MILANO – Una scuola svizzera situata nel capoluogo della Lombardia, in via Appiani 21, ha inserito nel maggio scorso un articolo del suo regolamento che proibisce l’iscrizione nel suddetto istituto a tutti i bambini affetti da disturbi dell’apprendimento o con disabilità. Una misura inaccettabile, considerata l’abolizione nel 1977 di qualsiasi forma di classe differenziata che mirasse all’eclusione di individui portatori di handicap. Il caso ha scatenato una forte polemica che ha sollecitato l’intervento persino del ministero dell’Istruzione: «Stiamo facendo tutte le verifiche del caso e poi valuteremo se ci sono i margini per una azione legale nei confronti della Scuola Svizzera di Milano. Quando ho letto stamattina l’articolo ho pensato ‘non ci credo’: in Italia abbiamo una legge che, dal 1977, supera le classi differenziali, noi siamo per l’inclusione e l’inserimento. Questo vuol dire che i bambini, con le loro differenze, possono stare insieme nella stessa classe» ha dichiarato il ministro Valeria Fedeli, rimasta basita a causa degli avvenimenti appena menzionati.
Unito alla reazione di indignazione del Ministero anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, che dichiara sul suo profilo Facebook: «Tutto questo è inaccettabile. È l’esatto contrario del modello inclusivo di scuola che è previsto in Italia. Questa non è la Milano che vogliamo». Forte anche la reazione del Partito Democratico e di Forza Italia; peraltro Comazzi, esponente del centrodestra, minaccia di appellarsi al consolato svizzero qualora il regolamento non venga modificato in tempi brevi. L’istituto privato incriminato, in quanto scuola svizzera, non percepisce fondi pubblici ma il diploma rilasciato, secondo un accordo tra il governo italiano e quello svizzero, gode del medesimo valore di un qualsiasi diploma conseguito in un istituto italiano. Non sarà quindi possibile archiviare la questione, ma occorrerà al più presto un intervento delle istituzioni per rimediare a questo increscioso episodio.
Il consiglio dell’istituto, peraltro, sconsiglia l’iscrizione a coloro i quali soffrano di gravi handicap motori, a causa della mancanza di ascensore nell’edificio. La Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità) si è subito espressa accodandosi ai cori di generale indignazione. Uno delle più grandi problematiche dell’istruzione italiana è la mancanza di misure idonee ad accogliere i giovani con difficoltà di varia natura. Le soluzioni non sono ancora state trovate, ma il rifiuto non può mai essere una soluzione.
Francesco Laneri
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