–crazia è un diffuso suffisso di derivazione greca il cui significato è potere, ben noto ai più e meno colti grazie a parole come democrazia e meritocrazia. Negli ultimi tempi il suo uso si è diffuso a macchia d’olio, dando il via ad una proliferazione di nuovi vocaboli che stanno entrando sempre più nel parlato quotidiano.
Quale miglior modo di declamare il “potere” di una certa categoria? E quale miglior strada per delineare la situazione politico-sociale del momento, se non un neologismo? Politocrazia è la parola che racchiude tutti i contro della politica che mal si sopportano: tutti i privilegi, rimborsi spese, prezzi ridotti e ingressi gratuiti, poltronissime agli spettacoli, ristoranti convenzionati, voli gratuiti e le ampiamente criticate auto blu, gli stipendi altissimi. In conclusione una montagna di soldi: i nostri; politocrazia è antonimo di meritocrazia. Lo diventa quando nelle graduatorie ai concorsi appaiono nomi magicamente, quando si blocca tutto perché “passa il politico”, quando si favoriscono le aziende di “Tizio Taldeitali”; politocrazia è l’involuzione di democrazia. Lo è perché sfrutta una perfetta Costituzione: laddove il «senza vincolo di mandato» imporrebbe la libertà di esercizio di uno dei mestieri più antichi del mondo e ne consegue l’autorizzazione a non adempiere alle promesse fatte in propaganda; laddove un «equo compenso» nasca col fine dell’incorruttibilità del parlamentare e diventi espediente di accumuli di ricchezze.
Tuttavia, la Repubblica Italiana non era forse democratica? Una democrazia indiretta è tale perché l’esercizio del potere consta nell’individuazione di alcuni rappresentanti che si impegnano a fare le veci degli elettori. A quanto risulta, però, non è scritto da nessuna parte che tale rappresentanza costituisca una casta ristretta. Non siamo forse “tutti uguali”? Esseri umani, nient’altro. Come si è reso possibile che un titolo, una semplice parola accostata a un nome, funga da passepartout per così tante non porte ma portoni? Dicono che siano necessari a causa delle troppe spese, dei troppi viaggi, delle troppe responsabilità. Chi di loro è andato a parlare di spese e di responsabilità con le famiglie degli imprenditori e degli operai suicidi? Probabilmente avevano troppo poco tempo?
Di certo fare il politico oggi è proprio un lusso. Basti pensare alla rapidità con cui è stata ritrovata nei giorni scorsi la bicicletta rubata del vice premier Angelino Alfano. In vacanza ad Agrigento, mentre era in mare per un giro in barca gli è stata sottratta la bicicletta, ritrovata pochi giorni dopo grazie a delle telecamere di sorveglianza. La stessa rapidità, è evidente, con cui si ritrovano ogni giorno macchine e motorini rubati in tutto il territorio nazionale.
Benedetta Intelisano
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