Vessillo della campagna elettorale del Movimento 5 Stelle, nonché a lungo oggetto di speculazioni e critiche, il reddito di cittadinanza riguadagna il centro di un ancora confuso dibattito politico. A offrire maggiori delucidazioni è il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte pochi giorni prima della votazione in Consiglio dei Ministri della Manovra di Bilancio. «Stiamo pensando a come modulare le offerte di lavoro anche su base geografica» è quanto ha affermato in occasione dell’inaugurazione della quarta edizione della Scuola di formazione politica della Lega, a Milano. Premura del premier è stata anche scongiurare il rischio che il reddito di cittadinanza sia concepito come un sussidio assistenziale, aggiungendo che si tratterà di «un’iniziativa di sviluppo sociale, di riqualificazione per chi ha perso il lavoro e di qualificazione per chi non lo ha».
A livello teorico il reddito di cittadinanza è pensato per garantire un aiuto ai nuclei con un Isee (Indicatore della Situazione Economia Equivalente) inferiore ai 9.300 euro. I beneficiari, che si stimano essere circa 6,5 milioni di cittadini, potranno spendere il contributo solo per beni di prima necessità, ma non essendo cumulabile, quel che non viene speso in quel mese si perde.
Congiuntamente all’omonima pensione, il reddito di cittadinanza si propone come strumento essenziale del Governo per la lotta alla povertà. Il costo della manovra, dunque, dovrebbe aggirarsi attorno ai 10 miliardi di euro, 6 dei quali, come affermato dal leader pentastellato, «andranno a famiglie con minori», mentre un miliardo sarà destinato al potenziamento dei centri per l’impiego mediante assunzioni di personale e la condivisione delle banche dati. A questi ultimi, inoltre, sarà affidata la formazione e il ricollocamento dei beneficiari del reddito di cittadinanza.
Una distribuzione su base geografica, tuttavia, suscita non pochi scetticismi. Secondo le parole del vicepremier Luigi di Maio, ospite di Barbara D’Urso a Domenica Live: «Il 47% delle famiglie destinatarie sarà del centro-nord». Ciononostante, guardando i dati riportati da La Stampa in riferimento al Reddito di inclusione del precedente governo, nel 70% dei casi i benefici sono stati erogati nelle regioni del sud Italia, il 12% nelle regioni centrali e il 18% in quelle del nord.
Francesca Santi
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