Spettacolo ed emozioni a non finire nel consueto appuntamento con l’NBA Christmas Day, il giorno di Natale targato NBA. Dalle vittorie in rimonta di Sixers e Mavericks, rispettivamente ai danni di Knicks e Lakers, ai netti successi di Celtics e Warriors con Bucks e Grizzlies, fino alla vittoria dei Nuggets contro i Suns all’overtime. Nonostante le assenze di alcuni nomi degni di nota, tra i migliori in circolazione in NBA, tra cui Steph Curry e Devin Booker, ci pensano le numerose stelle scese in campo a illuminare la notte di Natale dell’NBA: da Harden e Embiid a Tatum e Brown, da LeBron a Dončić fino all’MVP in carica Jokić.
A inaugurare l’NBA Christmas Day è la classica sfida tra Philadelphia Sixers e New York Knicks al Madison Square Garden, che diventa la gara disputata in più occasioni nel giorno di Natale (tredici volte nella storia NBA). I padroni di casa, reduci da due ko consecutivi, intendono invertire la tendenza e riaprire una lunga striscia di vittorie, sulla scia di quanto fatto tra il 5 e il 21 dicembre (otto successi di fila). Gli ospiti, dal canto loro, sono i più in forma della lega, forti di sette vittorie consecutive. Gli uomini di Thibodeau partono col piede ben piantato sull’acceleratore, portandosi immediatamente sul +6 (8-2) grazie a due triple consecutive di un Julius Randle in formato MVP. Il numero 30 è il grande protagonista dell’ottimo avvio dei Knicks (13 punti nel primo quarto). Non sono da meno Jalen Brunson e R.J. Barrett, autori rispettivamente di 10 e 6 punti nei primi 12’, che New York chiude addirittura con dodici punti di vantaggio (37-25).
Nel secondo quarto, il copione cambia. Se da un lato, come spesso avviene, il ritmo dei Knicks cala vertiginosamente, dall’altro i Sixers salgono di livello, anche e soprattutto grazie a Joel Embiid, che mette a referto 11 dei 35 punti con cui gli ospiti recuperano ben nove punti di svantaggio e si portano a soli tre punti da New York alla pausa lunga. A firmare il canestro del 63-60 è Shake Milton, che trova il fondo della retina con un’incredibile tiro da metà campo sulla sirena che pone fine al primo tempo. Dopo un quarto dominato a testa (il primo dai Knicks, il secondo dai Sixers), nel terzo periodo regna l’equilibrio: i padroni di casa provano a riportarsi in fuga, toccando anche il +9 a poco meno di 5’ dal termine, per effetto di un parziale di 7-0 che li porta sul vantaggio per 87-78. I Sixers, costretti nuovamente a inseguire, rispondono con James Harden, che nel giro di poco meno di trenta secondi mette a segno ben 7 punti: il Barba completa un gioco da quattro punti e segna la tripla che permette ai suoi di chiudere il terzo quarto sotto di appena un punto (96-95).
A questo punto, l’inerzia della gara è tutta dalla parte di Philadelphia, che passa per la prima volta in vantaggio nelle prime battute del quarto periodo grazie a una tripla di Niang (101-98). L’ex Jazz (16 punti in uscita dalla panchina) manda successivamente a bersaglio altre tre conclusioni da dietro l’arco (4/9 in totale), risultando decisivo per la rimonta dei Sixers. Più che positiva anche la prova di De’Anthony Melton (15 punti con 5/7 da tre). La reazione dei Knicks è vana è pressoché sterile, con i padroni di casa che non riescono più a riportarsi avanti nel punteggio, scivolando fino al -14 e rendendo meno amara la sconfitta finale con un 7-0 che fissa il punteggio sul 119-112 per Philadelphia. L’ottava vittoria di fila per Philly porta anche e soprattutto la firma del duo atomico Harden-Embiid: doppia doppia da 29 punti, 4 rimbalzi, 13 assist, 4 palle recuperate e una stoppata col 44% al tiro (7/16) e il 45% da dietro l’arco (5/11) per il Barba, miglior assistman della lega con 11.1 passaggi vincenti a partita, 35 punti, 8 rimbalzi e un assist col 55% dal campo (12/22) e il 50% dalla lunga distanza (1/2) per il centro camerunese, miglior realizzatore dell’NBA con 33.1 punti per gara.
Nel secondo appuntamento del Christmas Day, si affrontano i Dallas Mavericks di Luka Dončić e i Los Angeles Lakers di LeBron James. I Mavs, che tornano a ospitare una partita natalizia dopo ben undici anni, celebrano il leggendario Dirk Nowitzki (ventuno anni in NBA, tutti a Dallas, impreziositi dal titolo vinto nel 2011) con una statua. La prima parte di gara premia i Lakers, che approcciano decisamente meglio alla sfida e si portano addirittura sul +14 dopo poco più di 7’ di gioco (23-9). Un parziale di 7-0, firmato Dinwiddie e Dončić, riporta in partita i Mavericks, ma i gialloviola chiudono comunque con un confortante vantaggio di sette punti il primo periodo (28-21).
