La manifestazione dello scorso sabato a Roma, nonostante la leggera pioggia, è stata segnata da una grandissima partecipazione. La reazione che era legittimo attendersi contro i fatti di Macerata è arrivata, seppur con qualche settimana di ritardo. Presenti in piazza tutte le maggiori confederazioni sindacali: Cgil, Cisl e Uil; presente anche l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani e, soprattutto, presente in blocco anche il Partito Democratico. In piazza anche una piccola delegazione di Liberi e Uguali, tra cui Pietro Grasso, Laura Boldrini e Pierluigi Bersani. Il corteo di Roma, terminato a Piazza del Popolo tra le note di Bella Ciao, è il primo momento di raccordo di tutte le forze della sinistra e dei gruppi antifascisti dalla strage di Macerata ad oggi. Un momento necessario, al fine di affermare una risposta forte da parte delle istituzioni e della società civile nei confronti dei sempre più numerosi movimenti di matrice neofascista che istigano alla violenza e alla xenofobia.
«È importante essere qui. Da questa manifestazione viene un bellissimo messaggio, un messaggio costituzionale. Credo che rassicuri vedere tante persone, che sono venute da tante parti d’Italia, anche in una giornata un po’ piovosa. C’è bisogno di sicurezza e legalità. Bisogna sempre diffidare di chi semina odio e giustifica la violenza perché rappresenta un pericolo per la sicurezza di tutti»: ha dichiarato il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, presente ed in prima linea alla manifestazione romana, tra gli applausi generali. Anche il segretario del PD, Matteo Renzi, è giunto a Piazza del Popolo per unirsi alla manifestazione. «È bello che qui ci sia il premier e che ci sia il Pd in tutte le sue rappresentazioni»: dichiara il segretario Dem, che rivendica con orgoglio la massiccia presenza del suo partito all’iniziativa, lasciando intendere l’impegno attivo dei democratici in tal senso e respingendo le critiche di chi, in occasione del caso Traini, riteneva che il PD fosse stato troppo poco presente.
Il Movimento 5 Stelle, invece, ha deciso di non aderire all’iniziativa, ritenendo che il modo migliore per contrastare questi fenomeni sia ignorarli. I maggiori partiti italiani, in questa settimana che precede il voto, si preparano all’ultimo rush. Una campagna elettorale, forse, troppo breve e troppo povera di contenuti, ma che deciderà la composizione del Parlamento italiano per i prossimi cinque anni. Non resta quindi che attenderne l’esito, rimanendo vigili sull’evoluzione degli ultimissimi eventi
Francesco Laneri
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