Saint Etienne – Auxerre è stata la partita che ha sancito la retrocessione in Ligue 2 della squadra di casa dopo diciotto anni di permanenza. Il 31 maggio 2022 è una data che il calcio francese ricorderà per molto tempo a causa dei disastri avvenuti poco dopo il fischio finale, quando i giocatori e i tifosi dell’Auxerre festeggiavano la promozione in Ligue 1 dopo aver vinto ai rigori per 4-5.
Un’invasione di campo da parte dei tifosi del Saint Etienne con tanto di gas lacrimogeni che ha fatto scappare i giocatori di entrambe le squadre negli spogliatoi. Il risultato porterà di 41 feriti tra poliziotti, giocatori e tifosi. Una feroce protesta contro la società e gli stessi calciatori. E proprio a causa di questo episodio la squadra comincerà il campionato cadetto 2022/2023 con qualche punto di penalizzazione.
L‘Equipe intitolerà il giorno dopo sul proprio giornale ‘Il Saint Etienne la pagherà a caro prezzo.’
Ma perché tutta questa rabbia da parte dei tifosi?
Il Saint Etienne è una delle squadre più titolate di Francia con 10 campionati vinti, 6 Coppe di Francia, 5 Supercoppe francesi, 1 Coppa di Lega francese e con il raggiungimento anche di una finale di coppa di campioni nel 1976 persa a Glasgow contro il Bayern Monaco. Tutto sommato una squadra che vanta un ottimo palmarés.
Ha vissuto gli anni d’oro tra la fine degli anni ’50 e la fine degli ’70, e proprio a cavall tra gli anni ’70 e ’80 militava un certo Michel Platini. Nel 1982, la società fu colpita da uno scandalo finanziario, il quale ha portato la squadra sempre più verso il baratro. I tifosi, però, hanno sempre mostrato il loro supporto. D’altronde erano sempre la squadra francese più titolata e lo sarebbero stati ancora per un bel po’.
Dopo alcuni anni tra promozioni e retrocessioni, la squadra riuscì a ritrovare un certo equilibrio. Dopo ventisei anni dall’assenza nelle coppe europee, nel 2007/2008 riuscirono ad arrivare quinti in campionato e a qualificarsi per la Coppa Uefa. L’anno dopo, però, persero agli ottavi contro il Werder Brema, che in seguito arrivò in finale, e arrivarono diciassettesimi in campionato.
La tifoseria dei Les Verts proprio in quei due anni vinse per due volte consecutive, nel 2008 e nel 2009, tre anni se contiamo anche il precedente nel 2007, un riconoscimento come miglior tifoseria del campionato francese. E nonostante questo riconoscimento persero la pazienza.
Questa perdita della pazienza era giunta però anche in occasione di uno scandalo precendente, nel 2001, che colpì nuovamente il club. Il Saint Etienne aveva acquistato due attaccanti brasiliani, Alex ed Aloisio, nel 1999, e stava avendo buoni risultati. I tifosi speravano di tornare ai fasti di un tempo, ma nel 2001 proprio i due attaccanti brasiliani subirono una squalifica per quattro mesi per aver usato dei passaporti falsi.
E non è finita qui. Lo scandalo dei passaporti falsi riguardò anche alcuni dirigenti del club. La squadra ricevette sette punti di penalizzazione e di conseguenza la retrocessione in Ligue 2.
L’inesorabile declino del Saint Etienne, di cui ancora oggi è vittima, porta un solo nome: deindustralizzazione, o almeno è l’ipotesi più plausibile. Prima però facciamo un passo indietro per capirne le dinamiche.
STORIA DELLA CITTÀ E DELLA SQUADRA
Saint Etienne è sicuramente una delle città più importanti della Francia dal punto di vista storico. Nel suo passato conta un grande sviluppo industriale (XIX sec.), ed è stata eletta capitale del design dall’UNESCO proprio in questo secolo. Unica città francese a ricevere quest’onore, che fa dell’arte moderna e contemporanea una sua peculiarità. Infatti, è presente la seconda migliore collezione d’arte che va da Picasso a Léger, da Dubuffet a Warhol e tanti altri. Seconda al Centre Pompidou presente e a Parigi.
