PALERMO – Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, insieme con l’assessore alla Cittadinanza sociale, Agnese Ciulla, il presidente della Consulta delle Culture, Adham Darawsha, e alcuni consiglieri della Consulta, questa mattina, si è recato al porto per accogliere i 700 migranti, tutti sub-sahariani, arrivati a Palermo a bordo della nave norvegese “Siem Pilot“.
«Oggi la Siem Pilot torna a Palermo per la seconda volta portando un nuovo carico di vite umane salvate – ha dichiarato il sindaco Orlando -. Sempre con grande efficienza e umanità accogliamo questi disperati, vittime di una legislazione europea fatta di egoismo. Garantiremo loro tutto quanto è necessario e li smisteremo nei diversi centri opportunamente organizzati. Voglio ringraziare tutti coloro che sono presenti al porto insieme a me per testimoniare che Palermo è la città dell’accoglienza, nonostante tanti non abbiano ancora compreso che siamo in presenza di un vero e proprio genocidio, del quale noi palermitani non vogliamo essere chiamati responsabili. In particolar modo, – ha concluso Orlando – ringrazio la Prefettura, con la quale lavoriamo in piena intesa e stiamo predisponendo ulteriori forme di intervento che vanno oltre questo che per noi è ordinaria accoglienza».
Al porto erano presenti anche gli operatori dei servizi sociali e della protezione civile del Comune, cui spetta il compito di assistere le operazioni di sbarco e di eventuale presa in carico dei minori stranieri non accompagnati, e numerosi volontari, tra cui quelli dell’associazione Le Ali. Fino ad ora, mentre sono ancora in corso le ordinarie procedure di identificazione e i numeri non sono definitivi, i minori sono circa un’ottantina.
«La situazione è complessa, siamo nel mese di marzo e il numero di migranti che sbarca sulle nostre coste è aumentato – ha dichiarato l’assessore Ciulla – per fortuna c’è una forte collaborazione tra istituzioni, privato sociale e servizi che ci consente di garantire a tutti la giusta accoglienza e un’adeguata sistemazione».
«Come Consulta delle Culture – ha detto Darawsha – chiediamo ancora una volta l’abolizione del permesso di soggiorno e ci auguriamo che presto venga riconosciuto il diritto di tutti alla mobilità, in maniera tale che tutti possano integrarsi e vivere dove vogliono».
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