A poco più di una settimana dagli attentati di Parigi la paura e le tensioni non sembrano lasciare spazio ai momenti di spensieratezza, specie dopo la dichiarazione di una guerra che sembra evolversi, giorno dopo giorno, in maniera sempre più angosciante. La strage del Bataclan di Parigi ha colpito, in un certo senso, anche ciò che rappresenta il simbolo di cultura, di passioni, di sfogo artistico, di guerre pacifiste, di unione, di amore, di pace, di vita, vale a dire la musica. Tantissimi i concerti interrotti e le date cancellate per la tensione: difficile per gli artisti e per il pubblico far finta di non aver paura mentre ci si avvicina all’ingresso di un concerto, tanto quanto difficile risulta lasciarsi andare al piacere di immergersi nella musica live.
Ma non ha paura, invece, a dare gran voce alla musica, una delle più importanti figure del panorama musicale degli ultimi cinquant’anni: il celebre cantautore Bob Dylan, «un uomo preoccupato dalla mente preoccupata, la gente è folle e sono tempi strani». E’ con queste parole, accompagnate dalla musica di Things have changed, che Dylan ha iniziato il suo concerto al teatro Manzoni di Bologna, in un clima di ansie e timori, esaltato ancor di più dai continui e serrati controlli tramite metal detector, perquisizioni di carabinieri e cani-poliziotto, ma che proprio lui, Bob, è riuscito ad affievolire con la sua musica e con il suo spirito dal cuore pacifista; ebreo di nascita e cristiano per scelta, vestito da cowboy e con stivali bianchi, ha dimostrato ancora una volta che niente può fermare la musica, né la paura, né l’odio, né la guerra.
Il sentimento che per un attimo porta via le angosce e le preoccupazioni arriva all’apice quando Bob Dylan intona la sua Blowin’ in the Wind, un vero e proprio inno contro la guerra. Un testo, scritto nel ’62, ma che Dylan è riuscito a smontare e rendere ora più che mai vero, sincero e presente nel cuore di tutti. «Sì, e quante orecchie deve avere un uomo, prima che possa ascoltare la gente piangere? Sì, e quante morti ci vorranno perchè egli sappia che troppe persone sono morte?», canta Dylan tra le sue note con la forza di espressione della poesia, dimostrando che la musica non si può fermare, né si può fermare il suo potere, capace di unire quello che la paura e l’odio provano a dividere.
Nancy Censabella
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