Dopo poco più di tre mesi in cui gli appassionati di basket a stelle e strisce hanno assistito ai tanti colpi messi a segno in free agency (su tutti, LeBron James ai Los Angeles Lakers) e alle gare di Summer League e preseason, è tempo di tornare a fare sul serio: stanotte, infatti, prenderà il via la regular season NBA targata 2018-2019, da cui ci si aspettano tante conferme, sorprese e novità, sia in senso positivo che negativo.
L’opening night propone due sfide a dir poco interessanti, con i Boston Celtics opposti ai Philadelphia Sixers al TD Garden e i Golden State Warriors campioni in carica che ospiteranno gli Oklahoma City Thunder alla Oracle Arena. Nel corso della prima settimana di basket NBA, ci saranno tanti altri duelli da non perdere, tra cui quello tra i Los Angeles Lakers di LeBron James e gli Houston Rockets di James Harden, Chris Paul e Carmelo Anthony. Ecco le cinque partite da non perdere.
CELTICS – SIXERS – Impossibile non inserire nella lista l’opening night della stagione 2018-2019, che mette di fronte Boston Celtics e Philadelphia Sixers, considerate le due favoritissime per la lotta al trono della Eastern Conference dopo che LeBron James ha deciso di lasciare i Cleveland Cavaliers e l’Est per accasarsi ai Los Angeles Lakers. Per ciò che concerne i Celtics, l’armata di Brad Stevens – reduce da un’annata in cui, nonostante i pesanti infortuni di Hayward e Irving, è riuscita ad arrivare ad un passo dalle Finals, arrendendosi soltanto al cospetto dei Cavs di The King nelle Finali di Conference (4-3) – è considerata da molti la squadra più forte sulla costa Est e, col gruppo al completo, può avere ambizioni da Finals. Oltre ai rientri dei due All-Star Irving e Hayward, infatti, si segnalano anche le permanenze dei vari Brown, Rozier, Smart e Horford, nonché la crescita esponenziale compiuta da Tatum.
Dall’altro lato, però, i Sixers non hanno intenzione di lasciare nulla al caso e, dopo essere tornati ai playoff dopo cinque anni di assenza, perdendo proprio contro i Boston Celtics in semifinale di Conference (4-1), hanno assolutamente intenzione di fare ancora meglio. Il terzo posto dello scorso anno, con 52 vittorie e 30 sconfitte, ha dimostrato che la franchigia della Pennsylvania ha finalmente portato a termine il famoso «Processo», con Joel Embiid e Ben Simmons sempre più leader di una squadra che può contare anche su tanti altri giovani interessanti, tra cui Dario Šarić, Markelle Fultz – da cui ci si aspetta un impatto degno di nota, sulla scia di quanto fatto precedentemente da Embiid e Simmons – e Zhaire Smith, ma anche su affidabili quanto insostituibili tasselli, quali J.J. Redick e Robert Covington. La squadra di Brett Brown, insomma, ha tutte le carte in regola per dire la sua in ottica primato ad Est. Dalla sfida in programma questa notte avremo tante risposte in merito al dualismo Celtics-Sixers nella Eastern Conference. Per la soluzione definitiva, invece, bisognerà aspettare ancora un bel po’.
WARRIORS – THUNDER – Dopo aver conquistato il secondo titolo consecutivo, nonché il terzo negli ultimi quattro anni, i Golden State Warriors si apprestano ad iniziare la propria scalata verso l’ennesimo successo, che consentirebbe loro di aggiudicarsi uno storico three-peat. Sulla loro strada, però, ci saranno tanti ostacoli: del resto, già lo scorso anno la franchigia della Baia ha rischiato di non disputare le Finals, strappando un sofferto 4-3 agli Houston Rockets in Finale di Conference. Il roster a disposizione di coach Steve Kerr è pressoché immutato, con l’aggiunta di DeMarcus Cousins (attualmente ai box) al fianco di Steph Curry, Klay Thompson, Kevin Durant e Draymond Green. Golden State, dunque, parte inevitabilmente favorita nella lotta al titolo e anche per la sfida notturna con gli Oklahoma City Thunder ha i favori del pronostico, non soltanto perché giocherà davanti al proprio pubblico.
OKC, infatti, dovrà fare a meno della propria point guard e principale punto di riferimento sul parquet, ossia Russell Westbrook, operatosi in artroscopia al ginocchio destro poco più di un mese fa. L’MVP 2017, dunque, non prenderà parte al match, con Dennis Schröder che avrà la chance di partire in quintetto alla sua prima gara alla corte di Billy Donovan. Arrivato la scorsa estate dagli Atlanta Hawks, il classe ’93 è il rinforzo più significativo che il general manager Sam Presti ha assicurato ai suoi. Incuriosisce anche un altro giovane in rampa di lancio approdato ad Oklahoma, ossia Nerlens Noel, che ricoprirà il ruolo di backup di Steven Adams. In assenza di The Brodie, occhi puntati su Paul George, che avrà ancor più responsabilità. I Thunder avranno il difficile compito di battere i Warriors e rovinare loro la festa in occasione dell’opening night, proprio come fatto dagli Houston Rockets lo scorso anno: riusciranno a farcela anche senza Westbrook?
