anni, Eden Hazard ha deciso di ritirarsi. Uno dei più grandi giocatori belgi che il mondo del calcio abbia mai conosciuto. Nel corso della sua carriera ha vinto tutto ciò che si può vincere nelle competizioni per club, ma con la nazionale, nonostante una buona generazione, non ha raccolto i frutti sperati. L’ex ala di Lille, Chelsea e Real Madrid è il primo calciatore belga della generazione d’oro a ritirarsi.
Dal 2010 circa, il ruolo dell’ala offensiva ha subito varie modifiche, si è evoluta. Che sia destra o sinistra non fa differenza, basta che l’esterno d’attacco oltre agli assist realizzi anche molti gol. Un ruolo reso quasi pari a quello di una punta con la crescita esponenziale di due fuoriclasse che hanno dominato il calcio negli ultimi anni: Cristiano Ronaldo e Messi.
Eden Hazard, in quegli anni, aveva da poco passato l’adolescenza, ma il mondo conosceva il suo talento già da diciottenne. Nel 2010, infatti, fu uno degli artefici della vittoria del campionato del Lille, allenato dall’attuale allenatore del Napoli, Rudi Garcia. In quel Lille, però, militavano anche tre conoscenze del calcio italiano, Gervinho, Rami e Rozehnal, ma anche come Debuchy e il capocannoniere di quell’anno Moussa Sow.
Giocatore atipico per essere un belga: non altissimo, 173 cm, scattante, veloce, abile nel dribbling, senso del gol, visione di gioco, altruismo, tiratore di punizioni e rigori. Tutti numeri che lo portano ad essere un fuoriclasse, sebbene questa definizione non metta d’accordo tutti. Aveva tutto per poter imitare, e magari cercare di rompere il dominio del Pallone d’Oro del portoghese e dell’argentino. Hazard, però, diversamente da loro, amava divertirsi in mezzo al campo creando gioco per i suoi compagni, come fosse un playmaker, o un regista avanzato. Cercando di non competere con nessuno.
I suoi anni d’oro li ha vissuti al Chelsea, dove ha realizzato in totale 110 reti e 92 assist in 352 presenze. Arrivato al Real Madrid, però, sono giunti i primi problemi. Qualche infortunio, unito anche ad una certa propensione nell’aggiungere peso, ne hanno causato l’eclissi del suo talento. Era giunto per sostituire Cristiano Ronaldo, ma ormai il tempo per Hazard sembrava essere scaduto nonostante i 28 anni di età.
Giocatori come Vertonghen, Mertens, Nainngolan Alderweireld, Witsel, nati tra l’87 e l’89, sono i precursori della generazione d’oro belga che nascerà qualche anno più tardi. Della generazione che va dal ’91 al ’97, Hazard è il primo di questa generazione a far parlare di sé. In seguito giungeranno De Bruyne, Courtois, Lukaku, Batshuayi, Origi, Tielemans. Una generazione di talenti che, nonostante facesse paura al mondo intero, non è mai riuscita ad esprimere tutto il suo potenziale, soprattutto per i primi posti ottenuti nel ranking FIFA nel 2015 e nel 2018.
Il loro massimo splendore in una competizione calcistica è giunta nel 2018 con il terzo posto ai Mondiali di Russia avvenuti nello stesso anno. Medaglia di bronzo conquistata ai danni dell’Inghilterra con il risultato di 2-0.
“Devi ascoltare te stesso e dire stop al momento giusto. Dopo 16 anni e più di 700 partite giocate, ho deciso di terminare la mia carriera da calciatore professionista. Ho potuto realizzare il mio sogno, ho giocato e mi sono divertito su molti campi in giro per il mondo. Durante la mia carriera ho avuto la fortuna di incontrare grandi allenatori e compagni, voglio ringraziare tutti per i grandi momenti, mi mancherete tutti. E ringrazio i club per cui ho giocato e la nazionale del Belgio. Grazie alla mia famiglia, ai miei amici, a chi mi ha consigliato e chi è stato vicino a me nei momenti belli o brutti. E infine grazie a tutti voi fan che mi avete seguito e incoraggiato in tutti questi anni. Ora è tempo di godermi gli affetti e fare nuove esperienze. Ci vediamo fuori dal campo, amici”.
Foto: Vanguard News
Simmaco Munno
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Nato e cresciuto a Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta, quando il grunge esplodeva a livello globale, cioè nel ’91, e cresciuto a pane e pallone, col passare del tempo ha iniziato a sviluppare interessi come la musica (sa mettere le mani almeno su tre strumenti) la letteratura e la linguistica. Con un nome provinciale e assonante con la parola sindaco, sogna di poter diventare primo cittadino del suo paese per farsi chiamare “Il sindaco Simmaco”.