LECCE – Nel rispetto dei diritti della persona indagata e della presunzione di innocenza, per quanto risulta allo stato, salvo ulteriori approfondimenti e in attesa del giudizio, si comunica quanto segue.
Nella giornata dello scorso sabato 16 marzo, la squadra mobile della Polizia ha tratto in arresto un incensurato di anni 19, ritenuto responsabile del reato di truffa ai danni di una persona anziana.
In particolare, la vittima, descrivendo le fasi della truffa, spiegava di aver ricevuto una telefonata da parte di un individuo che, qualificandosi come direttore di un ufficio postale, affermava che la figlia aveva ordinato un pacco per l’importo di 3.200 euro. Inoltre, se non avesse pagato quanto dovuto sarebbero scattate le denunce.
Al contempo l’uomo preannunciava che, a breve, sarebbe arrivato un suo incaricato per ritirare il denaro. Cosa che, effettivamente, avveniva quasi subito. La povera donna, intimorita, consegnava così i contanti che aveva in casa oltre a vari monili in oro. Il sedicente incaricato delle poste, dopo aver fotografato denaro e gioielli, si allontanava frettolosamente.
La vittima, una donna 79enne, dopo aver realizzato di essere stata truffata si rivolgeva subito alle Forze dell’Ordine consentendo così l’immeditata attività di ricerca del soggetto.
La Squadra Mobile, grazie alle descrizioni fornite dalla vittima, nonché all’immediata attività investigativa che consentiva di raccogliere un fotogramma che immortalava il responsabile dei fatti delittuosi, si metteva alla ricerca del soggetto, tanto che questi veniva individuato mentre cercava di allontanarsi dalla città, venendo subito bloccato.
L’uomo, residente nel napoletano, atteso il palese nervosismo e l’insofferenza che mostrava in costanza del controllo di polizia, veniva perquisito consentendo di rinvenire in suo possesso più telefoni cellulari. Approfondito il controllo, nascosti nei calzini, si rinveniva non solo un ingente quantitativo di denaro ma, anche, diversi monili in oro che venivano restituiti alla vittima.
In virtù degli elementi probatori raccolti, al termine delle formalità, l’uomo veniva associato presso la locale casa circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
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