Quali sono i motivi che portano le persone a non leggere? La vita frenetica? La TV? Il lavoro stressante? Il poco tempo dedicato a noi stessi? Il menefreghismo? I motivi possono essere i più svariati e tutti veritieri. Ma per rispondere alla difficile domanda iniziale, abbiamo chiesto, paradossalmente, a chi legge. Parlando i con lettori forti non si può fare a meno di notare che hanno tutti una cosa in comune: un avvenimento particolare e un buon libro.
Spieghiamoci meglio: ad ogni lettore forte a cui abbiamo chiesto “Come mai leggi? Cosa ti ha spinto verso la letteratura ?” Le risposte, nonostante le più svariate, hanno tutte in comune il fatto che il lettore ha iniziato a leggere perché ha trovato quel motivo che lo ha cambiato. Non faremo i veri nomi per motivi di privacy, ma le risposte meritano comunque di essere lette e comprese.
Lettrice A: “Ho avuto un incidente in auto a 11 anni e sono stata costretta a passare tutta estate a letto” inizia a raccontarmi “Ero spaventata, non capivo, non ricordavo come mai ero costretta a trovarmi a letto con metà corpo fasciato. Erano le 7 di sera e mio padre entrò in camera mia con un libro in mano di Salgari. Ammetto che all’inizio non fui felice, non mi sentii capita, quasi delusa. Ora mi vergogno di me stessa per aver provato quelle emozioni infantili, soprattutto perché quel Salgari, finita di leggere l’ultima riga, capii quanto mio padre mi avesse aiutato. Da lì non abbandonai mai più la lettura, mi salvò da un’estate che sarebbe rimasta vuota, invece fu piena di storie come poi il resto della mia vita“.
Lettore K: “Ho iniziato a leggere per andare contro i miei genitori. Lo feci per ripicca. Io ero un bambino diverso, non giocavo al parco con i miei coetanei, odiavo giocare a calcio e finiti i compiti, dopo un po’ o fissavo il soffitto o leggevo. All’inizio i libri mi venivano anche comprati abbastanza spesso, il problema arrivò quando iniziai a finire un libro in 3 giorni. I miei smisero di comprarmeli e la Biblioteca era troppo distante da casa per poterci andare da solo tutte le volte che volevo. Facevo arrabbiare i miei genitori chiedendo libri nuovi e questa cosa, da adolescente dispettoso quale ero, mi piaceva, così finivo il prima possibile di leggere un libro per averne subito uno nuovo dopo urla e litigi. Solo adesso, raggiunta una certa età ho capito come quella piccola ribellione mi abbia aperto la mente”
Lettrice N: “Persi la verginità a 15 anni, un po’ controvoglia, con il morosino di allora. Diciamo che la sentivo come un’oppressione e decisi che se fosse arrivato il momento avrei colto l’occasione. Così è stato, solo che non avevo pensato al dopo. Non mi pentii ovviamente, ma non era quello giusto, quello del ‘devi farlo solo di chi sei davvero innamorata”. Mi racconta “Era successo e non potevo tornare indietro, ma mi salvò un libro, trovato per caso, pochi mesi dopo nella libreria di mia zia: ‘Non c’è come non darla’, libro degli anni ‘70, è la storia di una ragazza che si vergognava e decise di perdere la verginità 5 volte, ovvero fino a quando non trovò il ragazzo giusto. Non lo sposò, non fu la sua anima gemella, ma almeno non si vergognò più di raccontare la sua prima volta. Ovviamente io non feci così, non inventai la mia prima volta, ma mi sentii meno sola in questo ‘errore di valutazione’, mi sentii meno giudicata, più capita paradossalmente da pagine che non mi conoscevano. Ero libera da etichette, giudizi, e capii come un libro poteva essermi vicino nei momenti di maggiore bisogno e in determinate esperienze. Fu così che mi avvicinai alla letteratura, entrando a far parte di quel mondo dei Lettori Forti“.
Lettore Y: “Iniziai a leggere per colpa del mio insegnante di Italiano alle Medie. Ammetto di essere stato un allievo tremendo, e che probabilmente tutte quelle punizioni me le sono meritate, ma all’epoca erano una tortura, soprattutto passare interi pomeriggi nella biblioteca della scuola, mentre i miei amici giocavano a calcio nel parco vicino. Le punizioni consistevano nel fare i compiti di casa in biblioteca e stare dunque tutto il giorno a scuola senza poter tornare a casa. Un pomeriggio non ebbi compiti e iniziai a girovagare in mezzo agli scaffali, per capire come mai le ragazze più grandi passavano tanto tempo in mezzo a quelle pagine gialle. Che stupido che ero.” Mi dice ridendo. “E li, mentre spiavo le loro gonne, capitai davanti ad un libro, lo presi e lo consegnai al mio insegnante che mi disse “Bravo, mettiti qui vicino a me e leggilo, se non capisci qualcosa chiedimi pure, Dickens è una lettura per grandi”. Mi innamorai. Iniziai a farmi mettere in punizione apposta, solo per leggere senza farmi vedere ai miei amici, perché non avrebbero mai capito. Quando il professore lo scoprì, smise di mettermi in punizione e iniziò a darmi i libri da portare a casa di nascosto. Adesso sono anche io insegnante di Italiano e lo devo solo a lui.“
Lettrice Z: “Mi vergogno a spiegare il motivo di come mai sono diventata una lettrice forte …” Sospira prima di iniziare. “Andavo sempre a fare la spesa con mia nonna e ogni volta mi comprava un libro perché diceva che lei se solo avesse potuto, ne avrebbe letti a milioni. Così li comprava a me perché pensava che mi piacessero. In realtà io odiavo leggere, mi sembrava una perdita di tempo, ma non avevo il coraggio di dirglielo e ogni volta che mi chiedeva se mi era piaciuto io rispondevo di si anche se non avevo nemmeno aperto la copertina. Andò avanti per anni questa cosa, fino a quando non morì .. Eravamo molto legate nonostante la mia piccola bugia. Dopo il funerale iniziai a leggerli tutti e capii come mi avesse salvata da una vita vuota e senza storie. Ora sono una scrittrice e ogni riga che scrivo sono per lei. Per tutte quelle che non ha mai potuto leggere per essere nata in un epoca piena di guerra e di odio.“
Tutti abbiamo una vita frenetica e tutti abbiamo avuto esperienze come quelle raccontate sopra, semplicemente alcune persone si sono rifugiate nella lettura. E tu, non-lettore, in cosa ti sei rifugiato?
Nicole Rastelli
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