Lo studente bolognese Patrick Zaki sarà scarcerato “anche se non è stato assolto” dalle accuse: lo hanno riferito alcuni avvocati al termine dell’udienza tenutasi oggi a Mansoura, in Egitto.
La notizia è stata accolta dalla famiglia, presente all’udienza, con una incontenibile gioia. Il giovane non era in aula al momento della decisione. La decisione del tribunale, emanata con la forma dell’ordinanza, non è appellabile. Dunque, Zaki potrebbe essere liberato già oggi.
Gli appelli delle autorità italiane, la petizione su change.org, la richiesta della cittadinanza italiana del giovane e, soprattutto, la speranza mai perduta, tutto questo oggi si riassume in tre parole: Patrick Zaki libero (anche se non assolto).
Il Ministro degli Esteri, Luigi di Maio, accoglie con soddisfazione la notizia, commentando: “il primo obbiettivo è stato raggiunto“. Anche Palazzo Chigi fa sapere: “seguiremo la vicenda con massima attenzione“.
Zaki è rinchiuso in una cella da 669 giorni. Tutto è iniziato quando è stato arrestato al Cairo, dove stava rientrando per le vacanze con la famiglia. Le accuse mossegli sono quelle di diffusione di notizi false. Zaki, infatti, scriveva un articolo in cui raccontava le discriminazioni subite dalle minoranze cristiane copte in Egitto, cui il ragazzo appartiene.
Adesso Zaki, che ha compiuto 30 anni in cella, dove è rinchiuso dal febbraio 2019, inizierà a scrivere un nuovo capitolo della sua vita in attesa della prossima udienza che si terrà l’1 febbraio.
Maria Giulia Vancheri
Fonte immagine: Wikimedia commons – Egyptian Initiative for Personal Rights
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Maria Giulia, che in una parola si definisce logorroica, è una studentessa 24enne di giurisprudenza, a Catania. Dopo anni passati sui libri ha pensato bene di iniziare a scrivere per non infastidire più chi non volesse ascoltare le tante cose che aveva da dire. Riconosce di essere fashion… ma non addicted. Ama il mare e anche durante la sessione estiva non rinuncia alla sua nuotata giornaliera, che le rinfresca il corpo e i pensieri.
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