L’UNRWA è un’agenzia delle Nazioni Unite che da diversi anni opera nel settore degli aiuti umanitari diretti solo ai profughi palestinesi, vittime da più di dieci anni di una guerra sulla striscia di Gaza, in Medio Oriente, che non accenna ancora a finire. Grazie a tale agenzia milioni di bambini palestinesi, che vivono nei campi profughi dislocati tra il Libano, la Giordania, la Siria, la Cisgiordania e la stessa Striscia di Gaza, hanno la possibilità di andare a scuola, di usufruire di un’assistenza sanitaria e di essere in grado di sopravvivere. Tutto questo oggi potrebbe terminare per sempre a seguito della recente decisione del contestatissimo presidente USA, Donald Trump, di tagliare i fondi americani destinati al’UNRWA.
A tal proposito, la comunicazione dei tagli finanziari all’UNRWA sembrerebbe essere una conseguenza della recente decisione di Trump di spostare la sede dell’ambasciata americana in Israele dalla città di Telaviv a Gerusalemme, suscitando la reazione di protesta del popolo palestinese. Si pensi, a tal proposito, come ricorda all’HuffPost Filippo Grandi, Commissario generale dell’UNHCR e attuale capo, seppure a termine, dell’UNRWA, alla decisione storica dell’amministrazione israeliana di demolire le case palestinesi presenti a Gerusalemme est. «Quando sono arrivato a Gerusalemme, nel 2005, pensavo di sapere molto di un conflitto con il quale la nostra generazione era tutto sommato cresciuta; mai nella mia vita avrei immaginato la grandezza di misura e la gravità dell’ingiustizia perpetrata sui palestinesi», così dichiara Grandi all’HP.
A ciò si aggiunge quanto rilevato da un recente report dell’organizzazione Save the Children, attiva dal 1919 a livello internazionale per la tutela dei bambini vittime di guerra, secondo il quale oggi non sarebbe più possibile per i bambini palestinesi vivere a Gaza a causa dei disagi legati alla mancanza di acqua potabile e alla ridotta fornitura di energia elettrica, tutte chiaramente conseguenze del conflitto israelo-palestinese ancora in atto. Dal canto proprio, l’ambasciatore dello Stato ebraico all’ONU, Danny Danon, si è dichiarato soddisfatto della decisione USA, considerandola giusta perché l’UNRWA, come afferma egli stesso, «fa un uso massivo degli aiuti umanitari della comunità internazionale per sostenere la propaganda anti-israeliana e incoraggiare l’odio. È tempo di porre fine a questa assurdità».
Intanto, il taglio dei fondi americani all’UNRWA provocherà una riduzione del 25% dei kit sanitari e del 30% della distribuzione di beni di prima necessità destinati ai profughi palestinesi. Non resta che sperare che una condizione del genere non si attui.
Ester Sbona
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.