Il 2 ottobre 2017 viene assegnato, presso il Karolinska Institutet di Stoccolma, il Premio Nobel agli studiosi della cronobiologia. I vincitori sono i genetisti americani: Jeffrey C. Hall, nato nel 1945 a New York. Nel 1971 consegue il Dottorato presso l’Università di Seattle e il secondo dottorato alla California Institute of Technology nel 1973. Nel 1974 comincia il suo lavoro alla Brandeis University dove resterà fino al 2004 quando è nominato professore associato della University of Maine. Michael Rosbash, nato nel 1944 nasce a Kansas City; consegue il dottorato al MIT (Massachusetts Institute of Technology) nel 1970. Successivamente, all’Università di Edimburgo, frequenta un post dottorato. Nel 1974 diventa un ricercatore dell’Università Brandeis, insieme al collega Hall. Michael W. Young: classe 1949, nasce a Miami; nel 1975 si laurea presso l’Università del Texas e conduce attività di ricerca alla Stanford negli anni tra il 1975 e il 1977. Dal 1978 è professore all’Università Rockefeller a New York.
Hall, Rosbash e Young hanno sbirciato nel nostro orologio biologico e ne hanno chiarito il funzionamento interno. Studiando i “ Drosophila Melanogaster”, comunemente noti come i moscerini della frutta, assumendoli come modello, hanno isolato il gene responsabile dell’ orologio cellulare che regola il normale ritmo quotidiano, grazie alla sua capacità di codificare una specifica proteina, PER, che si accumula nella cellula di notte e che poi di giorno è degradata. Essi si sono spinti più in profondità studiando e individuando anche altri protidi di questo complesso sistema, che svolgono alcune delle funzioni che svelano e permettono il funzionamento dell’orologio cellulare autosufficiente. Con estrema esattezza, l’orologio biologico interno agli esseri viventi regola le nostre funzioni organiche adattandole alle fasi diverse del giorno. Regola, così, funzioni preminenti come il metabolismo, il sonno, la temperatura del corpo e i livelli ormonali. Tale scoperta, acclamata come “ecologica”, mostra il profondo legame tra il nostro ambiente biologico interno e l’ambiente esterno che, quindi, influenza la salute, determinando variazioni fisiologiche in base all’ora del dì.
In conclusione è da citare l’annuncio della vittoria, che spiega in modo eclatante i meriti di questo risultato. «La vita sulla Terra si è adattata alla rotazione del pianeta. Da molti anni sappiamo che gli esseri viventi, inclusi gli uomini, hanno sviluppato un orologio interno che li aiuta ad armonizzarsi con il ritmo regolare del giorno e della notte. Ma come funziona esattamente il meccanismo? Hall, Rosbash e Young sono riusciti a guardare all’interno di questo orologio e scoprire il suo funzionamento. Le loro scoperte spiegano come le piante, gli animali e gli uomini riescano a modellare il loro ritmo vitale per sincronizzarlo con la rotazione della Terra».
Gilda Angrisani
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