La pandemia ridisegna gli spazi e i confini delle città, con particolare impatto sulle zone universitarie. La didattica a distanza e le incertezze sulla ripresa delle lezioni in presenza portano a una contrazione nella domanda di alloggi, con conseguente frenata del caro affitti: a evidenziarlo una ricerca condotta da immobiliare.it, tra i primi portali in Italia per la ricerca di immobili.
Lo studio del portale di annunci rivela che, nel 2020, la disponibilità di camere si mostra aumentata del 149% rispetto al 2019. Le quattro città ad aver subito il maggior incremento nella disponibilità sarebbero, nell’ordine, Milano (con un incremento record del +290%), Bologna (+270%), Padova e Firenze (queste ultime con un’offerta quasi triplicata). Pisa la città a mostrare l’incremento minore (+12%).
Secondo le più elementari leggi del marcato immobiliare, frena così il caro affitti: a livello nazionale, nessuna impennata dei prezzi su questa tipologia di alloggi. Alcune città, nello specifico Palermo e Siena, hanno inoltre registrato un’oscillazione in negativo (rispettivamente del -9% e del -12% rispetto al 2019).
Le esperienze degli studenti non sono uniformi e le opinioni sul tema appaiono discordanti. Se c’è chi ha avuto a che fare con proprietari accomodanti e diminuzione dell’importo dell’affitto, c’è anche chi ha dovuto lasciare la propria stanza e così il proprio ambiente universitario a causa dell’impatto socio-economico dell’emergenza.
“Sono stata fortunata, il mio proprietario mi ha dimezzato l’affitto per sei mesi. A ottobre riprenderò il prezzo pieno,” testimonia Ginevra, studentessa fuorisede dell’Università di Bologna “Molte altre persone, però, si sono trovate malissimo e hanno lasciato la casa. Un mio amico pagava 400 euro per una singola e così ha deciso di lasciarla. Altri, pur pagando tanto, hanno deciso di mantenere il proprio alloggio per paura di non trovare nient’altro.”
Bologna, in effetti, è notoriamente una delle città universitarie dove trovare un alloggio è più difficoltoso: a pesare sulla disponibilità degli immobili, almeno pre-pandemia, il sempre maggiore numero di stanze affittate a turisti tramite gli annunci Airbnb.
“Personalmente non ho avuto problemi, mi hanno abbassato l’affitto per il periodo in cui non ci sono stata (durante parte del lockdown, ndr). So però di altre persone che hanno lasciato la stanza per non tornare e seguire le lezioni online da casa, perché i proprietari non gli sono minimamente venuti incontro,” è l’esperienza di Olivia, studentessa dell’Università di Trento.
Secondo le associazioni studentesche locali, Trento sarà una delle città universitarie a soffrire la maggiore emorragia di studenti: secondo Udu Trento, circa 5.000 studenti non faranno ritorno in città in occasione dell’inizio delle lezioni.
Agata Virgilio
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