CATANIA – L’inchiesta Gli Indipendenti della Guardia di Finanza di Caltanissetta, riguardo alle dichiarazioni reddituali false rilasciate da 89 studenti al fine di ottenere borse di studio e altre prestazioni simili, non è l’unica bufera che ha coinvolto l’ERSU (Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) catanese. Difatti, l’ente è stato investito dalle pressanti richieste di studenti che attendono il versamento degli emolumenti a cui hanno diritto, dopo mesi di ritardo.
Facciamo il quadro della situazione. Secondo quanto previsto dal bando aa 2014/2015, l’erogazione del saldo della borsa di studio per assegnatari di primo anno e anni successivi al primo sarebbe dovuta avvenire entro e non oltre il 31 dicembre 2015: i conti in banca degli studenti vincitori, però, risultano ancora privi della suddetta somma. Per quanto riguarda il bando aa 2015/2016, la prima rata avrebbe dovuto essere versata entro il 31 dicembre 2015; tuttavia quest’ultima è stata percepita solamente da parte degli assegnatari di primo anno e di anni successivi al primo entro la scadenza, altri, invece, la stanno ricevendo solo in questi giorni, con un ritardo di 4 mesi che nuoce a chi fa affidamento su tali contributi. Giorno 18 marzo, è stato pubblicato sul sito ufficiale dell’ERSU Catania un avviso che, riepilogando gli emolumenti dei benefici economici di cui l’ente è debitore verso gli studenti, tenta di giustificare il protratto ritardo adducendo che gli emolumenti assegnati «purtroppo per motivi tecnici/amministrativi ancora non sono stati corrisposti. (…) l’ente si sta adoperando affinchè tutti i pagamenti al più presto vengano soddisfatti». Per trasparenza sono di seguito elencati i benefici in “fase di pagamento”:
Borsa di studio aa 2014/2015:
I benefici sopra elencati sono forse i più “corposi” e costituiscono la parte più consistente del debito dell’ERSU; tuttavia esistono altre prestazioni non ancora versate: tra premi di laurea non corrisposti, altre integrazioni e rimborsi, è quasi impossibile districarsi tra i crediti degli studenti attivi nei confronti dell’ente. Gli studenti e le relative famiglie in questi giorni stanno esercitando la fantasia per cercare di interpretare la dicitura «motivi tecnici/amministrativi». Se si prova a chiamare per chiedere spiegazioni o ci si reca presso la sede dell’ente, si dovrà effettuare un percorso da “cane che si morde la coda” dall’ufficio assegnazione alla ragioneria, da un centralino all’altro senza ottenere informazioni soddisfacenti. L’assegnazione dei benefici per il sostegno allo studio si basa sul criterio di merito e quello reddituale, per cui è facile dedurre che, salve false dichiarazioni, i cosiddetti “vincitori” abbiano effettivamente necessità della somma di cui sono creditori, che serve al sostentamento dei diversi dispendiosi costi della vita universitaria. Gli studenti chiedono, quindi, maggiore chiarezza riguardo a tali impedimenti e soprattutto che vengano effettuati i versamenti, altrimenti si rischia seriamente di vanificare quel diritto allo studio che, ahinoi!, si nutre anche di denaro.
Viviana Giuffrida
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