Design ultra moderno, open space e materiali innovativi: ad Aarhus, in Danimarca, si rivoluziona il tradizionale concetto di biblioteca.
Nel comune sentire la biblioteca è, per lo più, quel luogo antico, ricco si storia, bandiera d’arte e architettura d’altri tempi, custode della cultura e dell’identità di un popolo, adibito alla conservazione e, spesso, alla consultazione di libri. Non la pensano in egual maniera, però, gli abitanti della cittadina danese di Aarhus, sita per l’appunto lungo la riva dell’omonimo fiume: qui, da oltre un anno, è aperta al pubblico “Dokk1”, eletta, dal sito di architettura City Lab, “biblioteca del futuro”.
Negli ultimi anni la città di Aarhur, la seconda in Danimarca per numero di abitanti, è stata interessata da un processo di riqualificazione e valorizzazione culturale talmente straordinario e significativo da essere candidata ed eletta “Capitale Europea della Cultura 2017”. Complice tale fermento culturale, nel 2009 l’amministrazione comunale commissiona allo studio di architetti Schmidt Hammer Lassen la costruzione di una biblioteca che fosse in grado di assolvere, oltre che al ruolo di divulgatore di conoscenza, anche a quello di aggregatore sociale, che divenisse, in altre parole, un centro culturale punto di riferimento per la comunità. Inaugurata nel 2015, la biblioteca ha riscosso, in effetti, la crescente approvazione non soltanto dei cittadini di Aarhus, bensì ha anche ottenuto un grande successo da parte dei numerosi turisti, al punto di sfiorare l’oltre milione e mezzo di visitatori in un solo anno, per una media di circa tremila e ottocento utenti giornalieri.
La singolare struttura, così come affermato dalla coordinatrice del progetto Marie Ǿstergård, è il risultato di una sorta di puzzle di diverse competenze che mirava proprio a ricreare uno spazio vitale, un luogo per le persone, più che un magazzino di testi e manuali. L’edificio, il quale ricorda vagamente la sagoma di una navicella spaziale, è suddiviso in tre volumi: al piano inferiore si può trovare il più grande parcheggio sotterraneo automatizzato del mondo; il volume centrale, invece, ospita la vera e propria biblioteca, disposta su due piani, dove sono collocati altresì una caffetteria, diverse aree gioco per bambini, zone dedicate a mostre d’arte, numerose postazioni di computer, e una sala conferenze; gli uffici comunali occupano, infine, l’ultimo piano. Il design contemporaneo e originale contraddistingue questa biblioteca dal volto nuovo, caratterizzata da luminosi open space e dalle pareti in vetro che consentono alla luce naturale di entrare e creano un continuum quasi impercettibile con l’ambiente esterno.
Ma la modernità di Dokk1, definita, tra l’altro, biblioteca dell’anno 2016 dall’International Federationof Library Associations and Institutes, non deriva semplicemente dalla sua struttura futuristica, bensì deve questo riconoscimento al concetto innovativo di tale istituzione. Una biblioteca, infatti, non dovrebbe essere un contenitore di cultura, ma un luogo pensato per il singolo cittadino, in cui quest’ultimo possa leggere, studiare o, ancora, rilassarsi, trascorrere il tempo libero, e conoscere nuova gente, mettersi in contatto con gli altri membri della comunità. Per questa ragione ai visitatori di Dokk1 viene consentito persino di spostare i mobili a piacimento, così che costoro possano avvertire la biblioteca non come un luogo rigido, estraneo e impersonale, ma possano sentirsi esattamente come a casa propria.
Debora Guglielmino
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