È morto per insufficienza renale a 88 anni, il 2 luglio 2013, lo statunitense Douglas Engelbart, inventore del mouse. La Storia, soprattutto quella dell’informatica, perde una figura importante, forse un po’ sconosciuta, ma sicuramente rappresentante una pietra miliare. Nato a Portland, in Oregon, nel 1925, Engelbart ha avuto fin da adolescente una passione veemente per l’interazione uomo-macchina, che lo ha portato a conseguire, nel 1948, una laurea in Ingegneria Elettronica presso l’università statale della sua stessa città natale; sono seguite poi nello stesso ambito varie specializzazioni a Berkeley, tra cui anche un PhD nel 1955.
Da ragazzo, dunque, Engelbart si appassiona d’informatica (disciplina, a quel tempo, ancora embrionale) e, dopo gli studi, partorisce alcune delle più importanti ricerche che saranno alla base dell’ipertesto, delle reti di computer, delle interfacce grafiche e dei modi “moderni” di concepire l’utilizzo dei calcolatori. La svolta avviene il 21 giugno 1967, quando Douglas ottiene finalmente il brevetto per quello che lui chiama indicatore di posizione X-Y per display, ma che sarà, di fatti, il primo mouse nella Storia. Il termine più semplice, “topo”, verrà dato al dispositivo da Engelbart in un secondo momento perché la forma dell’oggetto da lui costruito gli ricordava, appunto, quella di un ratto, dove il filo elettrico di collegamento stava (e sta) a rappresentare la coda. La dimostrazione di come far funzionare il mouse e per cosa usarlo si svolse nel 1968, durante la Joint Computer Conference al Convention Center di San Francisco. Tutti rimasero sbalorditi dall’intuizione di Engelbart di utilizzare un puntatore di ordinate e ascisse all’interno di un’interfaccia grafica, anche se il primo mouse, ancora molto rudimentale, era costituito semplicemente da un guscio di legno con sopra un unico pulsante, posto sopra due ruote di metallo. Purtroppo soltanto 14 anni più tardi, ovvero dopo la scadenza del brevetto, la Xerox produsse e commercializzò il primo computer dotato di mouse; e questo salto temporale non permise a Engelbart di arricchirsi. Tuttavia, fu allora che Steve Jobs vide il progetto e ne rimase folgorato, decidendo così di perfezionare quell’invenzione per implementarla ne suoi futuri Macintosh; nacquero allora l’Apple Lisa e soprattutto il Mac. Solo con questi primi personal computer, che all’epoca costavano più di un’automobile, si ebbero le prime vendite su larga scala di macchine con il mouse in dotazione. In ogni caso, anche se non si è arricchito, il primato e il brevetto vanno Douglas Engelbart, uno dei padri e pionieri dell’informatica così com’è conosciuta oggi.
Alberto Molino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Fondatore di Voci di Città, ex direttore responsabile dello stesso, ora cura la rubrica di tecnologia di NewSicilia, ha lavorato al Quotidiano di Sicilia, ha collaborato con Sicilia Journal, ha pubblicato un romanzo e un racconto, ha 26 anni ed è laureato in Scienze della Comunicazione. Quando ne aveva 18 ha vinto un premio nazionale per avere diretto il migliore giornalino scolastico del Paese. Definito da alcuni fascista e da altri comunista, il suo vero orientamento politico non è mai stato svelato, ma una cosa è certa: Molino non lo ferma nessuno, tranne forse la sua ragazza.