È questa l’idea che circola in Spagna per voce del primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, che ha affermato come sia arrivato il momento di monitorare la pandemia in maniera diversa per viverci e conviverci davvero. “La Spagna mette a punto un sistema per monitorare il Covid come influenza comune“, titola il quotidiano El Pais. «Abbiamo le condizioni per aprire, gradualmente e con cautela, il dibattito a livello tecnico ed europeo, per iniziare a valutare l’evoluzione di questa malattia con parametri diversi da quelli che abbiamo usato fino a ora», ha affermato Sanchez in un’intervista alla radio Cadena Ser.
Le “sentinelle” del Covid
Le autorità sanitarie spagnole stanno lavorando da mesi per mettere a punto un piano in cui la facciano da padrone le “sentinelle”. «Invece di denunciare ogni caso di Covid che viene rilevato nel Paese, cosa insostenibile nel lungo periodo, verrà scelto in modo strategico un gruppo di medici delle scuole primarie o dei centri sanitari, unito agli ospedali, per fare da testimoni».
L’obiettivo sarà fare controlli a campione, di cui saranno incaricate le “sentinelle”, nelle varie aree di aggregazione definite “chiave”: dalle scuole, alle università, agli ospedali. Da questi campioni verranno estrapolati quelli ritenuti più utili per comprendere come si propaga la malattia, in quali forme e in quali luoghi. Insomma, si tratterebbe di un piano per continuare a tenere d’occhio il Covid, senza restarne vittime.
I responsabili del Centro per il Coordinamento delle Allerte e delle Emergenze Sanitarie (CCAES), quelli del Rapporto Allerte, dove sono rappresentati i tecnici di tutte le comunità autonome e quelli del Centro Nazionale di Epidemiologia (CNE) hanno in programma diversi incontri per discutere di questo cambio di rotta di filosofia: quando e come verrà concretamente attuato.
«Ora, data l’enorme trasmissibilità del covid, è una sfida molto grande rispettare rigorosamente i protocolli di sorveglianza universali, sta diventando impossibile», spiega a El Pais Amparo Larrauri, capo del gruppo di sorveglianza per l’influenza e altri virus respiratori al CNE. «Infatti, i protocolli hanno già cominciato ad allentarsi e non sono più richiesti i test dei contatti diretti dei positivi se ad esempio non presentano sintomi», aggiunge. «Di fronte a questa nuova realtà, stiamo lavorando al passaggio dalla sorveglianza universale a una sentinella di infezione respiratoria acuta lieve nelle scuole primarie e grave negli ospedali».
È chiaro il sistema deve essere collaudato per poter produrre i suoi risultati: «La strategia sentinella deve essere consolidata», conclude Larrauri.