E se sparisse l’Unione Europea? È il day after tomorrow presagito da Martin Shultz, Presidente del Parlamento europeo dal 2012. «Sono all’opera forze che vogliono dividerci, futuro a rischio; se non fermiamo i nazionalismi tra dieci anni l’Unione potrebbe sparire», così ha dichiarato Shultz in un’intervista rilasciata al giornale La Repubblica. Dinanzi, infatti, all’allarme lanciato di recente dal ministro degli Esteri del Lussemburgo, Jean Asselborn, secondo il quale l’Unione Europea sarebbe in pericolo di disfacimento, Shultz ha affermato: «Dobbiamo impedirlo».
1914-1918 sono gli anni della Grande Guerra; 1929-1945 sono, invece, gli anni della seconda guerra mondiale; si tratta di due riferimenti storici che dovrebbero far riflettere sull’importanza del mantenimento di un’Europa unita e aperta. «Un’Europa del nazionalismo, delle frontiere e dei muri sarebbe devastante, poiché in passato ha portato alla catastrofe» sostiene a tale riguardo Shultz. Guardando, inoltre, allo scenario politico europeo, nel 2017 oltre al referendum di Londra per decidere di uscire dall’UE, la Francia avrà le proprie elezioni presidenziali e il fatto che il Front National dell’ultra nazionalista ed euroscettica Marine Le Pen risulti essere il favorito non lascia certo sperare in una deriva migliore per le sorti dell’Unione Europea.
Oggi, il clima che si respira in Europa è certamente quello di terrore e chiusura. I tragici fatti del passato 13 novembre a Parigi hanno chiaramente contribuito ad accrescere il senso di incertezza e paura che il terrorismo internazionale sta, ormai da tempo, diffondendo in Europa e nel resto del mondo. Ma, così come ha sostenuto Shultz durante l’intervista, «nessun Paese da solo può fronteggiare sfide come le migrazioni, il mutamento climatico, il commercio, la criminalità organizzata e il terrorismo».
È arrivato, dunque, il momento di intervenire per rispettare il lavoro di cooperazione fatto negli anni cinquanta dai nostri padri fondatori che ha reso possibile la nascita di un’Europa di pace, stabilità ed unita.
Ester Sbona
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