TORINO– La squadra mobile di Torino, all’esito di articolate indagini, ha rintracciato in uno stabile sito nella zona nord di questo capoluogo un cittadino albanese di 47 anni, che risultava colpito da richiesta di arresto ai fini estradizionali presentata in data 26.07.2014 dal Tribunale di Tirana (Albania), in quanto condannato alla pena di 13 anni, 5 mesi e 3 giorni di reclusione per i reati di omicidio e detenzione illegale di arma da fuoco, perpetrati in quel Paese.
Segnatamente, l’uomo, in concorso con altri, era ritenuto responsabile dell’omicidio di un connazionale e del ferimento di un altro cittadino albanese, avvenuto con l’utilizzo di un’arma da fuoco nel corso dell’anno 1997, data da cui faceva perdere le proprie tracce.
L’esecuzione del provvedimento restrittivo in parola costituisce l’epilogo di indagini complesse, svolte anche in ambito internazionale, grazie a specifica attività effettuata dal servizio per la cooperazione internazionale di polizia della direzione centrale della polizia criminale in stretto raccordo con il collaterale di polizia albanese; alla luce delle informazioni così acquisite, che attestavano la possibilità che il ricercato potesse aver trovato rifugio nel capoluogo piemontese, gli investigatori della Squadra Mobile di Torino riuscivano, a seguito di ulteriori approfondimenti investigativi, ad individuare l’attuale luogo di dimora del prevenuto che, all’esito di un prolungato servizio di appostamento ed osservazione, veniva localizzato e tratto in arresto.
Lo stesso era, successivamente, messo a disposizione dell’autorità giudiziaria italiana in vista dell’espletamento delle procedure estradizionali.
Segnatamente, l’uomo, in concorso con altri, era ritenuto responsabile dell’omicidio di un connazionale e del ferimento di un altro cittadino albanese, avvenuto con l’utilizzo di un’arma da fuoco nel corso dell’anno 1997, data da cui faceva perdere le proprie tracce.
L’esecuzione del provvedimento restrittivo in parola costituisce l’epilogo di indagini complesse, svolte anche in ambito internazionale, grazie a specifica attività effettuata dal servizio per la cooperazione internazionale di polizia della direzione centrale della polizia criminale in stretto raccordo con il collaterale di polizia albanese; alla luce delle informazioni così acquisite, che attestavano la possibilità che il ricercato potesse aver trovato rifugio nel capoluogo piemontese, gli investigatori della squadra mobile di Torino riuscivano, a seguito di ulteriori approfondimenti investigativi, ad individuare l’attuale luogo di dimora del prevenuto che, all’esito di un prolungato servizio di appostamento ed osservazione, veniva localizzato e tratto in arresto.
Lo stesso era, successivamente, messo a disposizione dell’autorità giudiziaria Italiana in vista dell’espletamento delle procedure estradizionali.
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