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Mamme italiane vs mamme straniere: cosa c’è da imparare?
22 Marzo 2016
Societas

Mamme italiane vs mamme straniere: cosa c’è da imparare?

Home » Societas » Mamme italiane vs mamme straniere: cosa c’è da imparare?

jkPaese che vai…mamme che trovi! Si, essere mamma è un’esperienza universale che accomuna sicuramente tutte le donne del mondo, ma come in ogni cosa, le usanze, la cultura e lo stile di vita cambiano e condizionano in misura più o meno significativa il modo di vivere la maternità e di approcciarsi ai figli. Non è un segreto, infatti, che gli italiani abbiano la nomea di “mammoni” e che le mamme italiane siano considerate tra le più apprensive e protettive. Si tratta di luoghi comuni,certo, ma alcuni studi e alcune statistiche confermano in parte la maggiore tendenza delle mamme italiane a preoccuparsi e a tenere i figli  più attacati a sé. Confrontarsi con altre culture e modi di pensare è sempre stato utile e fecondo; dunque perché non prendere spunto dalle mamme straniere per capire come vanno le cose al di là delle Alpi?

Un primo appunto, lo si può fare sul fatto che le mamme straniere, promuovono maggiormente l’indipendenza dei figli; ciò perché sono più inclini a favorire la socializzazione al di fuori della famiglia. A dimostrarlo, un dato Oecd secondo cui la presenza dei bambini al di sotto dei tre anni di età negli asili nido supera la media dell’Europa in 18 Paesi, con la Danimarca in testa con una partecipazione di oltre il 60%. L’Italia è al 22° posto con il 24%, cinque punti sotto la media europea. Un altro aspetto che apparentemente può sembrare secondario, è che rispetto alle italiane, negli altri Paesi le mamme danno meno peso alla moda; uno studio del Dipartimento di sociologia dell’Università di Leicester mette in guardia dal curare troppo il look dei propri figli sostenendo che, il brand può diventare un mezzo per la costruzione della propria identità a partire già dai cinque anni. E, in questo senso, la famiglia gioca un ruolo di primo piano nel trasferire la consapevolezza dei marchi che, nel medio termine, possono portare anche a significanti pressioni nel gruppo di pari su ciò che è considerato accettabile e cosa no. Per continuare, ecco altri due punti da copiare alle mamme straniere: alzano meno la voce e leggono di più. Per quanto riguarda il primo punto, sentendo le esperienze di alcune mamme italiane trasferitesi all’estero, pare che siano meno “fissate” con alcune piccole cose, come ad esempio la stiratura di camicie o il pasto serale e ciò le renderebbe più serene nella quotidianetà. Per quanto riguarda invece la lettura, pare che durante le varie fasi della maternità, abbiano a loro disposizione un numero maggiore di libri e manuali sull’essere madri. In ogni caso, si sà, la lettura è un valido alleato in ogni fase della vita.

Conciliazione-lavoro-e-famiglia_o_su_horizontal_fixedPer concludere, una differenza fondamentale, pare riguardi la sfera lavorativa e la gestione del prorpio tempo libero: fuori dall’Italia, complice una differente cultura, una mamma lavoratrice è più comune e tende di meno a sentirsi in colpa per il fatto di non dedicare la propria vita esclusivamente alla realizzazione familiare. Un recente studio condotto in 25 Paesi su 50mila adulti ha inoltre dimostrato che i figli di madri che lavorano saranno avvantaggiati da adulti. Importante è poi il fatto che all’estero c’è anche una maggiore tendenza delle mamme a ritagliarsi anche del tempo per loro stesse; in inglese esiste anche un’etichetta per definirlo, il “me time”. In ciò gioca sicuramente un ruolo fondamentale il rapporto tra i coniugi e la tendenza a spartire in maniera più equa la cura dei figli e il tempo trascorso in casa. Nei Paesi in cui vi è più collaborazione tra i coniugi, le mamme hanno più tempo per sé; l’Italia non è messa bene da questo punto di vista e dall’ultimo rapporto Ocse (dati 2013) che fotografa le ore dedicate ai lavori domestici, le italiane risultano sul podio con 36 ore a settimana, contro le 14 dei loro compagni. In pratica, 22 ore di differenza, il divario più ampio dei Paesi industrializzati.

Come sempre, i dati sono da interpretare e non da leggere in modo assoluto. Ma uno sguardo alle altre realtà può certamente essere utile e interessante per imparare e vivere più serenamente la gioia di essere madre.

Lorena Peci

 

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