Saint Etienne non è una città grandissima, conta all’incirca 175 mila abitanti, ma sa il fatto suo. Nei primi del ‘900 grazie alla scoperta di alcuni bacini carboniferi, che poi se ne conteranno 900, la città francese avvierà un processo di estrazione di carbone. In queste miniere lavoreranno gran parte immigrati, tra cui anche noi italiani. Facendo quindi evolvere un ampio capitale che portò alla prima ferrovia in Francia che da Saint Etienne portava a Lione. Ed in seguito ad un’economia basata sul sviluppo industriale.
Conosciuta anche come la città dell’arma, dei cicli e del nastro, la fama della città è legata anche a Geoffry Guichard. L’uomo in questione è stato un imprenditore. Cominciò da un piccolo magazzino dal nome Casino, fino a crearsi un proprio marchio, ma soprattutto a creare qualcosa di inaspettato. Infatti, Guichard, creò una società di mutuo soccorso che salvaguardava la salute dei suoi lavoratori, e nel frattempo si interessava anche dei momenti di svago come la musica e il calcio. In principio chiamata association sportive du Casino, una squadra composta da lavoratori ed operai.
La squadra, prima di entrare nel vero e proprio mondo del calcio, adottò subito i colori verdi, ovvero i colori del marchio Casino. Nel 1919 venne fondata lo scheletro della squadra che poi anni più tardi entrerà a far parte del calcio professionistico. Così dopo aver cambiato nome in Amical Sporting Club, a causa del marchio presente nel nome precendente, la squadra cambia anche presidenza, passa al figlio Guichard, Pierre.
Pierre Guichard deciderà di fondere il club con l’Association Sportive Stephanois, che giocava le sue partite nello Stade Forézien universitaire, l’attuale stadio Geoffry Guichard del Saint Etienne. Il calderone o, come lo chiamano in Francia, le chaudron. Nacque così l’ASSE Saint Etienne, che nel 1932 si iscrisse al campionato professionistico francese, entrato nel professionismo proprio nel 1930.
LA SQUADRA PIÙ FORTE DELLA FRANCIA
Dopo più di vent’anni dall’iscrizione al campionato professionistico, il Saint Etienne nel 1956/’57 vincerà il suo primo campionato, partecipando anche alla Coppa dei Campioni. L’anno precedente aveva, invece, vinto la Coppa Charles Drago, precursore della Coupe de la Ligue.
Il Saint Etienne sembra avere nel sangue una certa particolarità. Nel 1961 la proprietà passò a Roger Rocher con cui l’anno dopo vince la Coppa di Francia ma retrocedette nell’attuale Ligue 2. L’anno dopo riuscì a vincere il secondo campionato da neopromossa, cioè nel 1964.
Tre anni dopo il club ingranò una nuova marcia. Rocher decise di ingaggiare l’allenatore Albert Batteux, con cui aveva vinto di tutto in Francia sia da calciatore ma soprattutto da allenatore con lo Stade Reims. Infatti, con l’allenatore nativo proprio di Reims, il Saint Etienne vincerà i tre successivi campionati, due Coppe di Francia e tre Supercoppe francesi, tra il ’67/’68 e il ’69/’70.
In quegli anni vi militavano tanti grandi calciatori: dal portiere Georges Carnus, al difensore Bernard Bosquier, al centrocampista Robert Herbin, che in seguito vincerà anche da allenatore con i Les Verts, e l’attaccante Hervé Revelli. Tra questi spiccava anche un giovane attaccante maliano Salif Keïta, zio di Seydou Keïta e Mohammed Sissoko.
Rocher era un imprenditore che aveva ereditato l’azienda mineraria di famiglia, da giovane fu soprattutto uno dei tanti minatori ad averci lavorato. Ciò che non poteva immaginare al sorgere degli anni ’70 era appunto la crisi delle industrie della città di Saint Etienne. Se dal nulla si creò l’economia di una città intera, dal nulla si stava generando un cataclisma monetario.
La città, che nel 1968 contava all’incirca 223.000 abitanti, guardava lentamente andare via alcuni dei suoi abitanti. Un andamento che si sarebbe protratto fino al 2010.
Il club inizialmente, almeno all’apparenza, non sembrava esserne colpito e continuava a vincere nel ’73/’74 vinse campionato e Coppa. Nel ’74/’75 arrivò in semifinale Coppa dei Campioni, mentre nel ’75/’76 vi arrivò in finale di Coppa dei Campioni, dove in entrambi i casi fu il Bayern Monaco ad averne la meglio.
In quelle due annate, che segnano il miglior cammino europeo dei Les Verts, Rocher decide di investire in una delle migliori aziende industriali della Francia, la Manufrance, che diverrà anche sponsor della squadra.