Nel secondo quarto, le cose non migliorano più di tanto per Dallas, che inizialmente dà l’impressione di poter tenere testa ai Lakers, portandosi sul -4 (30-26), per poi perdere nuovamente terreno e sprofondare a -14 in seguito a un parziale di 8-0 per i losangelini nel giro di un minuto e mezzo (cinque punti di Westbrook e tre di Lonnie Walker). I Mavericks risultano particolarmente spenti da dietro l’arco, riuscendo persino a far peggio del pessimo 3/11 del primo quarto (2/11 nel secondo, per un pessimo 5/22 complessivo). I Lakers, dal canto loro, mandano a bersaglio ben quattro delle cinque triple segnate nel primo tempo proprio nel secondo quarto, che si chiude sul 54-43 in favore dei gialloviola.
Alla ripresa dopo la pausa lunga, Dallas riapre clamorosamente la gara nel giro di poco più di un minuto, con Wood, Dinwiddie e Hardaway jr. che vanno a segno dalla lunga distanza e permettono ai Mavs di passare da -12 a -3 in men che non si dica. Dončić e compagni ritrovano la fiducia che sembrava ormai smarrita e i Lakers accusano il colpo, gettando completamente alle ortiche l’ottima prestazione offerta nei primi due quarti. LeBron prova a tenere a galla i suoi, ma la ritrovata brillantezza dei Mavericks si abbatte inesorabilmente sugli ospiti. Con due parziali a dir poco pazzeschi (10-0 prima e 14-0 poi), Dallas ribalta completamente una partita che sembrava già persa nel primo quarto e chiude il terzo periodo toccando l’incredibile quota di 51 punti segnati (record stagionale e nella storia del Christmas Day) – peraltro con percentuali che rasentano la perfezione (72% dal campo con 18/25 e 69% da tre con 9/13) a fronte dei soli 21 concessi agli avversari. Nel quarto quarto, i Lakers salvano la faccia con un +10 che permette loro di evitare la disfatta, ma non la sconfitta. Dallas non dà mai l’impressione di poter perdere il controllo del match e, pur subendo un parziale di 40-30, riesce a imporsi per 124-115. Sugli scudi Luka Dončić, che sfiora la tripla doppia (32 punti, 9 rimbalzi, 9 assist e 2 recuperi con 9/16 dal campo e 2/3 da dietro l’arco). Molto bene anche Christian Wood, autore di una solida prestazione da 30 punti, 8 rimbalzi, 7 assist, 4 palle rubate e 2 stoppate col 71% al tiro (12/17) e il 33% da tre (2/6), e Tim Hardaway jr., che fa registrare 26 punti, 6 rimbalzi e un assist col 53% dal campo (10/19) e il 43% dalla lunga distanza (6/14). Da segnalare anche l’ottimo apporto dell’ex di turno Reggie Bullock (14 punti, 3 rimbalzi, 4 assist e una stoppata con 5/8 al tiro e 4/7 da tre). Inutili, per i Lakers, i 38 punti con 6 rimbalzi e 5 assist di LeBron James, i 17 punti di Westbrook e i 16 di Reaves.
Al TD Garden di Boston va in scena il terzo duello della notte di Natale targata NBA, con i Celtics, primi in classifica col miglior record della lega (23-10), che ospitano i Milwaukee Bucks, secondi alle loro spalle con appena una vittoria in meno. L’avvio dei padroni di casa è da incorniciare, con 19 punti nei primi 4’ e un ottimo 71% da dietro l’arco (5/7). La reazione degli ospiti porta la firma di Holiday e Antetokounmpo, ma sul finire del primo quarto una tripla di tabella da notevole distanza di Hauser permette ai Celtics di chiudere il primo quarto con ben otto punti di vantaggio (36-28), anche e soprattutto grazie ai 13 punti di Jaylen Brown. Nel secondo quarto, sale in cattedra anche Jayson Tatum, che aggiunge 12 punti ai 7 segnati nel primo quarto, tra cui una poderosa schiacciata con cui posterizza Antetokounmpo e infiamma il pubblico del TD Garden, portando i suoi sul +7. Nonostante ciò, i Bucks non si scompongono e si portano a una sola lunghezza di distacco alla pausa lunga (62-61). Nella ripresa, Boston riprende il discorso interrotto nel primo quarto, con un parziale di 38-25 nel terzo periodo che permette ai Celtics di portarsi in vantaggio di ben quattordici punti a 12’ dal termine (100-86). I padroni di casa archiviano definitivamente la pratica nel quarto quarto, rendendo vani i tentativi dei Bucks di restare aggrappati alla partita e imponendosi per 139-118. L’eroe della serata è Jayson Tatum, autore di 41 punti, 7 rimbalzi, 5 assist e 3 recuperi col 64% dal campo (14/22) e il 43% da tre (3/7), mentre Jaylen Brown chiude con 29 punti, 5 rimbalzi, 4 assist e un recupero col 58% al tiro (11/19) e il 56% dalla lunga distanza (5/9), White ne aggiunge 12 con 2/3 da tre e Horford e Grant Williams segnano 11 punti a testa. Ai Bucks, invece, non bastano cinque giocatori in doppia cifra, tra cui i 27 punti di Antetokounmpo, i 23 di Holiday e i 16 di Brook Lopez.
