Nella notte dello scorso sabato, il Partito Democratico ha reso pubbliche le liste ufficiali per le candidature alle prossime elezioni politiche. Sono quindi stati resi noti, sia per i collegi uninominali che per quelli proporzionali, i nomi di coloro che ambiscono a ottenere un posto in Parlamento. Le modalità ed i criteri di scelta, nonchè i nomi dei soggetti designati, hanno però scatenato una polemica interna che ha portato molti autorevoli esponenti del partito a prendere le distanze da quanto deliberato.
Vi sono state illustri esclusioni, quali Gianni Cuperlo, Ermete Relacci e Nicola Latorre. Presente, invece, De Vicenti, che da alcune settimane s’era scontrato a distanza con il segretario Matteo Renzi. Il ministro sarà candidato nell’uninominale di Sassuolo, al posto proprio di Cuperlo, che aveva rifiutato la candidatura in un territorio ritenuto distante dal raggio di azione della propria abituale attività politica. Mancano del tutto nelle liste per la Camera dei deputati gli under 30, preferiti quindi i colleghi più anziani. Polemica è la dichiarazione di Mattia Zunino, segretario dei Giovani Democratici, che si definisce amareggiato per un’importante occasione perduta.
La sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, sarà invece candidata nell’uninominale di Bolzano e nei proporzionali di Cremona-Mantova, Guidonia-Velletri, Messina-Enna, Marsala-Bagheria. Renzi, invece, sarà capolista al Senato in Umbria e correrà per l’uninominale di Firenze. Luca Lotti sarà candidato all’uninominale alla Camera di Empoli, mentre Beatrice Lorenzin a Modena. «Renzi si è chiuso per dieci giorni in una stanza con le liste, aggiungendo e togliendo con la penna. Io ci ho parlato più volte, inutilmente. Anche perché sono state calpestate tutte le regole dello Statuto, che prevede un preciso iter»: ha dichiarato il governatore pugliese, Michele Emiliano, critico nei confronti di una presunta arbitrarietà delle scelte del segretario. «In una notte il partito democratico è stato trasformato nel partito di Renzi»: ha dichiarato invece l’esponente di Liberi e Uguali, Massimo d’Alema.
Le liste dei candidati, pubblicate dopo l’una di notte, lasciano intuire una serie di dissidi interni forse mai affrontati, e quindi non risolti. Complice anche la scarsa presenza di candidati esponenti di minoranza. Resta quindi lo specchio di un centrosinistra sempre più spaccato, contrariamente, invece, al blocco del centrodestra: anch’esso caratterizzato da dissidi e disaccordi (ben più profondi, in realtà, di quelli interni al PD), ma elettoralmente ben compatto.
Francesco Laneri
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