Nel 1980/’81 il club vinse il suo decimo campionato, ma venne travolto dallo scandalo finanziario citato nel paragrafo precedente. Il presidente Rocher venne accusato di aver effettuato dei pagamenti illeciti tra il ’77 e appunto il 1981. In quella squadra erano presenti giocatori come l’olandese Johnny Rep e il francese Michel Platini. Il primo a fine carriera qualche anno dopo tornerà in Olanda per giocare con il PEC Zwolle, il secondo andrà alla Juventus.
IL TUNNEL SENZA USCITA
Sembra quasi impossibile da pensare che una squadra che ha dominato in Francia per oltre un ventennio faccia fatica a ritrovare una via d’uscita. Infatti da quel 1982, il Saint Etienne oscillava tra Ligue 1 e Ligue 2, vincendo gran parte delle volte il campionato cadetto, ma ottendo scarsi risultati nella massima serie.
In seguito la presidenza passò ad Alain Bompard, il quale nel 2003 accettò la richiesta di acquisto da parte di Bernard Caiazzo. Nel 2004, l’attuale presidente acquistò la società e le cose hanno iniziato a mettersi molto meglio rispetti agli ultimi due decenni passati, seppur zoppicando, come scritto in precedenza.
Caiazzo cominciò ad attuare il suo programma di giovani, sia canterani ma anche come acquisti. Dalla primavera uscirono giovani interessanti come Loic Perrin, e Bafetimbi Gomis, ed in seguito due giovani ventenni vennero monitorati e poi acquistati: Blaise Matuidi e Dimitry Payet.
Nella stagione 2012/2013, il Saint Etienne vinse la Coupe de la Ligue. In quella squaddra c’erano Pierre-Emerick Aubameyang e Brandão Da lì sembro andare in discesa per i verdi. Ottennero un quinto posto nell’anno 2014/2015, e un quarto posto nell’anno 2018/2019, miglior piazzamento dopo la crisi finanziaria, ma l’anno dopo sfiorarono nuovamente la retrocessione arrivando diciassettesimi.
Nonostante tutto però, si qualificarono per la finale di Coppa di Francia, ma perdendo 1-0 contro il PSG.
Un epilogo come quello visto martedì 31 maggio era facilmente pronosticabile. La storia di una squadra gloriosa che dal 2004 in poi era stata presente nella massima serie, facendo persino fatica a mantenersi a galla in alcune annate.
Nell’aprile del 2021, infatti, il club venne dichiarato in vendita, e nella stagione appena conclusasi si è resa protagonista di un record negativo: dodici partite consecutive in Ligue 1. L’esonero dell’allenatore Claude Puel diede spazio a Julien Sablé, allenatore ad interim ed ex centrocampista dei Les Verts, ma senza successo.
Il Saint Etienne arriverà diciottesimo e perderà ai rigori i play-off contro l’Auxerre per la permanenza in Ligue 1, dopo diciotto anni di militanza.
L’ASSE Saint Etienne è sicuramente un club che ormai va rifondato da capo. L’oscillare tra buoni piazzamenti a stagioni disastrose, seppur con discreti risultati in ambito europeo, non giova alla storia del club.
Il gesto dei tifosi, seppur mai giustificabile, nasce proprio da questo, dal passato glorioso di questa società. I tifosi sono le anime portanti delle squadre, ma quando è presente una dirigenza poco raccomandabile con tanto di giocatori svogliati e contro la società la discesa negli inferi è auspicabile.
E pensare che proprio quest’anno il PSG con la vittoria del decimo campionato ha raggiunto proprio il Sain Etienne.
Il Saint Etienne è finito in questo tunnell senza via d’uscita fin quando non arriverà un altro ricco imprenditore che cercherà di cambiare la storia, ormai fatta di ricordi sbiaditi, dove però la sicurezza del cambiamento è priva di garanzie.
Simmaco Munno
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Nato e cresciuto a Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta, quando il grunge esplodeva a livello globale, cioè nel ’91, e cresciuto a pane e pallone, col passare del tempo ha iniziato a sviluppare interessi come la musica (sa mettere le mani almeno su tre strumenti) la letteratura e la linguistica. Con un nome provinciale e assonante con la parola sindaco, sogna di poter diventare primo cittadino del suo paese per farsi chiamare “Il sindaco Simmaco”.