RAPTORS – CELTICS – Dopo il doppio appuntamento dell’opening night, non si esauriscono le gare degne di nota, destinate a regalare spettacolo ed emozioni a non finire. Tra queste, da segnalare la sfida tra Toronto Raptors e Boston Celtics, in programma nella notte tra sabato e domenica alle 2:00 italiane. Detto della franchigia del Massachusetts e dell’importante investitura che in molti le hanno riservato in vista della stagione 2018-2019, ossia quella di principale ostacolo per i Golden State Warriors campioni in carica e le altre pretendenti al titolo, un’altra squadra da tenere d’occhio è proprio la squadra canadese, profondamente rivoluzionata dalle scelte compiute la scorsa estate.
Dopo un’ottima regular season (primo posto ad Est con ben 59 vittorie ed appena 23 sconfitte) e una post season conclusasi con una bruciante sconfitta per 4-0 in semifinale di Conference contro i Cleveland Cavaliers di LeBron James, infatti, i Raptors hanno esonerato il Coach of the Year Dwane Casey, sostituendolo con Nick Nurse, ed hanno deciso di privarsi del proprio uomo franchigia DeMar DeRozan, cedendolo ai San Antonio Spurs insieme a Jakob Poeltl e in cambio di Kawhi Leonard e Danny Green. Con i due rinforzi e le permanenze di giocatori chiave del calibro di Ibaka e Valanciunas, oltre che della solida second unit, Toronto sembra poter avere ancor più possibilità rispetto allo scorso anno. Molto dipenderà, inevitabilmente, dalle condizioni fisiche di Kawhi Leonard: se The Claw dovesse tornare a giocare a livelli da MVP, i Raptors potrebbero davvero essere un avversario ancor più ostico.
BUCKS – PACERS – Mezz’ora più tardi, invece, toccherà alla palla a due tra Milwaukee Bucks e Indiana Pacers, due delle squadre più intriganti della Eastern Conference e non solo. Lo scorso anno, entrambe hanno vissuto un’annata tutto sommato positiva, piazzandosi rispettivamente al settimo (44-38) e al quinto posto (48-34) ad Est e tenendo testa con orgoglio e personalità alle due future finaliste di Conference al primo turno dei playoff, arrendendosi soltanto per 4-3, rispettivamente contro Boston Celtics e Cleveland Cavaliers. Per quanto riguarda Milwaukee, la franchigia del Wisconsin riparte inevitabilmente da Giannis Antetokounmpo, che rilancerà le proprie ambizioni, soprattutto in ottica MVP, e da Khris Middleton (pur di trattenerlo, i Bucks hanno rifiutato Jimmy Butler). Al fianco di The Greek Freak, tanti nuovi volti, tra cui il centro Brook Lopez, che potrebbe risolvere i tanti problemi della squadra di coach Mike Budenholzer sotto canestro e a rimbalzo.
Sorte simile per Indiana, che ha confermato per buona parte il blocco dello scorso anno, in particolar modo il detentore del premio di Most Improved Player Victor Oladipo e il giovane centro Myles Turner, recentemente blindato con un quadriennale da 80 milioni di dollari. La squadra di coach Nate McMillan è una di quelle maggiormente da tenere d’occhio nelle zone alte della Eastern Conference, in quanto ha tutto il potenziale necessario per dire la sua anche contro squadre meglio strutturate sulla carte e potrebbe risultare una vera e propria mina vagante sia nella regular season che sta per iniziare che ai playoff, anche e soprattutto in virtù di alcuni innesti di qualità che contribuiranno a rinforzare la squadra, tra cui l’ex guardia dei Memphis Grizzlies Tyreke Evans e il centro ex New York Knicks Kyle O’Quinn.
LAKERS – ROCKETS – La settimana targata NBA si conclude con un appuntamento piuttosto degno di nota, ossia la prima sfida stagionale in casa dei Los Angeles Lakers di LeBron James, che ospiteranno gli Houston Rockets allo Staples Center. L’arrivo del Re alla corte di Luke Walton ha notevolmente cambiato gli obiettivi della franchigia gialloviola, che punta a centrare almeno un piazzamento valido per i playoff, a distanza di ben cinque anni dall’ultima partecipazione. Dopo l’addio di Kobe Bryant, i Lakers non hanno mai lasciato i bassifondi della Western Conference, ma con LBJ e i rinforzi d’esperienza arrivati la scorsa estate (Rondo, Stephenson, McGee, Beasley e il rinnovato Caldwell-Pope), uniti alla crescita dei giovani Lonzo Ball, Kyle Kuzma e Brandon Ingram, la squadra losangelina può tornare a dire la sua in tempi brevi.
Se i Lakers si preparano ad avviare la propria rinascita, dall’altro lato troveranno una squadra già pronta per competere ad alti livelli, come ampiamente dimostrato già due anni fa e, soprattutto, lo scorso anno, quando hanno centrato il miglior record della loro storia in regular season, piazzandosi al primo posto ad Ovest con ben 65 vittorie ed appena 17 sconfitte e arrivando ad un passo dall’eliminare i Golden State Warriors nelle Finali di Conference, alzando bandiera bianca soltanto in gara-7. Gli Houston Rockets hanno un consolidato meccanismo di gioco e, nonostante le perdite di due ottimi 3-and-D players del calibro di Trevor Ariza e Luc Mbah a Moute, saranno quasi sicuramente la principale alternativa ai Golden State Warriors, anche e soprattutto in virtù dell’apporto dei vari James Harden, fresco di MVP, Chris Paul, Clint Capela (rinnovato la scorsa estate con un quinquennale da 90 milioni di dollari), Eric Gordon, P.J. Tucker, Gerald Green e il nuovo arrivato Carmelo Anthony, in cerca di riscatto.
Dennis Izzo
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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