POLONIA – Il presidente polacco Andrzei Duda, esponente del PIS, partito nazionalista di destra con a capo il ferreo Jaroslaw Kaczynski, ha sottoscritto nel pomeriggio del 07/01/2016 la nuova legge proposta dal Governo, la quale prevede un controllo nettamente più capillare e rigoroso di ogni mezzo di comunicazione quale radio, televisione pubblica e quant’altro. Tuttavia, non finisce qui: sembra di essere catapultati in “1984” di George Orwell, in quanto il partito di maggioranza sta preparando la nazionalizzazione dei media. Questi, inoltre, tra i loro azionari annoverano editoriali tedeschi e svizzeri.
Il pugno di ferro mediatico imposto da Kaczynki diviene sempre più forte, ma anche veloce. Infatti il direttore della TV, Kamil Dabrowa, non s’illude più: in base a quanto sostiene, il Capo dello Stato, ritenuto più moderato, ha piegato la sua volontà al big brother polacco, riducendo la sua autorità a una “misera” firma.
Dalla capitale Varsavia a Poznan, comunque, nei giorni scorsi si sono tenute diverse manifestazioni sulla pubblica piazza atte a condannare l’attacco ai media e alla libertà di parola. Il potere, però, non si ferma: «Queste nostre misure vogliono solo estirpare alcuni mali nel mondo di radio e televisione e dei media in generale», ha detto il Ministro degli Esteri Waszykowski, secondo quanto riporta Repubblica. Insomma, dura lex sed lex. TV, radio e mezzi di comunicazioni sono ormai destinati ad essere purgati: il PIS vorrebbe mettere al posto di giornalisti di spessore e capi struttura dei “fantocci” a loro fedeli. «Ci stiamo già cercando altri lavori» hanno dichiarato molti redattori delle emittenti pubbliche.
Il Partito, ostetrico della legge in questione, ha anche spiegato quali saranno i parametri a cui dovranno attenersi i media: la parole d’ordine e più patriottismo. È, comunque, arrivata repentinamente l ‘aspra condanna da Bruxelles; per il commissario Frans Timmermans tutto ciò è una grave piega che, a 20 anni dalla caduta del Muro, preoccupa non poco. Queste le sue parole in merito: «la difesa della libertà dei media riguarda tutti i paesi europei, non solo i singoli Stati membri».
In una lettera aperta al Commissario europeo Guenter Oettinger, colui che nei giorni passati propose di mettere Varsavia sotto una sorveglianza speciale, la Federazione dei Giornalisti Europei denuncia la legge come «un enorme passo indietro, ed è incompatibile con il pluralismo dei media, e con lo spirito critico e autonomo delle emittenti pubbliche, ed è una minaccia alla libertà in Europa».
La nuova legge – riporta la lettera aperta – apre un conflitto durissimo tra le iniziative della destra al potere in Polonia e i principi e valori costitutivi europei sulla libertà dei media. «Le masse non si ribellano mai in maniera spontanea e non si ribellano perché sono oppresse. In realtà, fino a quando non si consente loro di poter fare confronti, non acquisiscono neanche coscienza di essere oppresse», diceva George Orwell. Certo è che a breve tali confronti verranno a mancare. E poi?
Francesco Raguni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.