L‘inquinamento urbano è diventanto un problema di grandi proporzioni e, ultimamente, la tendenza è quella di trovare nuove soluzioni per rendere l’aria delle città più respirabile e limitare i danni. Una delle idee messe a punto al riguardosi chiama Airlite: si tratta di una vernice bio in polvere che “pulisce l’aria” e che è stata prodotta dalla Advanced Materials di Bolzano. Sembra quasi incredibile, eppure il meccanismo funziona; Airlite, infatti, si miscela con l’acqua e si stende sui muri interni o esterni come una normale tinteggiatura, purificando l’aria dentro e fuori dall’abitazione in questione.
Il processo che si innesca si ispira a quello della fotosintesi vegetale e si attiva, dunque, con la luce, tramite cui gli agenti inquinanti vengono scomposti e trasformati in molecole di sale. L’effeto risulta simile a quello che si verifica nel caso delle piante e avere una grande superfice così dipinta consente di dare respiro alle case, quasi come se le si circondasse di un boschetto. Pare che dipingere una superfice di 100 metri quadrati con Airlite, non a caso, riduca l’inquinamento nella stessa misura in cui ci riuscirebbero 100 metri quadrati ricoperti da alberi ad alto fusto, oltre al fatto che la suddetta vernice aiuta a smaltire l’inquinamento da ossidi di azoto, prodotto quotidianamente dalle auto. La trovata e il suo funzionamento sono allettanti in particolare per l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che di recente ha indicato l’inquinamento come una delle cause di molte malattie croniche e di morte precoce in Europa.
Per di più, Airlite potrebbe essere una soluzione vantaggiosa anche sotto il profilo economico, poiché consentirebbe un maggiore risparmio energetico: la sua tecnologia, infatti, consente di riflettere la componente calda della luce solare impedendo il passaggio eccessivo di calore, in modo tale che il consumo di energia per raffrescare gli ambienti si riduca notevolmente, facendo risparmiare tra il 15% e il 50%. Un’altro vantaggio proposto dalla vernice bio consiste nell’eliminazione di muffe, batteri e cattivi odori all’interno delle mura domestiche. Di conseguenza, tale innovazione, insieme a molte altre (si veda quella di creare cimiteri-boschi all’interno dei centri urbani, proposta da un studio di architetti italiano), prospetta nuove possibilità alternative per vivere in città, senza dover obbligatoriamente rinunciare a un’aria respirabile e a uno stile di vità salutare. L’esempio, come sempre, proviene dai più semplici meccanismi già in atto in natura, e l’intenzione di seguirlo, trasformando case e palazzi in depuratori, potrebbe diventare un’efficace maniera per ottimizzare l’esistenza individuale e collettiva di molte metropoli.
Lorena Peci
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