Italicum: novità, novità, novità; ma la legge elettorale sembra rimanere sempre la stessa. Ancora una volta il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi si sono incontrati la sera del 12 Novembre per rinnovare ilpatto del Nazareno che affermano “essere saldo” e per modificare alcuni aspetti della legge elettorale.
I leader dei due schieramenti opposti si trovano favorevoli all’alzamento al 40% del premio di maggioranza – il quale comporterebbe l’attribuzione del 55% dei seggi – che era stato fissato precedentemente al 37%. I leader concordano anche sulla tempistica: l’approvazione del Senato entro Dicembre. Tanti nodi restano però ancora da sciogliere. Il premio andrà alla lista o alla coalizione? Se il premier auspica a buon diritto l’attribuzione del Premio alla lista, essendo leader di un partito con il 40% dei consensi, il Cavaliere propone invece il premio alla Coalizione nella speranza della solida collaborazione della Meloni e di Salvini. Se nessuno dei due schieramenti dovesse arrivare al 40% si opterebbe per il ballottaggio. E ancora, il sistema delle preferenze riuscirà a convivere con le liste bloccate del Porcellum? Nella nuova versione dell’Italicum si potranno scegliere i componenti della lista ma non il capolista che sarà scelto invece dalle segreterie dei partiti. Renzi e Berlusconi si scontrano anche sulla soglia minima di ingresso: 3% per i democratici, maggiore invece per il centro destra che, se comprende l’impossibilità di un ritorno all’8% previsto dalla prima versione dell’Italicum, spera almeno in un 4%. Accordo anche sul numero di collegi che dovrebbero essere 100 per la rappresentanza di 6 o 7 deputati.
Entrambi i leader ribadiscono l’intenzione di rispettare il timing e di portare avanti la legislatura fino al 2018 per il bene del Paese; mettendo da parte i numeri l’obiettivo congiunto di Renzi e Berlusconi è ottenere «un sistema istituzionale che garantisca governabilità, un vincitore certo la sera delle elezioni, il superamento del bicameralismo perfetto, e il rispetto tra forze politiche che si confrontino in modo civile, senza odio di parte». Il patto del Nazareno resiste; c’è invece da chiedersi se resisterà anche il PD con le sue minoranze e i suoi dissensi e il suo leader che noncurante va avanti come un treno e dichiara di non aver «bisogno di un nuovo mandato».
Viviana Giuffrida
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