LAMPEDUSA (AG) ‒ È stata inaugurata il 30 maggio scorso nell’isola di Lampedusa la Via dei Dammusi, un percorso culturale che vuole valorizzare le tipiche costruzioni dell’isola. Scopo dell’iniziativa è realizzare un meccanismo di fruizione museale territoriale attraverso la realizzazione di percorsi tematici su base scientifica.
Nel 2006 la soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento aveva inaugurato lo spazio museale Casa di Teresa con una mostra dedicata al dammuso lampedusano. Lo spazio accoglie le specie arboree che facevano parte del paesaggio lampedusano prima del 1843. Il progetto vuole promuovere Lampedusa come «isola dell’accoglienza e dei passaggi». Nelle prossime settimane sarà presentato anche il volume Memoria del Paesaggio di Bernardo Agrò, curatore e progettista di Antiquarium Casa Teresa, che racconta i luoghi e l’importanza di custodire la memoria, al fine di preservare gli aspetti paesaggistici e ambientali.
Da studi scientifici della soprintendenza di Agrigento si evince che i dammusi sono presenti nell’isola fin dalla colonizzazione borbonica. Servivano per uso agricolo e riprendono costruzioni di epoca bizantina presenti nel deserto israeliano del Negev. Il dammuso lampedusano è correlato alla colonizzazione dell’isola avvenuta nel 1843. La preesistenza di grotte e di strutture agricole quali mandrie e muri di recisione, correlati ad una economia e ad uno sfruttamento del territorio di tipo pastorale ed agricolo. L’edificazione da parte del governo borbonico dei cosiddetti “Sette Palazzi” e delle altre abitazioni contigue che negli anni andranno a costituire il territorio urbano di Lampedusa, si dimostrerà inadeguata alla necessità dei “villici” che preferirono abitare negli antichi rifugi in prossimità dei loro appezzamenti di terreno. Il dammuso di Casa Teresa fu tra i primi costruiti a Lampedusa o il più rilevante tra quelli esistenti fino a quel momento.
Letizia Bilella
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