Già da alcuni decenni la robotica è parte integrante dell’industria automobilistica e ben presto sarà estesa ad altri settori produttivi. In base ad alcune valutazioni fatte dalla IFR (acronimo di International Federation of Robotics) è previsto in un futuro neanche tanto lontano un incremento dell’utilizzo di procedimenti automatici. La “rivoluzione” non si limiterà soltanto ad inglobare la manifattura tradizionale, ma condizionerà soprattutto le mansioni d’ufficio, in particolar modo la contabilità.
Tra i mestieri le cui probabilità di futura automazione si avvicinano al 100% c’è anche l’arbitro sportivo, secondo un sondaggio svolto dalla National Public Radio, l’emittente radiofonica pubblica degli USA. In tal senso l’utilizzo di moviole e sistemi elettronici è già un primo passo verso la “sostituzione” definitiva del direttore di gara. Robot di ogni ordine e genere sono applicati con successo anche nel settore della ristorazione. La possibilità di impastare ed infornare una pizza o preparare in poco tempo un piatto di spaghetti, come già avviene in alcuni ristoranti cinesi, è un’idea senz’altro stuzzicante. Gli Stati Uniti si affidano alla robotica addirittura per ridurre i costi degli anestesisti, i quali sono i professionisti più cari che operano all’interno delle strutture sanitarie americane. A tal scopo la FDA (Food and drug administration) ha incaricato la Johnson&Johnson di realizzare dei robot in grado di applicare leggere anestesie su pazienti maggiorenni. Le capacità degli androidi sono sfruttate anche a fini bellici, come dimostra l’attuale impiego di droni sui fronti di guerra più caldi. Prossimamente anche i giornalisti potrebbero restare disoccupati in virtù della creazione di alcuni sistemi di scrittura automatica che permettono di elaborare un articolo di giornale in un breve lasso di tempo. Il Los Angeles Times è tra le prime testate che si è dotata di redattori robot che ricevono informazioni dal servizio geologico degli Stati Uniti per procedere alla stesura di pezzi su terremoti appena avvenuti. 3mila: è questo il singolare numero di articoli scritti dai robot dell’agenzia internazionale di notizie.
L’applicazione della robotica ai settori industriali è un tema che divide imprenditori ed economisti di tutto il mondo. Tra le voci più autorevoli a favore dell’incremento dei robot vi è Martin Neil Baily, ex presidente del Consiglio dei consulenti economici durante la presidenza Clinton. L’economista americano sostiene che un sistema manifatturiero automatizzato sarà il nodo cruciale per lo sviluppo dell’economia mondiale. Per James Bessen, docente della Boston University e autore di numerosi testi di economia, i lavoratori devono dimostrare capacità di adattamento, come fecero a loro volta nell’Ottocento gli impiegati del tessile dopo l’invenzione dei telai meccanici.
Nel libro Rise of the robots l’imprenditore Martin Ford spiega, invece, come l’avvicendamento del lavoro umano con quello androide porterà soltanto disoccupazione e crollo verticale del sistema economico. Una possibile via di mezzo è rappresentata dai cobot, androidi che si sostituiscono alla mano umana soltanto per le mansioni pratiche, lasciando all’uomo la gestione di tutto il processo produttivo. In Italia essi sono stati già sperimentati sia dalle industrie automobilistiche che da alcune piccole-medie imprese.
Gabriele Mirabella
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