Maggio 2015. Carlos Tevez gioca la sua ultima partita con la maglia della Juventus e, a soli 31 anni, saluta l’Europa per una scelta di cuore: tornare in patria per chiudere la carriera con il Boca Juniors. Il primo amore non si scorda mai. O, almeno, così dicono. Una scelta da rispettare, quella dell’Apache. Anche se vederlo lasciare il Vecchio Continente dopo due stagioni come quelle vissute con i bianconeri (condite da 96 presenze, 50 reti e la vittoria di due campionati, una Coppa Italia e una Supercoppa) lascia l’amaro in bocca. Perché così presto? All’amore non si comanda. Mente e cuore, però, non andranno mai d’accordo.
E tornava alla memoria il ritorno in terra natia di un altro campione che l’Argentina ci ha regalato: Juan Sebastian Veron che, nel 2006, alla stessa età, lasciava l’Inter e l’Europa per vivere l’atto finale della sua carriera in madre patria, con la maglia dell’Estudiantes. Peccato, perché la società nerazzurra, dopo decenni, cominciava finalmente a ingranare e a vincere i primi trofei – tra cui la Supercoppa Italiana del 2005, vinta al Delle Alpi proprio con un gol della Brujita ai tempi supplementari.
L’addio di Veron, poi, non era facile da metabolizzare per il tecnico Roberto Mancini, costretto a ripartire senza le geometrie dell’argentino, ridisegnando il centrocampo sulle caratteristiche dei nuovi arrivi Olivier Dacourt e Patrick Vieira. Ma l’ex centrocampista di Sampdoria, Parma e Lazio voleva tornare a La Plata, nel club in cui aveva mosso i primi passi e in cui suo padre, Juan Ramon, aveva vinto la Coppa Intercontinentale nel 1968.
Veron rimane in campo sei stagioni, vince due campionati e una Copa Libertadores, riconquistando la maglia della Seleccion con cui disputa, tra l’altro, i Mondiali del 2010. Il 16 giugno 2012 gioca la sua ultima partita in maglia biancorossa, annunciando il suo ritiro da ogni attività agonistica. Allora, viene nominato direttore sportivo dell’Estudiantes, ma un anno dopo, a 38 anni suonati, decide di tornare in campo, versando lo stipendio percepito alle giovanili della società, in difficoltà dopo un’alluvione. A fine annata il ritorno in scrivania, stavolta nel ruolo di presidente. Poi, un mese fa, la promessa ai tifosi: “Se riusciremo a vendere il 65% degli abbonamenti del nuovo stadio, tornerò in campo per giocare la Libertadores 2017”.
Detto, fatto. A 41 anni, la Brujita, 73 presenze e 9 reti con la Nazionale argentina, ha firmato per un anno e mezzo, nel quale ha deciso di non percepire alcuno stipendio. Stipendio ricchissimo, invece, quello di Carlos Tevez. L’ex attaccante di West Ham e Manchester United ha lasciato senza troppi complimenti il Boca per accasarsi allo Shanghai Shenua, che è pronto a versargli uno stipendio da 38 milioni di euro netti per due anni – anche se, per completezza, bisogna aggiungere che il Boca guadagnerà circa 15 milioni da questa operazione. Cifre da capogiro, difficili da rifiutare. Sia per Tevez che per la società Xeneize, considerando l’età del giocatore. I tifosi del Boca, però, non hanno gradito la scelta del loro ex numero dieci, riempiendolo di critiche su Twitter. Insomma,nel giro di poche ore, a Buenos Aires, Tevez si è trasformato da idolo a traditore. Qualche chilometro più in là, invece, Veron da leggenda si è innalzato a vero e proprio mito.
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Nell’albo dei pubblicisti dal 2013, ha scritto un eBook sui reporter di guerra e conseguito due lauree. A Catania si è innamorato del giornalismo sportivo; a Londra si è tolto la soddisfazione di collaborare per il Guardian e il Daily Mail. Esperto di digital marketing e amante dei social media, nel 2017 ha deciso di tornare a collaborare con VdC di cui era già stato volto e firma nel 2012-2013.