Da tempo, ci si batte per una certa peculiarità chiamata parità dei diritti, ove le donne possano godere dei medesimi rispetto a quelli degli uomini; tuttavia, questa, sembra una strada piuttosto in salita, con donne le quali, seppur, spesso, molto più in gamba di un uomo, non sempre in grado di affermarsi e detenere titoli, nella stragrande maggioranza dei casi, assegnati, appunto, al sesso opposto. Vi sono le cosiddette “gocce nell’oceano” che si battono perché si verifichi il contrario, ma proprio perché tali, è impossibile riuscire a contrastare una realtà, all’attuale, incontrovertibile. In tal proposito è stato effettuato uno studio persino sulla valenza che viene data agli scritti scientifici redatti dal gentil sesso: i risultati? Anche in questo campo, gli uomini riscuotono un maggior apprezzamento; e non per volontà altrui, ma grazie a sé stessi.
Come riporta Focus, lo studio in questione, pubblicato sul British Medical Journal, ha, difatti, analizzato oltre sei milioni di ricerche realizzate dal 2002 al 2017, le stesse in cui, sebbene a parità di merito e di argomento, i ricercatori maschi hanno declamato notevolmente il proprio lavoro anche attraverso l’utilizzo di termini che li enfatizzassero più del dovuto; a differenza delle donne che, invece, hanno adoperato una certa “modestia” linguistica. È vero che la riuscita di un lavoro concerne il giudizio altrui, e che “volare bassi” rende ancora più in alto, ma accondiscendere, indirettamente, a determinati “standard” imposti dalla società, non fa altro che affermarli sempre più. Non sapendo che, all’opposto, l’eccezione non conferma la regola; quindi, ciò che ci vuole!
Anastasia Gambera
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