La città di Ras al-Ayn sotto attacco dalla Turchia. I curdi accusano il governo di attaccarli con armi non convenzionali, a base di fosforo bianco. Tra le armi usate risulta anche lo spaventoso Napalm. Nel frattempo le vittime aumentano: l’America manda un avviso e l’Italia blocca la vendita di armi.
Ras al-Ayn è una città siriana situata sul confine con la Turchia. Popolata da circa 30 migliaia di persone, ed è sotto attacco delle forze turche. Nonostante le negazioni da parte di chi sta compiendo l’offensiva, gli altri paesi non restano indifferenti. A Ras al-Ayn, da diversi giorni e da come riportato da Mustafa Bali, la Turchia si sarebbe spinta al punto di usare anche armi a base di fosforo bianco e il pericoloso Napalm. Chi è Mustafa Bali? Il capo della comunicazione delle Forze democratiche Siriane. Da un suo post sui social, Bali ha invitato i maggiori paesi a controllare, attraverso esperti e squadre speciali, le ferite che hanno colpito i “combattenti”. I soldati curdi situati nella città di Ras al-Ayn avrebbero riportato gravi ferite, registrate dalle agenzie Hawar e Anha.
Le vittime, tuttavia, non sono solo uomini armati, ma anche civili e bambini che sarebbero stati travolti dall’esplosione di bombe al fosforo. Diversi frammenti dei video mostrano bolle e ustioni di alto grado sulla pelle di innocenti.
Mentre la città siriana viene bombardata da continui raid aerei, e le forze curde sono costrette a lasciare il territorio ai turchi, Italia e America non sono ferme e indifferenti. Gli Stati Uniti d’America si impongono sulla Turchia a causa di questi attacchi. Mentre gli stessi Americani distruggono basi di armamenti proprie, per evitare che finiscano in mani nemiche, Trump cerca di stabilire contatti con Erdogan. Le sanzioni sono state inviate ai ministeri dell’Energia e della Difesa, ma il premier turco sembra ignorare quasi completamente le richieste da parte degli altri paesi. Tuttavia le sanzioni da parte degli Usa non sono un bluff, Trump ha più volte ripetuto “di essere pronto a distruggere l’economia turca. L’Italia ha da diversi giorni bloccato l’esportazione di armi, di ogni tipologia, con il paese sull’offensiva, così come si è espresso il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Il Willie Pete, conosciuto meglio come Fosforo Bianco (White Phosphorous), è una forma allotropica del fosforo. In chimica, si definisce una forma allotropica una determinata disposizione della struttura cristallina, del fosforo in questo caso. Cosa ha a che fare questo WP con gli attacchi da parte della Turchia ai curdi? Si tratta di una sostanza che, solo a contatto con l’aria, è capace di prendere fuoco e non smettere finché il materiale non si consuma, rilasciando anche una grande quantità di fumo. Queste fiamme sono forti, estese, capaci di danneggiare un obiettivo per ore e ore, a prescindere dal fatto che sia una persona o un palazzo. Le fiamme causate dalle bombe al fosforo bianco sono tali da riuscire a durare anche per giorni, causando sui corpi delle persone ustioni gravissime. Gli effetti secondari sono vesciche, parti del corpo letteralmente bucate ed incenerite, ferite così gravi da richiedere cure e terapie costanti. Altrettanto dannoso è il fumo causato da queste armi, che attraversa le vie respiratorie bloccando molto facilmente la respirazione.
I video riportati dalle due agenzie curde, sopra citate, sono video che mostrano bambini travolti da fiamme, che ora negli ospedali riportano vesciche enormi, macchie sulla pelle, arti travolti da fiamme molto estese e forti.
L’inizio dell’operazione turca chiamata “Fonte di Pace” ha avuto inizio il 9 Ottobre. Il fine di questa operazione è quello di allontanare le milizie curde considerate gruppi di armate terroristiche. In seguito, riportare i rifugiati siriani nel paese.
Questo piano procede anche con la creazione di una “zona cuscinetto” sul confine con la Siria, motivo per cui la città bersaglio è proprio Ras al-Ayn. Quest’ultima è una città che confina perfettamente con la Turchia e non c’è voluto molto che diventasse il primo bersaglio delle forze di Ankara, poiché la “zona cuscinetto” verrà creata proprio a Nord-Est della Siria. Tuttavia all’inizio era stato premesso uno spazio di 30 km, che non è stato considerato sufficiente per reintrodurre i rifugiati siriani (due milioni di persone). Da qui le minacce di Erdogan di aprire le frontiere e mandare i rifugiati in Europa anziché riportarli in Siria.
Dopo la ritirata delle truppe americane dal Nord-Est del territorio siriano, per non ostacolare l’operazione turca, i curdi si sono sentiti “traditi”, in quanto gli Usa avevano garantito loro protezione in cambio di alcuni avamposti liberi. La loro “uscita di scena” ha permesso con più facilità alle truppe turche di iniziare un assedio.
I curdi non hanno un territorio loro: sono divisi tra Iran, Turchia, Iraq e Siria. Rivendicano la loro indipendenza, rivendicano la loro libertà e autonomia politica e culturale. Stanno combattendo per farsi riconoscere il Kurdistan come loro territorio, loro paese.
Questi fatti risalgono alla fine della prima guerra mondiale, in seguito alla caduta dell’Impero Ottomano. Inizialmente proposto nel trattato di Sèvres del 1920, lo Stato curdo non venne riconosciuto con il trattato di Losanna del 1923. I curdi iniziarono così ad essere presi di mira da diversi paesi tra cui proprio Iran, Iraq e Turchia. Gli scontri arrivarono al punto da portare manifestanti e lavoratori contro il governo turco di Ankara, negli anni ’80: il PKK guidato da Apo, oggi cittadino onorario italiano. Dal 2001 il PKK ha smesso di usare le armi ed è considerata da molti paesi, anche esterni all’Unione Europea, come organizzazione terroristica.
Davide Zaino Pasqualone
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