Dopo un iniziale sgomento, la morte delle due studentesse dell’Università statale di Milano ha fatto scattare l’allarme di una possibile diffusione di meningite che potrebbe intaccare progressivamente un numero maggiore di soggetti. La prima vittima è stata Alessandra Covezzi, studentessa di chimica, deceduta lo scorso 26 luglio; la seconda è stata Flavia Roncalli, anche lei studentessa del medesimo dipartimento a Milano e venuta a mancare mercoledì 28 dello scorso novembre. L’Istituto superiore di sanità a Roma, con delle accurate analisi, ha riscontrato un nesso tra i decessi delle due giovani avvenuti a quattro mesi di distanza l’uno dall’altro, individuando per entrambi i casi la presenza della meningite di tipo C. Adesso non resta che individuare di quale sottotipo batterico si tratti, al fine di avere prove certe sull’effettivo collegamento tra i due recenti casi riguardanti le studentesse e i molti casi di meningite degli ultimi due anni registrati, in particolar modo, nelle zone della Toscana.
Nel frattempo, la paura di un contagio imminente ha fatto scattare, con fini precauzionali, una vaccinazione di massa per 140 studenti e docenti dell’ateneo milanese, la cui data è fissata per il 9 dicembre. «Sicuramente è curioso che ci siano stati due casi nello stesso luogo: potrebbero essere due portatori diversi, oppure lo stesso. Lo sapremo solo confrontando i due batteri. In ogni caso, non è raro trovare un portatore sano: in Italia lo è il 15 per cento della popolazione» ha dichiarato Giorgio Ciconali, direttore del dipartimento di igiene pubblica dell’Ats.
Il sottotipo di meningococco C individuato negli ultimi anni in Toscana era l’St11, che ha causato esattamente 58 casi di malattia con 13 decessi. Il contagio, come avvertono gli specialisti, avviene quasi sempre per via aerea e con un contatto prolungato con il portatore. In conclusione, i risultati delle analisi momentanamente in corso offriranno responso per comprendere se esista un filo conduttore tra tutti i decessi verificatisi negli ultimi due anni, con l’obiettivo di provvedere successivamente ad un efficace vaccinazione che serva sia a fronteggiare il virus, che a sedare la fondata preoccupazione generale.
Francesco Laneri
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