I Golden State Warriors tornano a vincere dopo due ko consecutivi, nonché sette nelle precedenti nove partite, battendo i Memphis Grizzlies al Chase Center di San Francisco nonostante l’assenza di Stephen Curry. Sugli scudi Jordan Poole, che fa registrare 32 punti (di cui ben 17 nel primo quarto), 3 rimbalzi e 2 assist col 44% al tiro (11/25). Non è la prima volta che il classe ‘99 risulta decisivo per i Warriors: soprattutto quando Curry è out, infatti, il nativo di Milwaukee sale in cattedra e le sue cifre lievitano in maniera esponenziale. Il suo impatto è determinante nonostante l’espulsione, solo una delle tante occasioni in cui la tensione è alle stelle nel corso del match (ben 6 falli tecnici, record NBA nel giorno di Natale). Decisivo anche Klay Thompson, che non vive la migliore delle serate al tiro (8/25 dal campo e 3/12 da tre), ma si rende comunque autore di 24 punti, 9 rimbalzi e 4 assist. Degne di nota le prove di Ty Jerome (14 punti con 6/9 al tiro e 2/4 dalla lunga distanza) e Donte DiVincenzo (19 punti con 7/12 dal campo e 5/9 da dietro l’arco), mentre Draymond Green, pur segnando appena 3 punti, risulta a suo modo decisivo con una doppia doppia da 13 rimbalzi e altrettanti assist. Ai Grizzlies non basta un Ja Morant da 36 punti, 7 rimbalzi, 8 assist e un recupero. Gli ospiti non danno mai l’impressione di poter rientrare in partita, con i campioni in carica che di fatto hanno il match sotto controllo per tutta la durata della gara, tanto che vanno in svantaggio in sole due occasioni e non si fanno più rimontare dal 26-25 firmato Morant a poco più di 3’ dalla fine del primo quarto.
Il cerchio attorno al Christmas Day si chiude con l’intrigante duello tra Denver Nuggets e Phoenix Suns al Pepsi Center. A spuntarla sono i padroni di casa, che portano a casa la settima vittoria nelle ultime otto partite della regular season NBA. La gara è emozionante e spettacolare sin dalla palla a due, con gli ospiti che riescono a tenere testa a Denver nonostante l’infortunio di Devin Booker, la cui partita (la prima dal rientro) dura meno di cinque minuti. Merito anche e soprattutto di Landry Shamet, che sostituisce al meglio il compagno di squadra: per lui 31 punti, 2 rimbalzi, 6 assist e una stoppata col 50% dal campo (10/20) e il 41% da tre (7/17) in uscita dalla panchina. Bene anche DeAndre Ayton (doppia doppia da 22 punti, 16 rimbalzi, 2 assist, 2 recuperi e 2 palle rubate) e Chris Paul, che non ha la mira dei giorni migliori al tiro (6/17 dal campo e 0/3 dalla lunga distanza), ma si riscatta con una doppia doppia da 17 punti, 4 rimbalzi, 16 assist, 2 palle recuperate e una stoppata. 13 punti a testa per Bridges e Craig, 18 con 8 rimbalzi e l’80% da dietro l’arco (4/5) per Damion Lee. L’uomo partita è Nikola Jokić, detentore degli ultimi due premi di MVP che fa registrare una sontuosa tripla doppia da 41 punti, 15 rimbalzi, 15 assist e una stoppata col 64% al tiro (16/25) e il 50% da tre (2/4). Fondamentale anche il contributo di Aaron Gordon, che chiude con una doppia da 28 punti (tra cui una pazzesca giocata all’overtime) e 13 rimbalzi, e Jamal Murray (26 punti, 5 rimbalzi e altrettanti assist). Doppia cifra anche per Caldwell-Pope, autore di 15 punti col 60% da oltre l’arco (3/5).
Maggior numero di punti: Jayson Tatum, Nikola Jokić (41);
Maggior numero di rimbalzi: Mitchell Robinson, DeAndre Ayton (16);
Maggior numero di assist: Chris Paul (16);
Maggior numero di palle rubate: James Harden, Christian Wood (4);
Maggior numero di stoppate: Mikal Bridges (4).
Dennis Izzo
Fonte foto in evidenza: stadiumastro.com
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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