BERLINO – Al Festival Internazionale del Cinema di Berlino, in anteprima il nuovo film di Lance Daly: Black 47. Una pellicola prodotta da una cooperazione tra Irlanda e Lussemburgo, che si avvale di un cast d’eccellenza: Hugo Weaving, James Frecheville, Stephen Rea, Freddie Fox, Barry Keoghan, Moe Dunford, Sarah Greene e Jim Broadbent.
Black 47 è ambientato nell’Irlanda del 1847, durante una grande carestia che devastò il Paese per due lunghi anni. Freeney, un irascibile ranger irlandese che ha combattuto per l’esercito britannico, ad un certo punto abbandona il suo incarico per tornare a casa e riunirsi con la sua famiglia. Al ritorno scopre una dura realtà, dalla madre che vive in miseria, alla morte del fratello impiccato dagli stessi inglesi, per cui aveva combattuto. Così intraprende un percorso distruttivo per vendicarsi dei soprusi subiti. Per fermarlo viene chiamato un suo vecchio compagno d’armi, Hannah, un famoso inseguitore di disertori. I legami personali e le mutevoli alleanze, causano un conflitto ad entrambi gli uomini, tale da arrivare al limite di un paesaggio infernale.
Un’interpretazione sicuramente da non dimenticare quella di Hugo Weaving, uno degli attori cinematografici e teatrali più acclamati d’Australia. Ricordiamo che l’attore australiano ha vinto quattro AFI/ACCTA Awards e ha partecipato ad una lunga serie di famose pellicole: The Matrix, V for Vendetta, Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit, Cloud Atlas, etc.
Il regista irlandese Lance Daly ci racconta: «La grande carestia fu un evento molto importante nella storia irlandese. A tal punto che creò un effetto catastrofico su tutta la popolazione del Paese con conseguenze molto problematiche per la vita dell’isola. A parte il compito scoraggiante di ritrarre la privazione, la disperazione e l’inimmaginabile horror di An Gorta Mór (the Great Hunger) nel creare un paesaggio apocalittico in modo convincente nelle riprese di Black 47. La sfida più grande era riuscire a rendere giustizia su una tragedia molto reale, in cui un milione di persone sono morte e un altro milione ha lasciato le loro case, per non tornare mai più. La grande carestia è stata alla fine il risultato di una governance errata dell’Irlanda da parte dell’Impero britannico, dando origine a un profondo risentimento e rabbia che sopravvive fino ad oggi».
«Lavorare lì e girare scene con dialoghi e canzoni nella lingua irlandese ci ha dato un maggior senso di connessione con il nostro passato e un apprezzamento per le difficoltà inimmaginabili che sono state sopportate, soprattutto nel lungo inverno del 1846/47, l’ora più buia della sofferenza d’Irlanda, che sarebbe stata per sempre nota come “Black ’47”. Spero che il pubblico ritroverà questo momento del passato irlandese come una storia molto complessa e commovente».
Marcello Strano
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